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Politica

"M5s e centrosinistra insieme per una Roma più ecologica e rispettosa della dignità umana"

Luca Bergamo, ex vice sindaco di Roma Capitale, a RomaToday parla del lavoro portato avanti e ribadisce la sua idea politica per la Roma del futuro. "Nomi? Vengono sempre dopo le idee"

Nessuna sete di vendetta, nessun sassolino nella scarpa da togliersi, ma tanta voglia di guardare avanti, al futuro della città. Dieci giorni dopo Luca Bergamo, ex vicesindaco e assessore alla cultura di Roma Capitale, sembra aver assorbito la botta del suo allontanamento dalla giunta Raggi. Nelle sue parole la volontà di non cercare la polemica, di tenersi lontano dagli attacchi alla giunta di cui ha fatto lealmente parte. Nello stesso tempo c'è l'orgoglio di un pensiero "irregolare", espresso più volte in maniera schietta e rispettosa dei rapporti personali. Un pensiero capace di generare idee e progetti per la Roma del futuro.

Bergamo, sono passati 10 giorni dalla sua uscita dalla giunta Raggi. Ha assorbito la botta?

Sì, rapidamente. Sono stato sommerso da messaggi di apprezzamento per il lavoro fatto, per la sua coerenza ed anche per la mia. Questo conta. Ovviamente il dispiacere resta.

Nella nota stampa di benservito la sindaca Raggi ha parlato di "diversità di visioni politiche per il futuro di Roma". Quali sono queste diverse visioni secondo quanto emerso dall'ultimo incontro con la sindaca?

Con la Sindaca non si è parlato di visioni, ma della mia intervista estiva. I fatti hanno reso chiaro che abbiamo una diversa idea dei compiti che spettano ad una giunta e degli obblighi che chi ne fa parte deve rispettare. Per me implica lealtà all’istituzione Sindaco e coerenza con il programma di mandato approvato dal Consiglio all’insediamento, oltre ovviamente la correttezza e franchezza nei rapporti personali. Non ho condiviso, come noto, la sua pur legittima ambizione di correre per un secondo mandato acriticamente e senza confrontarsi.

All'interno della giunta pensa vi sia una totale condivisione della visione della sindaca?

Per fortuna siamo tutti dotati di libero arbitrio. Io non leggo nella testa degli altri e sfumature ve ne saranno di sicuro, i caratteri delle persone sono diversi. 

Secondo lei dobbiamo aspettarci altri cambiamenti?

Ci manca solo. I mesi che restano prima della fine del mandato vanno usati per completare il lavoro in corso dove possibile.

Pensa che, basandosi sui risultati ottenuti, fossero altre le caselle in giunta da toccare?

Io guardo al mio lavoro e alle mie responsabilità verso i cittadini.

Parliamo dei suoi risultati. Qual è la visione delle politiche culturali che sente di aver lasciato alla città?

In sintesi, direi che le politiche di questi 54 mesi sono un insieme coerente di interventi che nascono da due convinzioni, due sguardi sul futuro con i piedi nel presente. La prima che lo sviluppo di Roma dipenda dalla capacità di riconoscersi per ciò che già è: un’enorme, unico, organismo che produce conoscenza e cultura, che può legare in un continuo senza interruzione oltre 2700 anni di storia. Non una specie di Disneyland per turisti frettolosi. La seconda che partecipare liberamente alla vita culturale della comunità è un diritto e non un lusso per il tempo libero di chi può permetterselo. Un diritto di cittadinanza e una condizione indispensabile per sviluppare le attitudini necessarie per essere protagonisti di una rivoluzione verso la sostenibilità in un’epoca dominata dall’incertezza e dalla paura del futuro. 

Più diffusamente se ne parla con le 120 pagine del rapporto che abbiamo finito a dicembre e che scorrendo si può scaricare dalle news di www.culture.roma.it, il portale che avevamo appena inaugurato.

Cosa sente di consigliare al suo successore, Lorenza Fruci?

