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Sabato, 20 Aprile 2024

Matteo Scarlino

Direttore responsabile RomaToday

La Roma degli open day è la città che non funziona

Le aperture straordinarie proseguiranno, quasi a disegnare un modello di gestione, quello della Roma dei fallimenti

Centinaia di romani in fila, di sabato, per una carta d'identità elettronica. Un successo per l'attuale amministrazione, un disastro organizzativo per le opposizioni. In mezzo ci sono i cittadini, costretti a mettersi in fila dalle 5 del mattino di sabato per vedersi riconosciuto un diritto, quello alla carta d'identità, che, sembrerà assurdo fuori dal raccordo, a Roma è un percorso ad ostacoli, con attese di mesi (Gualtieri stima di 80 giorni)

Nel solito strabismo della politica, l'open day dello scorso weekend lascia però una certezza: Roma non funziona e queste aperture straordinarie rappresentano solo una pezza su un buco che fa acqua da tutte le parti. Un finto rattoppo buono per i post celebrativi su facebook, ma che evidenzia l'enorme lavoro ancora da fare. E non parliamo solo di carte d'identità.

Prima ancora era toccato alle isole ecologiche, aperte in modo continuo, con le file e il successo celebrati dall'assessora di turno. Anche lì un fallimento a monte, anche lì romani che pur di avere un proprio diritto riconosciuto, si sono sottoposti agli straordinari. Anche lì il bis promesso, quasi a far diventare la Roma degli open day un modello.

E allora immaginiamola questa Roma, ad esempio per i trasporti. Immaginiamo per 2 giorni il numero di bus triplicati: sarebbe un successo. Mettiamoci insieme poi la giornata delle corsie preferenziali, triplicate per un giorno, con tempi di percorrenza dei mezzi pubblici abbattuti. E ancora il buca day, con rattoppi a raffica.

E perché no il "No doppia fila day", con i vigili di Roma tutti in strada con taccuini o street control a punire e vietare la doppia fila. Cosa succederebbe poi con la "Casa week", con gli uffici di Roma Capitale che assegnano e consegnano in una settimana più case di quanto fatto in un solo anno?

Si capirà che l'assurdo di cui sopra serve per affermare che la Roma degli open day è la città che non funziona, dove lo straordinario viene venduto per ordinario, dove lavoratori vengono messi a lavorare di sabato (o di domenica), pagati di più, per fare quello che dovrebbero fare durante la settimana, con il normale stipendio. E' la città delle delle carenze, di personale, di procedure, di sistemi, di programmazione.

Il successo raccontato dalla maggioranza e il fallimento visto dall'opposizione rappresentano l'ennesima lite politica, la bandierina da piantare per difendersi o attaccare l'avversario di turno. In mezzo restano i romani che aspettano e sognano solo una città normale.

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