Senza personale e con più competenze: "Vi racconto come Raggi e il M5S hanno paralizzato le Politiche abitative"
A Romatoday parla l'ex dirigente del dipartimento Patrimonio e Politiche abitative, Valeria Minniti, che si è dimessa prima della scandenza del mandato per "una serie di problematiche" con l'amministrazione a Cinque Stelle
Il dipartimento Patrimonio e Politiche abitative di fronte all’ondata di richieste di contributo all’affitto per l’emergenza Coronavirus “è stato lasciato solo”. Ne è convinta Valeria Minniti, ex direttrice del dipartimento capitolino, che a Romatoday ha raccontato la “serie di problematiche” che il 14 luglio scorso l’hanno portata a dimettersi dal suo ruolo prima dei tre anni inizialmente previsti. L’ex dirigente del ministero del Lavoro, chiamata per quel ruolo proprio dalla sindaca Raggi, era subentrata nel settembre 2019 all’ex direttore Aldo Barletta. Tra le motivazioni che l’hanno spinta a lasciare prima del tempo il suo incarico c’è proprio la cronica carenza di personale aggravata a monte dalla decisione della Giunta Raggi di accorpare il dipartimento Patrimonio con quello delle Politiche abitative dove, tra gli altri, operano gli uffici preposti a mettere in atto le delicate misure in sostegno delle famiglie in difficoltà abitativa.
“Non vi sono le condizioni per garantire il corretto funzionamento degli uffici”, scriveva Minniti il 12 giugno 2020 in una delle numerose comunicazioni con richiesta di ulteriore personale, in questo caso indirizzata al direttore del dipartimento Risorse Umane, al Gabinetto del Sindaco e all’assessora competente, Valentina Vivarelli. Siamo nei mesi che seguono la quarantena quando gli uffici del dipartimento, già in difficoltà nella lavorazione delle 14mila domande pervenute per il contributo all’affitto del 2019, sono stati letteralmente invasi dalle quasi 50mila domande del bonus affitto emergenziale del 2020. “Quei soldi andavano versati velocemente e invece il dipartimento è stato lasciato solo”, ha raccontato Minniti a Romatoday. “Il 30 aprile, tre giorni dopo la pubblicazione del bando da parte di Roma Capitale, avevo chiesto di poter contare temporaneamente su 50 unità aggiuntive perché avevo stimato che sarebbero arrivate circa 60mila domande. Ed è quello che è successo”, racconta.
L'allarme del dipartimento: "Manca il personale, siamo in difficoltà"
“Il 6 maggio il dipartimento Risorse Umane ha firmato la determina per il reperimento di queste 50 unità ma il 12 giugno (giorno della nota citata, ndr) non era ancora arrivato nessuno. Cinque o sei persone sono state mandate dalla Protezione Civile mentre dalla procedura di interpello (appello interno ai funzionari dell’amministrazione su base volontaria, ndr) ne sono arrivate 4 a fine giugno e altri 4 a fine luglio quando ormai il personale si era organizzato per le ferie. Addirittura la domanda di alcuni funzionari che si erano detti disponibili al trasferimento temporaneo è stata rigettata”. Minniti contesta anche questo nelle numerose note. “L’unica cosa che ho potuto fare è prendere una ventina di risorse interne al dipartimento e farle lavorare con gli straordinari. So che undici unità aggiuntive sono arrivate solo pochi giorni fa” dopo l’audizione in commissione capitolina Trasparenza di Stefano Donati, direttore della direzione Politiche abitative e, dopo le dimissioni di Minniti, direttore ad interim dell’intero dipartimento. Proprio in quella sede è emerso che a metà settembre meno di un terzo delle domande è stato lavorato, oltre il 55 per cento delle quali risultano escluse, e che meno del tre per cento è stato erogato.
“Con una nota del 14 aprile avevo chiesto alla Vivarelli una serie di misure, dal personale al coinvolgimento dei sindacati nella compilazione delle pratiche passando per una pec che potesse protocollare le domande automaticamente. Non mi è stato dato niente di tutto questo”. Sull’erogazione del bonus affitti 2020 Minniti ha registrato anche una differenza di vedute con Donati. In una direttiva del 1 luglio 2020 indirizzata a Donati, Minniti ribadiva il fatto che bastasse un’autocertificazione e che il decreto Rilancio varato dal Governo Conte, vista l’eccezionalità della situazione, prevedeva controlli a campione dopo la liquidazione. “Bisognava verificare solo che fossero stati compilati tutti i dati. I controlli dovevano essere fatti successivamente e, in caso di difformità, sarebbe dovuta intervenire l’autorità giudiziaria. Era un’emergenza e quei soldi dovevamo versarli subito non potevamo seguire le procedure dei contributi degli anni precedenti. Invece, a differenza delle mie direttive, si è deciso di procedere prima con i controlli”.
