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Mazzillo paga il no al concordato preventivo per Atac. Lemmetti arriva per la cura choc

L'ex responsabile dei conti paga le critiche ai vertici del Movimento. Il suo addio rimette in riga la maggioranza. Paolo Ferrara: "Il gruppo consiliare M5S è più che mai unito e compatto"

"Si rischia di passare dal commissariamento dell'Atac a quello del Comune. Ho detto come la penso sul concordato preventivo che si vuole fare. Nella pancia dell'Atac ci sono 429 milioni di crediti verso il Comune che con il concordato si rischiano di perdere. E questo non è un elemento facilmente digeribile per i conti di Roma Capitale. Ho fatto presente che quella perdita sarebbe catastrofica. Si rischierebbe il dissesto". A parlare è Andrea Mazzillo, intervistato da Sergio Rizzo per La Repubblica. E' in queste righe il motivo del suo addio. "Chi critica è fuori", aveva spiegato la Raggi a fine luglio. E Mazzillo paga appunto il dissenso e il disaccordo su quella che è la ricetta per salvare Atac: il concordato preventivo. Così si è deciso a Milano, così hanno deciso dalla Casaleggio e associati, così ha benedetto Di Maio e così bisogna fare. Pazienza se a Roma non tutti sono d'accordo. Chi non lo è va fatto fuori.  

Il progetto del concordato preventivo per Atac

Sommersa da quasi 1 miliardo e quattrocento milioni di debiti, Atac è sull'orlo del fallimento. Lo ha detto Bruno Rota, ex dg dell'azienda dei trasporti capitolina che a Raggi aveva proposto il concordato preventivo. Una misura che ora, secondo quanto appare ormai certo, il M5s si prepara ad adottare. C'è il placet della Casaleggio, quello di Grillo ed anche Di Maio l'ha sdoganato. Mazzillo, come è emerso, non era d'accordo. 

Con il concordato preventivo entra in campo un giudice che nomina un amministratore che, di fatto, sovrintende a tutta l’attività. E soprattutto si deve occupare di separare il debito, e Atac ne ha tanto, quasi 1,4 miliardi di euro, dalle attività ordinarie per poi cedere il patrimonio per soddisfare i creditori. Atac possiede ancora immobili e terreni di valore. In sostanza la vendita di questi beni servirebbe a ripianare i debiti e a gestire il tutto sarebbe il tribunale. Nel Movimento Cinque Stelle prima dell'addio di Rota e dell'uscita di Mazzillo erano in tanti ad essere in disaccordo con questa misura. In particolare l'ala lombardiana, quella più vicina ai sindacati, era critica con questa misura. Tanti i consiglieri coagulati contro il no.


Mazzillo e la sua contrarietà

Mazzillo, forse fiutando l'aria, ha espresso parere contrario. Peccato però che sia finito finito epurato. L'ormai ex responsabile dei conti ben sapeva che tra i debiti di Atac ci sono 429 milioni di crediti verso il Comune. Secondo Mazzillo questi soldi sono a rischio e con essi l'equilibrio finanziario del Campidoglio. Da qui il suo no che, unito alle dichiarazioni a Repubblica di fine luglio, quando parlò di assessori troppo lontani da Roma, gli è costato la poltrona.  Un'epurazione che serve per "educare" tutti. Guarda caso, dopo l'addio di Mazzillo, nessuno ha parlato.

E guarda caso oggi a dire che va tutto bene ci pensa il capogruppo Paolo Ferrara: "Chi parla di 'maggioranza spaccata' è in errore o cerca biecamente di mistificare la realtà. Questi sterili tentativi di destabilizzarci rappresentano, per noi, ulteriori stimoli a lavorare sempre più e sempre meglio per il bene di questa città. Il gruppo consiliare M5S è più che mai unito e compatto e continuerà a governare nell'interesse dei cittadini. Così come farà il neo assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, a cui do il benvenuto e le cui competenze saranno utilissime per la piena realizzazione di quel progetto politico che i cittadini romani hanno deciso di sposare in sede elettorale. Ringrazio Andrea Mazzillo per il lavoro svolto finora, augurandogli il meglio per il futuro".
 

Lemmetti e l'azienda dei rifiuti di Livorno

Al posto di Mazzillo arriva Gianni Lemmetti che lega il suo nome proprio al caso scuola del concordato preventivo andato a buon fine, secondo il M5s, ovvero quello di Aamps,  la partecipata al 100% del Comune che si occupa di igiene ambientale e raccolta di rifiuti, gravata da una pesante situazione finanziaria. Fu proprio Lemmetti, infatti,  a caldeggiare l'idea di portare l'azienda sulla strada del concordato preventivo in continuità. Un successo che Grillo salutò con entusiasmo e che - sembra oggi quasi profetico - caldeggiò anche per Roma. 
 

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