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Regione, il capogruppo di FI Gramazio fa il bilancio di un anno di lavoro: "Solo annunci"

In un'intervista il capogruppo di FI alla Pisana critica l'attuale amministrazione regionale: "Zingaretti è senza progetto". E sull'esperienza Polverini: "Non sono arrivate risposte adeguate"

Luca Gramazio, ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, oggi confluito in Forza Italia fa un bilancio del primo anno di attività dell'amministrazione Zingaretti. “Manca una progettualità” la critica. Servizi, rifiuti e trasporto pubblico locale “i punti su cui soffermarsi”.

Ormai è passato quasi un anno dall'elezione di Nicola Zingaretti alla Regione Lazio. Come giudica l'operato della sua amministrazione?

È stato un anno di annunci durante il quale non è stata fornita alcuna risposta ai cittadini. Fin dalla campagna elettorale abbiamo sentito parole fantastiche su una Regione che cambia. La realtà è che il Lazio è rimasta la Regione più tassata d'Italia. Dalla sanità al trasporto pubblico locale passando per il sostegno alle imprese e al loro sviluppo. Non c'è programmazione su questi temi. A distanza di un anno abbiamo la consapevolezza che chi governa questa regione non abbia in mente cosa fare.

Proprio martedì però è stato presentato un Piano per rilanciare l'occupazione e contrastare a crisi.

Da dieci mesi Zingaretti gira il Lazio per incontrare imprenditori e rappresentanti delle Camere di Commercio. Ciò che rimane di martedì è solo una conferenza stampa fine a sé stessa. Così non si risolvono i problemi del Lazio.

Dai rifiuti alla riorganizzazione delle società regionali fino ad arrivare alla sanità. Guardando ai mesi appena trascorsi, quali battaglie pensate di dover sostenere nelle prossime settimane?

Se posso fare una precisazione, l'unica legge approvata che reputo importante è quella sull'accorpamento delle aziende regionali. Questo perché l'opposizione l'ha praticamente riscritta presentando centinaia di emendamenti che sono stati approvati. Se fosse passata così come arrivata in Consiglio, si sarebbe trattato solamente di una mozione di intenti.

Quale lavoro vi aspetta per i prossimi mesi?

Mi soffermerei su tre punti. Primo: il livello dei servizi territoriali. Secondo: i rifiuti. Dopo la chiusura di Malagrotta non è seguito alcun piano per concluderne il ciclo. Intanto hanno serrato i battenti altre discariche e decine di comuni non sanno dove portare la propria immondizia. Terzo: il trasporto pubblico locale è inefficiente. I pendolari non lo utilizzano perché è inadeguato.

Tra i punti ci sono anche i rifiuti. L'inchiesta sul 'sistema Cerroni' ha gettato un'ombra sull'operato della politica da destra a sinistra. Si può proseguire prescindendo da quanto emerso da quelle indagini?

Se posso fare una precisazione getta ombre soprattutto a sinistra, ma questo non ci interessa. Il caso Malagrotta è figlio del fatto che la politica si è seduta e ha scelto per anni di non governare i processi. Per uscire dal pantano la politica deve individuare una strada e percorrerla con sicurezza: capire quali impianti servono e realizzarli, sopratutto quelli per smaltire il rifiuto non riciclabile. Dalla Regione di Zingaretti non c'è progettualità a riguardo.

Il tema però si è dimostrato scottante e di “difficile soluzione” anche con il governo di centrodestra di Renata Polverini. In quegli anni, nonostante i ripetuti tentativi per trovare una discarica alternativa, Malagrotta non è stata chiusa. Da ex capogruppo del Pdl non crede che avete qualcosa da rimproverarvi?

Certamente. Il centrodestra ha perso le elezioni anche perché non è riuscito a dare delle risposte sufficienti. E questo vale sempre quando i cittadini scelgono di non confermare una classe dirigente.

La scorsa consiliatura si è chiusa con lo 'scandalo' Fiorito che ha assestato un duro colpo a tutto il centrodestra. Come siete ripartiti da lì?

Da ex capogruppo del Pdl, se volessimo fare una battuta, potrei dire che io sono l'erede di Fiorito. L'unico modo per ripartire è stato quello di un rinnovamento. Oggi ci sono degli esponenti politici che hanno grandissime qualità e possono costituire una risorsa per tutto il centrodestra. Tre le linee guida che ci siamo dati: umiltà, lavoro ed etica. Principi che dovrebbero essere normali per chi fa politica.

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