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Redazione

A Roma serve subito una riforma seria e non le mancette di Zingaretti

RomaToday ospita l'intervento di Federico Rocca di Fratelli d'Italia sulla riforma dei poteri di Roma Capitale

*Federico Rocca consigliere dell’Assemblea Capitolina, membro della Commissione Roma Capitale e responsabile romano degli enti locali di Fratelli d’Italia. 

Campidoglio-3

Nulla si è mosso dall’approvazione del decreto legge del settembre del 2010 che fu presentato con tanto entusiasmo in Campidoglio alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sono passati 3 sindaci e due governatori della Regione. In particolare negli ultimi 8 anni il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti non ha provveduto a delegare neanche una sola delle competenze previste dal decreto e ovviamente di fondi neanche a parlarne.

Gli ultimi 5 anni in particolare sono trascorsi tra disinteresse e sgambetti tra le parti in causa, ossia tra PD e il M5S, rispettivamente al governo della Regione Lazio e di Roma Capitale. Il dibattito si è riacceso negli ultimi mesi ed è innegabile che Fratelli d’Italia abbia svolto un ruolo da pungolo su un tema che ci sta a cuore da anni, non a caso il decreto del 2010 fu partorito dal centrodestra che governava il Paese e Roma. Da allora non si è mosso nulla, tante belle parole ma a Roma tranne il cambio di denominazione da Comune di Roma a Roma Capitale nulla è cambiato, se non le cartelline e la carta intestata.

Battute a parte è oramai chiaro a tutti che una città complessa e particolare come Roma non possa essere governata con i normali poteri di un qualsiasi comune d’Italia. Le sue specifiche competenze, le sfide che è chiamata ad affrontare, il ruolo di rappresentanza che svolge accogliendo le sedi governativa, il Parlamento, le ambasciate presso la Repubblica Italiana e la Santa Sede, il Vaticano, il polo delle agenzie delle Nazioni Unite (IFAD, FAO e WFP) oltre ad essere il teatro delle principali manifestazioni. E’ di tutta evidenza che Roma ha bisogno di uno statuto specifico e tarato sulle proprie esigenze e la nostra idea era quella di Roma Città Regione, ossia, di una Capitale che avesse anche poteri legislativi sulle materie di propria competenza, ma ogni volta si gioca al ribasso, chi si blocca sulla dicitura e chi sulle deleghe, fatto sta che oggi l’amministrazione capitolina il più delle volte si trova imbrigliata in iter burocratici dovuti alle tante competenze che insistono su diverse tematiche.

Durante il mio intervento nella seduta di presentazione delle linee programmatiche del Sindaco Gualtieri ho ribadito con forza la necessità della riforma, altrimenti tutti i sindaci avranno sempre gli stessi problemi, ossia, non poter decidere a casa propria, avere le mani legate e dover chiedere il permesso e i fondi ad altri per poter cambiare il volto della città. Non c’è più tempo, Roma dovrà affrontare delle sfide importantissime, da eventi quali il Giubileo, alla candidatura per l’Expo 2030, alla rinascita del post Covid e per farlo deve essere veloce e autonoma nel poter prendere delle decisioni.

Oggi Roma non è attrattiva e non è competitiva rispetto alle altre grandi capitali mondiali, la nostra lentezze, la complessità di una macchina burocratica e l’incertezza delle decisioni che devono essere prese da enti diversi, scoraggiano qualsiasi tipo di investimento che possa arrivare da fuori il G.R.A., tutti davanti a questi problemi fuggono e chi ci ha provato è stato costretto a rinunciare o migrare in altre città dove è più facile dar vita a progetti e attività che ovviamente generebbero economia, sviluppo e occupazione.

Non c’è più tempo, il Parlamento ponga la riforma di Roma Capitale come priorità dei prossimi mesi, poiché serve una riforma strutturale serie e concreta, ecco perché dico no alle mancette di Zingaretti che qualcosina vorrebbe cedere, altro no, qualcosa la vorrebbe delegare in parte ma altre competenze le vorrebbe mantenere, piuttosto Zingaretti ci spiegasse perché in 8 anni non ha delegato neanche una sola materia da quelle previste dal decreto legge del 2010 perché è imbarazzante constatare che la Regione Lazio e Roma Capitale non abbiamo dato seguito ad un decreto senza che qualcuno li richiamasse ad adempiere a quanto previsto.

Tutto fa parte del gioco delle parti, delle divisioni tra partiti, delle gelosie e della voglia di mantenere il controllo su diverse materie ma in mezzo c’è il futuro di Roma, per questo siamo stanchi dei buoni propositi e degli annunci, delle riunioni per decidere cosa concedere e cosa mantenere senza che poi accada nulla. Decida il Parlamento una volta per tutte quale deve essere assetto costituzionale di Roma Capitale con uno statuto specifico, con poteri e fondi diretti, cosicché gli altri dovranno solo adeguarsi senza mettere altri ostacoli su un percorso che viene da lontano e che nei prossimi mesi deve necessariamente arrivare a meta.

Questo è l’auspicio di Fratelli d’Italia e per questo in ogni contesto abbiamo sempre offerto la nostra fattiva collaborazione nel portare a compimento la riforma di Roma Capitale, perché la capitale è il cuore e l’immagine di una Nazione e perché se riparte Roma riparte l’Italia. 

A Roma serve subito una riforma seria e non le mancette di Zingaretti

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