Le carenze di personale erano state denunciate ben prima dell’emergenza Coronavirus. Ad esempio citiamo una nota del 31 gennaio 2020 indirizzata al dipartimento delle Risorse umane, al gabinetto della Sindaca e a una serie di assessori, tra i quali la Vivarelli. “Dei funzionari pervenuti dal 30 settembre, 4, già due sono pervenuti provvisti di delibera di comando, creando disagio ulteriore dovendoli inserire per pochi giorni; addirittura l'ultimo, a fronte di una richiesta motivata con il programma e le attività correnti (aumentate di giorno in giorno) è pervenuto in sostituzione di altro assegnato da tempo la cui presa di possesso è stata rinviata fino a sostituirlo con uno prossimo alla pensione”.
Uno dei problemi relativi alla “grave” carenza di personale per Minniti è da ricercarsi anche nella nuova macrostruttura della macchina capitolina approvata nel 2017 dalla Giunta Raggi che ha accorpato il dipartimento Patrimonio con quello delle Politiche abitative. “Tutta l’attività si è spostata in piazza Giovanni da Verrazzano e si è venuta a creare una situazione ingestibile. C’era un solo sportello e non avevamo nemmeno il personale per tenerlo aperto. Era una situazione assurda e spesso c’era bisogno dell’intervento delle forze dell’ordine”, racconta. “Per questo motivo una delle prime richieste è stata di poter effettuare dei lavori in alcuni locali dell’immobile così da ricavare più sportelli. Questi, però, non sono ancora terminati”. Condizioni di ricevimento dell’utenza al limite, tanto che già nella nota del 31 gennaio 2020 Minniti scriveva: “La situazione è talmente grave e ingestibile da non escludere un evento tragico”.
Non è solo una questione di spazi. “L’amministrazione a Cinque Stelle oltre ad aver accorpato due dipartimenti vi ha fatto confluire sempre più competenze: oltre al Patrimonio e alle Politiche abitative, vi è stato fatto rientrare quel che restava dell’ufficio Periferie, anch’esso soppresso. Sono inoltre finiti in questo dipartimento i Punti verde qualità, che prima erano in capo all’Ambiente, e infine l’housing sociale. Ingestibile”.
A pagarne le conseguenze è l’utenza. Sempre nella comunicazione firmata da Minniti il 12 giugno con oggetto una richiesta di “reperimento di personale”, che segue altre comunicazioni simili, si legge: “Le recenti assegnazioni sono insufficienti per la prosecuzione delle attività ordinarie e per la programmazione prevista con particolare riferimento al nuovo accordo/quadro sulle manutenzioni (delle case popolari di proprietà del Comune, ndr), alle procedure relative al contributo affitto Bando 2020, alle procedure di acquisto immobili per fini istituzionali, alle procedure di assegnazione di alloggi Erp ed all'emergenza abitativa”.
Un altro dei motivi che ha portato l’ex dirigente a lasciare il suo posto all’interno dell’amministrazione pentastellata riguarda “le difficoltà di mettere in atto il piano di trasferimenti per ridurre i fitti passivi”, racconta Minniti. Traslochi e spostamenti dalle sedi in affitto a quelle di proprietà di Roma Capitale, stima Minniti in un Piano Operativo messo nero su bianco il 6 febbraio 2020, avrebbero permesso risparmi per 4 milioni di euro. Tra le mani i numerosi solleciti inoltrati nel corso dei mesi ai dipartimenti interessati. Tra questi immobili ci sono anche gli ex uffici del dipartimento Politiche abitative di viale Pasteur all’Eur. “Quei locali sono vuoti ormai da circa un anno. Manca solo il trasferimento degli arredi che sono rimasti all’interno dei locali e intanto Roma Capitale continua a pagare l’affitto. Anche il trasloco della sede dei gruppi consiliari di via del Tritone, che sarebbe dovuta essere effettiva a partire dal 7 gennaio 2020, ha subito continui ritardi a causa di resistenze da parte dei dipartimenti che avrebbero dovuto ospitarli e dell’incapacità dei vertici a Cinque stelle di imporre una decisione politica improntata al risparmio. Il progetto redatto insieme a Risorse per Roma per il trasferimento nei locali di via Petroselli era già pronto”.
L’ultima proroga dell’affitto della sede di via del Tritone risale al 19 giugno 2020 quando il direttore generale Franco Giampaoletti ha scritto alla società proprietaria dell’immobile, la Prelios sgr, comunicando che “attese le difficoltà programmatorie per la definizione di tutte le operazioni necessarie riscontrate a causa dell’emergenza pandemica da Covid-19” il rilascio avverrà “entro e non oltre la data del 31 dicembre 2020”. L’ultima nota con la quale l’ex dirigente Minniti cerca di organizzare traslochi e trasferimenti risale al 7 luglio 2020. Una settimana dopo rassegnerà le sue dimissioni.