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D'Amato contestato per il futuro (mancato) del lago ex Snia: "Pd rispetti gli impegni"

L'assessore uscente alla Sanità e candidato alla presidente della Regione per il centrosinistra contestato dagli attivisti durante un incontro elettorale organizzato al Qube

Alessio D’Amato contestato durante un evento organizzato in zona Portonaccio per la campagna elettorale per le regionali da parte degli attivisti che si battono per il futuro della riserva lago ex Snia. 

L’assessore uscente alla Sanità e candidato presidente del centrosinistra era al Qube per l’apertura della campagna elettorale dell’attuale consigliera capitolina Erica Battaglia e dell’attuale consigliere regionale del PD Emiliano Minnucci. Nel corso dell’incontro, alcuni attivisti hanno srotolato uno striscione con scritto “No cemento” davanti al palco, ribadendo la necessità di adottare misure urgenti per tutelare l’oasi naturale nata quasi per caso sulle colline del Prenestino e allargare il perimetro del monumento naturale anche all’area in cui sorgono i ruderi dell’ex fabbrica, attualmente di proprietà della società Ponente 1978 dell’imprenditore Pulcini. Un blitz che ha fatto arrivare in ritardo D'Amato all'apertura della campagna elettorale del ticket di AreaDem Leodori-Droghei.

Zingaretti se ne va e affonda il sogno del Lago ex Snia

Gli attivisti, riuniti sotto l’egida del Forum Parco delle Energie, hanno anche annunciato una mobilitazione per domenica 22 gennaio, dandosi appuntamento al lago: “Nel 2020, dopo 30 anni di lotte, il lago e parte del parco vengono tutelati e viene istituito il monumento naturale lago Ex Snia - hanno ricapitolato - nel 2021, Pulcini abbatte tutta la vegetazione nella parte limitrofa al monumento naturale non ancora tutelata. Zingaretti, al vertice della Regione, promette di firmare il decreto per l’estensione del monumento naturale all’area della fabbrica. Nel 2022 il decreto è pronto, ma Zingaretti si dimette senza firmarlo mentre Veloccia, assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, fa firmare un permesso di costruzione nell’area della fabbrica mentre il procedimento per l’estensione della tutela è ancora bloccato”.

Le ultime tappe della vicenda del lago ex Snia

Il riferimento è a quanto accaduto intorno al lago ex Snia negli ultimi mesi: le dimissioni di Zingaretti da presidente avevano fatto temere agli attivisti che il decreto per l’allargamento del monumento naturale non venisse firmato, cosa che è in effetti accaduta. Zingaretti dal canto suo ha ricordato che non sarebbe possibile firmare alcun decreto sino a quando c’è un’istruttoria ancora in corso, ma in attesa dell’esito, nell’area di proprietà del costruttore, quella non inclusa nel perimetro del monumento ambientale, a metà dicembre sono arrivate alcune ruspe che hanno iniziato a lavorare intorno ai ruderi dell’ex fabbrica. Una bonifica, ha spiegato il costruttore, che a metà novembre ha ricevuto dal Comune un permesso a costruire

“Gli esponenti della maggioranza Pd che continuano a tenere le redini del potere in Regione fino alla prossima consultazione elettorale - proseguono gli attivisti - con l’assessore D’Amato candidato alla presidenza, il presidente Leodori in corsa, hanno il dovere di rispettare gli impegni presi per difendere l’unico lago naturale di Roma, preservare la biodiversità sviluppatasi attorno ad esso e salvaguardare la salute di tutto il territorio. Lo chiedono gli abitanti, lo conferma la scienza, lo sostiene il V Municipio all’unanimità. Quale futuro può dare alla Regione Lazio il PD? Come si possono fare nuove promesse in questo territorio senza mantenere quelle già fatte?”.

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