È guerra Ama-sindacati: "Condizioni di lavoro medievali e azienda al collasso, dipendenti pronti allo sciopero"
Cgil, Cisl, Fiadel: "Azienda senza un piano industriale, senza bilanci, abbandonata dai fornitori". Il presidio oggi sotto la sede di via Calderon de la Barca
Lavoratori di Ama in protesta sotto la sede aziendale di via Calderon de la Barca. Questa mattina è partito il primo presidio di una mobilitazione che promette di durare a lungo. A organizzarla i sindacati Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel Roma e Lazio, annunciando l'apertura dell'ennesimo fronte sindacale in casa della più grande azienda dei rifiuti del Paese, ma questa volta con una procedura amministrativa rivolta al Prefetto e che chiama in causa direttamente l'azionista, Roma Capitale e quindi la sindaca Virginia Raggi, "senza escludere il ricorso allo sciopero di tutto l'indotto".
Le ragioni della protesta
Cosa viene contestato? Si va dalle singole questioni che riguardano i comparti, vedi le condizioni di lavoro dei dipendenti che si occupano della manutenzione dei cimiteri, al rischio licenziamento per i dipendenti delle società terze che si sono occupate della raccolta rifiuti per le utenze non domestiche, alle macro questioni irrisolte interne all'azienda. La mancanza dei bilanci 2017, 2018 e 2019, di un piano industriale alle "gravissime carenze - spiegano i sindacati - negli acquisti e nelle manutenzioni, mancato rispetto degli accordi sul contenimento del Covid e, non da ultimo, la gravissima violazione del contratto nazionale in tema di appalti".
"L'Amministratore Unico Stefano Zaghis - continuano i sindacalisti - sta sferrando un attacco senza precedenti ai diritti dei lavoratori e, dopo aver causato 200 licenziamenti per fare cassa, oggi rischia di causarne altri 150, sempre nella raccolta porta a porta delle utenze non domestiche, disapplicando il contratto nazionale negli appalti. Vogliono creare lavoro povero per aggredire anche i diritti dei lavoratori di AMA, mentre contemporaneamente dispensano aumenti e progressioni a quadri e dirigenti, fuori dalle norme e dal contratto, e sulle selezioni interne vediamo ricomparire i metodi peggiori del passato".
"Condizioni di lavoro medievali"
Poi i rappresentanti dei lavoratori si rivolgono alla sindaca: "Deve spiegarci se quanto avviene in Ama è frutto di un mandato politico. Ama è senza un piano industriale, senza bilanci da 4 anni, abbandonata dai fornitori, e le donne e gli uomini in divisa arancione subiscono condizioni di lavoro medievali. Sarà uno stato di agitazione lungo, e nonostante il periodo Covid saremo costretti a ricominciare a fare assemblee nei posti di lavoro, perché la situazione è di una tale gravità che ci corre l'obbligo di informare i lavoratori. Bisogna ridare dignità alle relazioni sindacali, salvare la partecipata da un declino inarrestabile, tutelare qualità del lavoro e servizi".