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Lavanderia sotto usura, prima chiude e poi riapre. Zingaretti: "Vince la legalità"

Antonio Diana nel 2010 aveva denunciato e fatto arrestare tre strozzini che lo avevano minacciato di morte. Nei giorni scorsi ha annunciato che il caro bollette lo stava costringendo alla chiusura

Nel 2010 aveva sfidato apertamente i Casamonica, denunciando tre esponenti per usura: alle forze dell'ordine aveva raccontato di essere stato minacciato di morte dopo essersi rivolto per un prestito a quelli che credeva amici, rompendo il muro di omertà e paura e contribuendo a portare al loro arresto.

A distanza di 12 anni Antonio Diana, titolare della Lavanderia Tony di Fonte Laurentina, ha lanciato di nuovo un grido di aiuto: il caro bollette lo ha messo in ginocchio, e la chiusura rappresenta l’unico modo per evitare di cadere nuovamente vittima di usurai senza scrupoli. Un'eventualità scongiurata dall’intervento della Regione e dell’Osservatorio per la legalità istituito dall’ente proprio per andare in soccorso di piccoli imprenditori schiacciati da problemi economici.

L'apertura dei primi punti vendita, la crisi e la caduta

Diana ha affidato la denuncia alle pagine di Repubblica, cui ha raccontato di avere ricevuto una bolletta da oltre 8.000 euro per l’energia elettrica consumata ad agosto, settembre e ottobre. Alla richiesta fatta al gestore di poter rateizzare la cifra, si è sentito rispondere che l’unica cosa possibile sarebbe stata dividerla in due rate da 4.000 euro ciascuna: una somma troppo alta, che lo ha costretto a scegliere se chiudere (nel frattempo la corrente gli è stata staccata, impedendogli di lavorare) o finire nuovamente nelle mani di potenziali strozzini. Che già si sono presentati alla sua porta due volte da giugno a oggi, offrendosi con fare di minaccioso di prestargli denaro.

Una situazione con cui Toni aveva già dovuto fare i conti dodici anni fa, appunto. Primo ad aprire a Roma un punto vendita della catena “Blockbuster”, nel 1998, riuscì ad aprirne altri tre prima di essere messo in ginocchio dalla crisi economica. Ed è stato allora che è caduto nella rete di tre presunti amici, tre Casamonica con contatti tra i casalesi, che gli promisero soldi per risollevare l’attività. Un prestito che nel giro di poco tempo lievitò sino ad arrivare a 150.000 euro. Diana, a quel punto, dopo un primo momento di disperazione decise di rivolgersi alle forze dell’ordine per denunciare, ricevendo poi un aiuto dal ministero dell’Interno e dall’ambulatorio antiusura della Confcommercio con cui nel 2020 ha aperto la lavanderia.

L'intervento della Regione: "Noi ci siamo"

La sua storia è diventato un simbolo di resistenza e coraggio, e all’annuncio della chiusura sono intervenuti il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, e Gianpiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio per la legalità della Regione Lazio, che si sono subito attivati per evitare che l'esercizio commerciale di Fonte Laurentina possa chiudere.

"Non consentiremo che la lavanderia di Antonio Diana passi nelle mani degli usurai - ha detto Zingaretti lunedì mattina - Abbiamo chiesto all'Ambulatorio Antiusura di utilizzare il fondo regionale antiusura per un intervento immediato e urgente. Oggi vince la forza della legalità e della solidarietà. Noi ci siamo".

Al presidente della Regione ha fatto eco Cioffredi, che ha ricordato come proprio il Fondo Regionale Antiusura abbia consentito un intervento rapido e tempestivo: "In questi anni abbiamo rafforzato l’impianto della legge regionale antiusura per essere in grado di rispondere con efficacia al dramma delle vittime, e non lasciarle sole con misure concrete come sussidi a fondo perduto, garanzie bancarie, assistenza psicologica e legale raddoppiando il Fondo Regionale Antiusura”.

Sempre più imprenditori piegati dal caro bollette

“La crisi economica devastante sta spingendo piccoli imprenditori e famiglie a ricorrere agli usurai anche per piccole somme - ha concluso Cioffredi - La criminalità organizzata  ha fatto di questa attività un ramo fondamentale del suo agire avendo la possibilità di riciclare gli immensi proventi del traffico di droga o del gioco d’azzardo, e in tal modo penetrando a fondo nel tessuto dell’economia legale. Diciamo a tutte le vittime di avere fiducia nelle forze di polizia e nella magistratura denunciando gli usurai  alle forze di polizia. La Regione e lo Stato saranno al vostro fianco e non vi lasceranno soli”.

Quanto accaduto a Diana è però un campanello di allarme che l’ambulatorio antiusura di Confcommercio Roma invita a non sottovalutare: "Si fa sempre più drammatica la crisi economica che sta colpendo aziende e famiglie, aggravata da un rincaro dei prezzi e dell’energia legati al conflitto in Ucraina - ha detto l'avvocato Luigi Ciatti - L'ambulatorio antiusura ha risposto positivamente alla sollecitazione della Regione di intervenire immediatamente sulla lavanderia che stava per chiudere e  lancia un accorato allarme perché  la situazione è peggiorata, aumentano i casi di usura e sovraindebitamento. Chi ha provato a resistere ora è allo stremo. Si rivolgono a noi per chiedere aiuto. C’è chi crede sia giusto denunciare ma, purtroppo, sono ancora troppi quelli che non hanno fiducia in questa arma di difesa".

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