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"Non parlo di rimpasto, però serve uno sprint alla nostra amministrazione”

Dal dibattito attorno al Salva-Roma al piano di rientro fino ad arrivare all'elaborazione del bilancio. Intervista al vicesindaco Luigi Nieri

Dal dibattito attorno al Salva-Roma al piano di rientro che l’amministrazione capitolina dovrà presentare al Governo fino ad arrivare all’elaborazione del bilancio. “Ci stiamo facendo carico di rimettere i conti a posto” il commento del vicesindaco Luigi Nieri a cui abbiamo chiesto di fare il punto della situazione. “Rimpasto? Una parola vecchia. Serve uno sprint”. 

I romani sentono ogni giorno notizie allarmanti sul destino della propria città. Qual è la situazione?

Stiamo lavorando a un'operazione di risanamento. Quando ci siamo insediati nel giugno scorso non era ancora stato approvato il bilancio. La situazione era grave. Per far quadrare i conti mancavano 800 milioni. La giunta di cui faccio parte si è fatta carico di rimettere i conti a posto. In quanto al Salva-Roma vorrei precisare un particolare che nel dibattito politico è sfuggito.

Cosa intende?

Il governo non ha trasferito nessun euro ai conti della Capitale. Il Salva-Roma è una norma che permette a Roma di utilizzare una parte di fondi versati dai romani che erano rimasti bloccati nelle casse del commissario.

Ora siete al lavoro per presentare un piano di risanamento. Che provvedimenti adotterete?

Molti dei provvedimenti che inseriremo nel piano da presentare al Governo già sono state avviati. Si tratta solo di metterli in fila e inserirli in un unico quadro. Per prima cosa abbiamo attivato una serie di procedure per rendere più efficienti le aziende capitoline uscite devastate dalla stagione delle ‘parentopoliì. Per anni sono stati assunti dirigenti e impiegati quando mancavano autisti e personale per la raccolta differenziata. Un colpo pesantissimo per aziende che non a caso oggi versano in uno stato di forte difficoltà. 

Come fare per risanare queste aziende?

Abbiamo messo in moto processi virtuosi anche se questi non producono effetti da un giorno all'altro. Sono aziende importanti che forniscono servizi fondamentali per la cittadinanza. Faccio un altro esempio. Dopo tanti anni siamo riusciti a chiudere la discarica di Malagrotta interrompendo così un sistema poco virtuoso. Ora che è accaduto sembra facile ma se fosse stato facile si poteva chiudere anche prima.

Oltre alle aziende. Quali provvedimenti avete avviato?

Stiamo agendo anche sul patrimonio. Per esempio abbiamo subito usufruito della norma che permette di chiudere i fitti passivi. Prima di dicembre li abbiamo fatti decadere tutti. Alcuni li abbiamo ricontrattati, tenendo anche conto della condizione attuale del mercato immobiliare che è diminuito, altri li abbiamo proprio eliminati. Inoltre tali contratti hanno una durata di tre anni, termine entro il quale puntiamo a trasferire tutti gli uffici nel Campidoglio2. Questo passaggio ci permetterà di eliminarli definitivamente. Infine contiamo di ricavare circa 270 milioni di euro dall'alienazione di parte del patrimonio capitolino ferma restando la salvaguardia delle famiglie con i redditi bassi. Si tratta di immobili commerciali o abitazioni sparse a macchia di leopardo in condomini privati. Il ricavato lo utilizzeremo totalmente per realizzare nuove case popolari. In quanto agli immobili non in vendita stiamo rivedendo gli affitti che non ci sono sembrati adeguati.

Ora vi aspetta la sfida del bilancio 2014. Ha parlato di necessità di un cambio di passo pur non utilizzando direttamente la parola rimpasto. Cosa intende dire?

Non uso la parola rimpasto perché assessori e deleghe in una giunta le decide un sindaco. Marino ha effettuato le scelte portate avanti fino ad adesso e anche in futuro sarà lui a valutare. Inoltre credo che il termine rimpasto sia un termine vecchio. Purtroppo sono in molti ad avere la passione di mettersi in fila nel tentativo di dare indicazioni al sindaco. 

A cosa si riferisce quando parla di cambio di passo?

Penso a uno sprint per il nostro percorso amministrativo. Per esempio nei mesi scorsi Marino ha chiesto a ogni assessore di indicare gli obiettivi posti entro i sei mesi ed entro l’anno. A riguardo bisognerebbe avviare un lavoro giornaliero di verifica quotidiana. La vicenda del Salva-Roma ci porta a chiedere di più: continuare a incontrare le organizzazioni datoriali, il mondo dell'associazionismo. Diversi input che ci devono dare più forza in questa difficile fase.

Casi di 'mal di pancia' politici sono emersi in merito ai rapporti tra il sindaco e la maggioranza in consiglio comunale.

Quando parlo di un cambio di passo penso anche a questo. Dobbiamo lavorare per consolidare il rapporto tra la giunta e la maggioranza capitolina: rafforzare la capacità di dialogo, di sinergia ma soprattutto lavorare per mettere in campo scelte comuni.

La vittoria di Matteo Renzi alle primarie, seguita dalla sua nomina a premier, ha rafforzato la componente renziana dentro al Partito democratico. Da vicesindaco di Sel non teme una spinta verso il centro?

Stiamo parlando di due esperienze differenti: una di carattere nazionale, l’altra locale. Quella romana si è caratterizzata da subito come un’esperienza di centrosinistra fondata su una forte alleanza tra il Pd e Sel. Un’alleanza più volte riconfermata dal sindaco Marino. L’esperienza capitolina inoltre fa il paio con quella Regionale. Si tratta di due esperienze innovative che hanno messo al centro più che l’alleanza politica l’importanza di mettere in atto politiche attente alla crisi economica che stiamo attraversando e alle fasce più deboli. In ogni modo non credo che nel Lazio ci sia una rincorsa verso il centro. 

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