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La protesta per il rinnovo del contratto

Rsa e centri di riabilitazione, l’ondata di protesta dei lavoratori: “Chiediamo giusta retribuzione e diritti”

Il presidio sotto Confindustria per chiedere rinnovo del contratto e trattamento al pari dei colleghi dei servizi pubblici e del privato accreditato

“Giusta retribuzione e giusti diritti”. E’ questa la richiesta dei sindacati per i lavoratori dei centri di riabilitazione e delle Rsa, le residenze sanitarie assistenziali, che da tempo reclamano un trattamento al pari dei colleghi che operano nei servizi pubblici e nel resto del privato accreditato. Un settore in mobilitazione: dopo i presidi sotto le sedi delle Associazioni Datoriali,i lavoratori di Rsa e centri di riabilitazione sono scesi in piazza sotto Confindustria, associato all'Associazione Italiana Ospedalità Privata (AIOP) che secondo le organizzazioni sindacali sarebbe responsabile di un contratto nazionale “fortemente peggiorativo”. 

I lavoratori di Rsa e centri di riabilitazione in mobilitazione

“Confindustria, che con le Confederazioni è firmataria del testo Unico sulla Rappresentanza , deve fare la sua parte per superare la stortura di un contratto capestro firmato con organizzazioni sindacali non rappresentative che ha impoverito e discriminato migliaia di lavoratori” - hanno tuonato Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali di categoria Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio, Uil Fpl Roma e Lazio. Tra le due parti nessun dialogo, la delegazione dei lavoratori non è stata ricevuta, “ma il messaggio dei lavoratori, siamo certi, è comunque arrivato chiaro: noi non ci fermeremo finché a questi lavoratori non saranno riconosciuti giusta retribuzione e giusti diritti”.

I sindacati: "Restituiamo a lavoratori dignità"

“A questi professionisti – proseguono i Segretari - che da anni continuano a svolgere un lavoro delicato con utenza fragile e che, in questi due anni di emergenza pandemica hanno dato il massimo per tutelare i pazienti e fronteggiare situazioni inverosimili, a cui le strutture non erano preparate, va restituita la dignità del lavoro che svolgono, al pari dei colleghi che operano nei servizi pubblici e nel resto del privato accreditato”.
 
“Nel Lazio, con la riapertura dei concorsi pubblici e le chiamate dai centri vaccinali e per i tamponi, le strutture sono rimaste sguarnite soprattutto di personale infermieristico, ma anche per il personale socio sanitario e della riabilitazione il mercato del lavoro inizia a muoversi. I datori di lavoro per cercare di tamponare l’esodo verso strutture Pubbliche, ma anche Private Accreditate che, dopo 14 anni di blocco sono riuscite a rinnovare il contratto nel 2020, continuano a proporre superminimi economici a tempo, creando ulteriore dumping. Noi - rimarcano Cenciarelli, Chierchia e Bernardini - continuiamo a pensare che è l’unico strumento, economico e normativo, in grado di valorizzare la professionalità sia un vero Contratto Collettivo Nazionale”. 

La protesta dei lavoratori Rsa e centri di riabilitazione

I sindacati non escludono di tornare nuovamente sotto la sede di Confindustria chiamata ad un confronto diretto “con chi, in queste condizioni e con stipendi da fame, assiste tutti i giorni persone fragili”.  Intanto il 17 dicembre sindacati e lavoratori saranno sotto la sede della Conferenza Episcopale Italiana, la CEI, per responsabilizzare anche chi rappresenta la parte cattolica degli imprenditori, poi  proseguiranno le iniziative sulle singole strutture, “cercando di coinvolgere anche le famiglie degli utenti, fino a quando - concludono i Segretari - questa vertenza non verrà chiusa con il giusto riconoscimento per i lavoratori”. 
 

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