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Legge di stabilità, 400 milioni in meno per il Lazio: "Tagli a trasporti, sanità e scuola"

Lo ha spiegato il governatore del Lazio Zingaretti al termine della Conferenza delle Regioni: "Per molti significherà anche dover alzare le tasse"

Potrebbero aggirarsi intorno ai 400 milioni di euro i tagli previsti dalla Legge di Stabilità per la Regione Lazio. È questa la cifra che emerge calcolando il 10% della sforbiciata che il Governo Renzi ha intenzione di effettuare sulle tasche delle regioni italiane: 4 miliardi di euro. Tagli che si faranno sentire solo l'anno prossimo, con il bilancio del 2015, ma che per il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che oggi si è unito al coro dei governatori contrari alla manovra economica targata Governo Renzi, si tradurranno inevitabilmente in un taglio ai servizi offerti ai cittadini.

Ha spiegato Zingaretti: “E' una legge di bilancio che nelle forme in cui ha assunto la voce taglio ai trasferimenti significa taglio al diritto allo studio, al tpl, e per l'enormità delle cifre sicuramente tagli alla sanità” ha spiegato l'ex presidente della Provincia di Roma al termine della Conferenza delle Regioni. Non solo. All'orizzonte anche la possibilità di un aumento delle tasse che già il Lazio vede tra le più alte d'Italia. “Per alcune Regioni potrebbe comportare di entrare in disavanzo, e quindi in automatico l'aumento dell'Irap e dell'Irpef, o per altre di non abbassare tasse che erano già preventivate perché figlie di una buona programmazione e di un buon governo".

Sorvegliata speciale la sanità. “Il Lazio finalmente è alla vigilia dell'uscita dal commissariamento della sanità. Per il 2016 abbiamo programmato l'inizio della fase di riduzione di Irap e Irpef sulla base di buon governo della spesa sanitaria. Se passassero questi tagli, i cittadini di questa regione vedrebbero vanificata l'ipotesi di abbassamento delle tasse perché i soldi finanziano altre scelte di politica economica”ha detto. “Questa è una pratica che logora o rompe la lealtà dei rapporti interistituzionali perché sottopone livelli di governo eletti a suffragio universale a un metodo di assunzione delle decisioni che entra nel vivo della carne”.

Ha spiegato Zingaretti: “Non siamo chiamati in questa fase a condividere il raggiungimento di obiettivi di finanza pubblica dettati dalla Ue, siamo chiamati a finanziare scelte politiche che non abbiamo preso noi ma ha preso il Governo, prima con la vicenda degli 80 euro, a cui le Regioni hanno detto sì, e ora con provvedimenti condivisibili o meno che non stanno negli obiettivi strategici di finanza pubblica dell'Ue ma in scelte legittime compiute in queste ore”. Poi ha stigmatizzato: “È molto semplice abbassare le tasse con i soldi degli altri”.

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