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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Islam, duemila fedeli in preghiera al Colosseo. E il Comune apre al dialogo

E' il quarto rito del venerdì celebrato in piazza, contro la chiusura delle moschee abusive. Francesco Tieri (Cail): "Non esiste una norma per essere a norma". Questa mattina un tavolo in Prefettura

"Chiudere un luogo di preghiera è un atto contro la fede". I cartelli attaccati agli alberi riassumono con una frase il perché della protesta, insieme allo striscione appeso sullo sfondo: "Chiudere le moschee non ferma la preghiera". Oggi al Colosseo la comunità islamica della Capitale ha recitato all'aperto il rito del venerdì. Prima in arabo, poi in italiano, poi in inglese. Circa duemila fedeli riuniti accanto al monumento simbolo di Roma hanno fatto sentire la propria voce pregando Allah. E ribadendo il vero messaggio del credo islamico. "Allah Akbar significa Dio è grande, e questo non eè terrorismo. Islam significa pace: questo deve capire la comunità internazionale". 

E' la quarta manifestazione da settembre dopo piazza dei Mirti, largo Preneste, piazza Vittorio, contro l'escalation di chiusure dei centri islamici, moschee di fatto, nel quadrante est della città. Cinque operazioni dei vigili urbani e cinque sigilli apposti per irregolarità sul piano edilizio e della destinazione d'uso degli immobili, insieme a una serie di notifiche ad altre strutture che fanno presagire ulteriori chiusure. Una stretta che ha spinto la comunità a scendere in piazza, per ricordare che è la Costituzione a sancire la libertà di culto. E che se in centinaia di fedeli si ritrovano stipati ogni giorno in garage e scantinati è perché le istituzioni non forniscono alternative. 

Islamici in preghiera al Colosseo

"Siamo i primi a voler uscire dalle moschee abusive, ma non esiste una norma per essere a norma" ha spiegato il portavoce del Cail (Coordinamento associazioni islamiche del Lazio) Francesco Tieri. "Le sale vengono chiuse per varie contestazioni tra cui la destinazione d'uso per il culto, ma manca una normativa nazionale". E forse, oltre la legge, manca, o è mancata, la volontà politica. "A Roma è stato aperto un tavolo con l'amministrazione comunale, municipale e la Prefettura. Chiediamo che il Comune inserisca le nostra presenze nel piano urbanistico". 

UN TAVOLO PER IL DIALOGO - A una prima riunione di questa mattina a palazzo Valentini hanno partecipato gli assessori al Sociale e all'Urbanistica, Laura Baldassarre e Paolo Berdini. "Siamo soddisfatti perché dopo il sollecito del Cail finalmente hanno manifestato una disponibilità a trovare una soluzione a livello cittadino" spiega ancora Tieri. Una soluzione di sistema, a braccetto con la Prefettura e con l'aiuto dell'università di Tor Vergata. "Verrà avviato un processo partecipato con tutte le parti in causa, un primo studio per capire a livello urbanistico come ci possiamo muovere". Una prima apertura che si somma a un altro importante risultato raggiunto nel V municipio, quello più interessato dalle chiusure dei luoghi di culto: la concessione, in via transitoria, di una struttura di proprietà municipale, sita tra Centocelle e Torpignattara, che ospiti i fedeli in preghiera. "A breve firmeremo la convenzione, potremo utilizzare gli spazi per tre ore il venerdì". 

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