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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Il superpresidente di Ama Ivan Strozzi è indagato per traffico illecito di rifiuti

La notizia a cinque giorni dall'insediamento. Lui minimizza e si difende: "Arrivai in Enia nel 2006 quando le partecipazioni in Nebrodi Ambiente erano già state avviate"

"Trasparenza e legalità". Queste le parole con cui Ivan Strozzi aveva battezzato il suo esordio come superpresidente dell'Ama. A cinque giorni dal suo insediamento il suo nome finisce però nella bufera. Nel suo curriculum infatti compare una macchia quantomeno 'antipatica' per chi è chiamato a risollevare le sorti dell'azienda dei rifiuti della Capitale d'Italia. Strozzi è indagato per traffico illecito di rifiuti, in qualità di ex amministratore delegato di Enia, l’azienda multiservizi che operava a Parma, Reggio Emilia e Piacenza.

L'indagine è condotta dalla Procura di Patti e secondo quanto riportato per primo da Nello Trocchia su Il Fatto Quotidiano l'avviso di chiusura indagini è stato notificato lo scorso ottobre. I fatti riguardano l’attività di Enia a Messina e il contratto stipulato nel 2005 con Ato Me 1. E' il 2004 viene pubblicato un bando di gara per la gestione dei rifiuti. Si forma un consorzio di imprese, la Nebrodi Ambiente. Obiettivo è gestire l’appalto. Secondo la Procura proprio nella gestione di quell’appalto sono stati commessi alcuni reati, fra cui quello di traffico illecito di rifiuti che coinvolge i vertici dell’Ato e delle società vincitrici, tra le quali anche l'Enia di cui Strozzi nel frattempo aveva preso la guida.

Strozzi minimizza e si difende dicendo che l'indagine riguarda reati commessi dalla società Nebrodi Ambiente. A decidere per l'ingresso dell'Enia nella società era stato il management precedente. Strozzi è diventato amministratore di Enia nel 2006. Al Fatto ha dichiarato: "Arrivai in Enia nel 2006 quando quelle partecipazioni erano già state avviate, non ho avuto alcun ruolo operativo nel contesto siciliano ed Enia aveva partecipazioni minoritarie. Comunque all’epoca del mio insediamento ho avviato subito le pratiche di dismissione di quelle partecipazioni perché non si può gestire, a km di distanza, vicende così delicate. Ho sempre agito, in tutta la mia esperienza professionale con la massima correttezza, comunque non sono mai stato ascoltato da nessuno, ma sono completamente a disposizione degli inquirenti e dei magistrati".

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