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Approvata la legge per la rigenerazione urbana: "Pietra miliare nella storia del Lazio"

La nuova legge supera il Piano casa, scaduto lo scorso primo giugno. Previste premialità in cubatura e superficie, definiti gli ambiti e attribuito ai Comuni un ruolo chiave nella programmazione

E' stata approvata ieri al Consiglio regionale del Lazio, con 28 voti a favore e 18 contrari, la nuova legge per la rigenerazione urbana e il recupero edilizio. La normativa, dopo la scadenza del piano casa il primo giugno scorso, è partita da un'iniziativa presentata dall’assessore Michele Civita. "Questa legge" ha ricordato l'assessore all'avvio dell'iter "ha l’obiettivo di superare le norme transitorie e derogatorie contenute nel piano casa con nuove disposizioni legislative ordinarie".

Le misure previste dalla legge

Come informa la Regione in una nota, la legge "è stata concepita come un mezzo per migliorare la qualità della vita dei cittadini, comprende aspetti sociali, economici, urbanistici ed edilizi, anche con l’obiettivo di promuovere o rilanciare territori in situazioni di disagio o degrado socio-economico". Tra le misure previste, premialità con incremento di volumi o superfici (si arriva, in alcuni casi, fino al 40 per cento), ma anche delocalizzazioni e cambi di destinazione d’uso. Ai Comuni è affidato un ruolo centrale nella scelta e nella valutazione degli interventi. La legge disciplina i programmi di rigenerazione urbana, gli “ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio”, gli interventi per il miglioramento sismico e l’efficienza energetica, nonché i cosiddetti interventi diretti. Dettate anche norme per il “riordino funzionale” degli stabilimenti balneari, tanto marittimi che lacuali, nel rispetto della disciplina paesistica e ambientale.

Le zone in cui sono consentiti interventi

Gli interventi di rigenerazione e recupero saranno consentiti nelle porzioni di territorio urbanizzate, su edifici realizzati legittimamente o sanati. Ma essi sono espressamente esclusi dalle zone con vincolo di inedificabilità assoluta e dalle aree protette, tranne nelle zone qualificate “paesaggio degli insediamenti urbani” dal Ptpr. È comunque fatto salvo quanto consentito dai piani di ciascuna area naturale e dalla legge regionale 29/1997 (le “Norme in materia di aree protette regionali”). Escluse le aree agricole, tranne che in alcune circostanze, legate alla presenza di insediamenti riconosciuti dal piano territoriale paesistico (Ptpr). Sono comunque applicabili, in zona agricola, le disposizioni sugli interventi diretti, che consentono incrementi fino al 20 per cento della volumetria o della superficie. Contrari alle deroghe per parchi e aree agricole i consiglieri M5s.

Il caso dei centri storici

Fuori dai programmi di rigenerazione sono rimasti gli insediamenti urbani storici individuati come tali dal Ptpr. Argomento, questo dei centri storici, rinviato al prossimo “mini collegato” estivo, dopo una battaglia per l’inserimento nella legge condotta nelle precedenti sedute da Pietro Sbardella (Misto). 

Il recupero dei sottotetti

Tra le varie disposizioni finali e di dettaglio approvate oggi, la legge per il recupero dei sottotetti, la n. 13 del 2009, è stata resa applicabile a quelli ultimati al 1 giugno 2017. Il limite precedente era al 31 dicembre 2013.

Cosa resta del Piano casa

La legge contiene anche “norme transitorie e finali per dare chiarezza sui procedimenti in itinere, riguardanti il piano casa regionale”, come ha spiegato Civita illustrando le misure che fanno salve le pratiche avviate prima dello scorso primo giugno. Il centrodestra, con iniziative di Sbardella e Giancarlo Righini (FdI), aveva invece chiesto di prorogarlo fino al 31 dicembre, anche se solo per piccoli ampliamenti. L'Aula ha però respinto la proposta di modifica. 

Accolti tre ordini del giorno

Approvati prima del voto finale tre ordini del giorno. Il primo promosso da Fratelli d’Italia in tema di “vincoli convenzionali degli alloggi dei piani di zona in oltre 8000 comuni italiani, con particolare attenzione alla città di Roma”; il secondo di iniziativa della maggioranza a tutela del lago di Bracciano e, infine, un terzo atto di indirizzo M5s per una sezione del portale web regionale che raccolga i dati relativi all’applicazione della legge provenienti dai comuni in forma di open data.

