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Pomezia, non si salvano i lavoratori di Johnson & Johnson: 32 licenziamenti

Via dallo stabilimento di Santa Palomba 32 lavoratori, di cui 25 a tempo indeterminato. I sindacati: “Area industriale e produttiva in crisi”

La Johnson & Johnson di Pomezia licenzia 32 lavoratori. E’ questo l’epilogo della vertenza che si era aperta la scorsa estate quando la prestigiosa società farmaceutica aveva annunciato il licenziamento collettivo per 70 dei suoi dipendenti. 

Johnson & Johnson di Pomezia licenzia 32 lavoratori

Dopo i tavoli e il confronto con i sindacati saranno 32, tra linea di produzione e reparto amministrativo commerciale a dover lasciare lo stabilimento di Santa Palomba: in 7 avrebbero visto comunque la scadenza del proprio contratto il 31 dicembre 2019. 

"La vertenza Johnson & Johnson ha rappresentato l'ennesimo campanello di allarme per un territorio, quello di Pomezia, già ampiamente provato da una moltitudini di crisi e riorganizzazioni” – ha detto Walter Cassoni, segretario generale della Filctem Cgil di Roma sud, Pomezia e Castelli. 

"Riorganizzazioni che hanno ulteriormente espulso, frammentato e compresso, oltre che numerosi lavoratori diretti e dell'indotto, anche e sopratutto diritti e salari. La assoluta priorità non può che essere quella di monitorare sempre di più e meglio ciò che accadrà per anticipare ed evitare, li dove possibile, ulteriori vertenze del genere”. Da qui l’appello all’unità di intenti tra sindacati, istituzioni e politica locale. 

L'estate rovente dei lavoratori della Johnson&Johnson, annunciati 70 licenziamenti: "Sarà disastro sociale"

A Pomezia chiude Sammontana, Johnson & Johnson licenzia

Un’area industriale e produttiva in sofferenza: non solo Johnson & Johnson, a Pomezia vanno in cassa integrazione anche 89 lavoratori della Sammontana. 

"Il nucleo industriale di Pomezia, già destabilizzato dalla chiusura dello stabilimento Sammontana, deve ora subire un altro colpo per via della crisi della Johnson e Johnson, colosso americano che, per esigenze meramente organizzative, intende dismettere la produzione in Lazio. Per ora le trattative si sono chiuse con 32 esuberi, su circa 500 dipendenti, ma tutto lascia supporre che presto ve ne saranno altri. Inutile sottolineare quanto ne esca danneggiata l'area di Pomezia, che su queste fabbriche ha per decenni basato il proprio sostentamento. Le multinazionali, da nord a sud, - ha commentato Giustino D'Uva, dirigente nazionale del SINLAI, Sindacato Nazionale Lavoratori Italiani - stanno progressivamente manifestando l'intenzione di lasciare l'Italia e, se la politica non sarà in grado di fermarle, l'economia nazionale sarà fortemente a rischio". 
 

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