rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Regione Lazio, grandi manovre per il dopo Zingaretti: Leodori e D'Amato lavorano per la successione

Profilo più politico per l'attuale vicepresidente, più mediatico per l'assessore alla sanità. Ad oggi sono loro i nomi caldi per il dopo Zingaretti

La partita del Quirinale tiene con il fiato sospeso anche la regione Lazio. Ad un anno dal voto, con la possibilità di elezioni anticipate soprattutto in caso di ascesa di Mario Draghi al Colle, le manovre per la successione a Nicola Zingaretti sono già iniziate. Con gli scenari in divenire, nessuno vuole farsi trovare impreparato e così, anche se i diretti interessati negano tutti in modo perentorio, la campagna elettorale per la scelta del candidato nel centrosinistra è già in atto. 

Due i nomi forti che puntano al ruolo di Governatore: Daniele Leodori, attuale vicepresidente e assessore al bilancio, e Alessio D'Amato assessore alla sanità e volto della lotta al covid in regione Lazio. Il primo ha un profilo più politico, espressione della corrente areadem e conta soprattutto sulla spinta della provincia di Roma e dell'alta Ciociaria. Il secondo, più mediatico, ha conquistato consensi e scalato posizioni nella considerazione della maggioranza, pur continuando a non avere un vero e proprio inquadramento (e appoggio) all'interno del partito e della coalizione di centrosinistra.

Daniele Leodori 

Daniele Leodori da oltre un anno sta lavorando sulla propria immagine, provando a farla uscire dall'alveo locale, per accreditarsi come figura mediaticamente spendibile. A lui Zingaretti, nel periodo in cui è stato impegnato come segretario del partito democratico, ha affidato le chiavi delle regione Lazio e nella prima fase della pandemia ha nei fatti operato in prima linea per supportare il lavoro dell'assessorato alla salute. Dalla sua c'è un ottimo rapporto con i cinque stelle: è stato lui a condurre le trattative che hanno portato all'ingresso in giunta di Valentina Corrado e Roberta Lombardi.

E proprio il nome di quest'ultima spicca nella card che annuncia un evento in programma lunedì 10 gennaio. "Insieme per il Lazio 2030", titolo che sa che di campagna elettorale. Il parterre dei presenti disegna anche l'area vasta e composita che Leodori sta aggregando. Oltre alla Lombardi (nome politicamente più significativo), ci sarà Massimiliano Smeriglio, parlamentare europeo e predecessore di Leodori in regione. Ci saranno anche Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza, Angelo Camilli, presidente di Unindustria, Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil e Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma. Figure che disegnano un dialogo trasversale in atto per costruire una candidatura inclusiva.

Come detto Leodori ha un profilo molto politico e, secondo molti, la sua scelta per il centrosinistra andrebbe a riequilibrare la specificità del Campidoglio, molto spostato sull'area degli ex dalemiani. Suo sponsor principale è Bruno Astorre, senatore e segretario del PD Lazio che vanta un rapporto di solida stima con Zingaretti.

Insieme per il Lazio 2030-2

Alessio D'Amato 

Lo "sfidante" di Leodori è Alessio D'Amato, "l'ex comunista che parla poco, fa molto ed ha salvato il Lazio" così come l'ha definito l'Huffington Post ad aprile 2021 in un articolo da molti interpretato come l'ufficializzazione delle ambizioni dell'assessore. Lui, il diretto interessato, tanto schietto e pragmatico nei modi quanto burbero, non ha mai ammesso la possibilità, concentrato com'è nella gestione della pandemia. Nei fatti però tutti interpretano ormai il suo modo di muoversi, di dichiarare, di farsi fotografare come una campagna elettorale. Dichiarazioni come quelle contro Djokovic, oppure la costante sottolineatura di risultati superiori a quelli imposti dal generale Figliuolo, vengono da tutti lette con la volontà sfrenata di imporsi come il volto che sta guidando il Lazio fuori dalla pandemia. Il naturale sbocco di tale ambizione è il ruolo di governatore della regione Lazio. 

Contro di lui però c'è la mancanza di sostegni politici di spessore all'interno del PD. Tutti lo stimano, nessuno ha problemi a farsi fotografare con lui e ad esaltarne le doti, ma nessuno appare pronto a sostenerlo in maniera convinta. Lo stesso Zingaretti, e l'area che a lui fa riferimento, pur avendo affidato negli ultimi 10 anni le chiavi della sanità laziale a D'Amato, appare scettico sul possibile appoggio. E senza gli zingarettiani è difficile immaginare una possibile vera competizione laddove ci fossero le primarie. 

Le incognite 

Già, perché la corrente che fa capo all'attuale presidente è decisivia negli equilibri del partito e lo sarà, molto probabilmente, anche nella scelta del candidato alla successione. Al momento nessuno  da quelle parti si sbilancia, in attesa dei giochi del Quirinale e della presa di posizione di Enrico Letta. Il segretario dem ha dimostrato negli ultimi mesi di essere un po' una variabile imprevedibile nelle scelte del partito. Ha prima stoppato Gualtieri al Campidoglio e trattato per Zingaretti, per poi sostenere l'attuale sindaco. Per le suppletive con il nome di Gasbarra già praticamente deciso, è intervenuto imponendo Cecilia D'Elia. Difficile capire cosa abbia in mente per il futuro della Regione. Possibile che la scelta passi dalle primarie, con ulteriori nomi rispetto a quelli di D'Amato e Leodori. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Regione Lazio, grandi manovre per il dopo Zingaretti: Leodori e D'Amato lavorano per la successione

RomaToday è in caricamento