Le parole di Zingaretti

"Questa legge è una pietra miliare della storia della Regione perchè chiude una fase drammatica in cui lo sviluppo urbanistico era sinonimo di distruzione del suolo e di aumento quantitativo e attraverso la rigenerazione urbana si dà nuovo impulso allo sviluppo, pensando alla riqualificazione della città" le parole del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Finalmente forniamo degli strumenti importanti per densificare e non più per espandere". Il primo terreno di prova "sarà la ricostruzione di Amatrice e Accumoli perché é stata pensata e studiata in accordo con i sindaci e con il commissario al terremoto, Vasco Errani, sugli aspetti che riguardano le problematiche che andremo ad affrontare. Ora i sindaci dovranno preparare i nuovi piani urbanistici". 

La discussione in Consiglio

"Rigenerazione, riqualificazione, sostenibilità, senza più il ricorso a deroghe ma con norme certe che mettono al centro i Comuni nella valutazione degli interventi sul proprio territorio" il commento del presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori. "Un provvedimento urgente, che affronta il tema dell'adeguamento alla normativa anti-sismica, quello delle certificazioni energetiche e consente ai comuni terremotati una maggiore elasticità per la ricostruzione". 

E "apprezzamento" viene espresso anche da Gino De Paolis, capogruppo, Marta Bonafoni, Daniela Bianchi, Rosa Giancola e Riccardo Agostini, Articolo 1-Mdp. "Si attendeva da tempo e mette la parola fine al Piano casa e alla pratica di interventi derogatori, aprendo invece alla programmazione con un importante protagonismo dei Comuni". Continuano: "Nella presente legge abbiamo voluto inserire, con emendamenti mirati, alcuni punti qualificanti quali: la trasparenza e partecipazione civica, la definizione di territorio urbanizzato, con l'inserimento della Carta d'uso del suolo, periodicamente aggiornata; modifica del concetto di interventi edilizi con quello di 'Programmi di Rigenerazione', proprio al fine di promuovere solo progetti organici e integrati, nel segno della riconversione ecologica del sistema urbano; quota di alloggi da destinare ad edilizia pubblica e sociale, prevista per tutte le fattispecie di intervento; bonifica delle aree a carico del proprietario prima del rilascio di qualsiasi titolo edilizio, specialmente per i siti industriali dismessi".

Polemico invece il centrodestra: "Questa legge è più un omaggio ideologico alla sinistra che governa la regione piuttosto che uno strumento di semplificazione ed opportunità per gli enti locali, gli operatori e i singoli cittadini" le parole del capogruppo regionale del Gruppo Misto Pietro Sbardella. "Recupero edilizio e miglioramento sismico dal quale sono esclusi i centri storici e gli immobili nelle zone vincolate, che ne avrebbero più bisogno degli altri. Interventi diretti che produrranno il caos interpretativo, oltre ad avvantaggiare un singolo settore produttivo". Sulla stessa linea anche il capogruppo regionale di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, Giancarlo Righini: "Discrimina i cittadini del Lazio, rendendola un provvedimento inutile che avrà la conseguenza di escludere interi pezzi di territorio regionale dalla applicabilità della normativa. Una legge che crea disparità, concentrando i suoi obiettivi prevalentemente su Roma, non prevede la possibilità di intervento nelle zone vincolate, nei centri storici che, è bene ricordarlo, costituiscono anche l'ambito di maggiore e perenne fragilità,  che mortifica imprese artigiane, tecnici e famiglie a causa della mancata proroga del piano casa limitatamente ai piccoli ampliamenti".

Critico il Movimento cinque stelle con Devid Porrello che la definisce "una legge che non ci soddisfa". Continua:  "Non porta a termine gli obiettivi esplicitati nel titolo, un testo che ha l'ambizione di rigenerare le aree urbane della nostra regione, ma che in realtà permette la costruzione anche in aree di pregi" dichiara in una nota. "E' una legge di 'rigenerazione' nel titolo che si occupa poi di coste marittime e lacustri, aree agricole e tutelate, in pratica uno dei pochi casi in cui dalla commissione esce una legge peggiore di quella proposta dalla giunta, un fallimento causato dalla necessità di 'accontentare' tutte le anime della maggioranza e dell'opposizione di centrodestra".

COSA PREVEDE LA LEGGE PER LA RIGENERAZIONE URBANA

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