Ha poco tempo. Ci sono molte attività in corso e persone capaci al lavoro. Consiglio di aiutarle a completare ciò che stanno facendo, integrando dove ritiene vi sia la necessità. Il che significa valorizzare il lavoro delle strutture.

Un aspetto che le va riconosciuto è quello di aver portato la cultura anche lontano dal centro della città. Penso al Capodanno, all'estate romana, a contemporaneamente Roma. Nonostante questo è di questi giorni l'iniziativa della delegata alle periferie Federica Angeli che porta arte, concerti e in generale iniziative culturali nei luoghi più difficili. Cosa pensa di quest'iniziativa?

È sempre bene aumentare le opportunità di vita culturale nei luoghi in cui è scarsa. È altrettanto importante evitare che restino episodi o siano percepiti come strumentali. È anche necessario che siano concepite con cura per avvicinare le persone tra di loro e non provocare il contrario magari involontariamente.

Nella finestra natalizia e sembrerebbe anche per il prossimo Natale di Roma, la sindaca ha scelto di seguire i consigli di Maurizio Costanzo per organizzare alcuni eventi. Cosa ne pensa?

Speriamo siano buoni consigli.

Lei in un'intervista di agosto e più di recente in un post dopo il suo allontanamento, ha parlato della necessità di portare lo schema giallorosso anche a Roma. Secondo lei è davvero possibile dopo gli anni e gli insulti di Mafia Capitale e dopo il quinquennio Raggi?

Non è uno schema. Lo dicevo anche prima della formazione del governo gialloverde: i valori che sono alla radice del M5S sono compatibili con quelli della sinistra storica, non con quelli rappresentati da Salvini e Meloni. Che c’azzeccano loro con l’acqua pubblica e la difesa della Costituzione? Ho sempre pensato e continuo a pensare che dall’incontro tra il Movimento e le forze politiche del centro sinistra e le persone che sostengono l’uno e le altre, possa uscire più forte la spinta alla transizione ecologica e a costruire una città e società più rispettosa della dignità umana. La strada è stretta, ardua, richiede riconoscere le ragioni degli altri - cosa cui siamo tutti troppo poco inclini -  ma è la sola possibile, dal punto di vista dei valori in cui mi riconosco. E nella nostra epoca il cambiamento si fa con in governi delle città soprattutto. Come pensare che a Roma, con il suo enorme valore simbolico, non ci si provi neanche? Anzi si consideri meglio rischiare di lasciarla alle destre piuttosto che provarci?

Cosa può portare il Pd al M5s a Roma e cosa il M5s al Pd?

Se si riduce tutto ai rapporti tra le forze politiche e i loro apparati, davvero poco. Ma il rapporto tra le forze politiche, specie quando si avvicina un appuntamento elettorale, è necessario perché le tante intelligenze e volontà diffuse nella città che queste forze rappresentano nelle istituzioni, si riconoscano e si sentano libere di incontrarsi e costruire ponti. Visioni in comune che ci sono, come ci sono differenze tra le persone che si riconoscono nel medesimo partito. Se questo incontro accade, tutto cambia.

Contenuti, ma anche metodi. Quale strada bisognerebbe seguire per arrivare ad una sintesi progettuale nonché alla scelta del nome del futuro candidato sindaco?

Parlare del futuro, riconoscere limiti e successi del passato, e rinunciare per almeno un mese ad attaccarsi.

Andiamo sul concreto: primarie comuni o un nome frutto del dialogo?

Primarie comuni oggi le vedo impossibili, non è un'opzione praticabile. In generale penso che la partecipazione non debba riguardare il nome, ma le idee. Va pensato un processo partecipativo che valorizzi le idee di tutti.

Pensa sia possibile, senza l'alleanza tra le due forze, riuscire ad evitare la vittoria della destra alle prossime comunali?

Difficile. I modi di convergere possono essere diversi. Ma una condizione è indispensabile: non considerare l’altro come IL nemico. Una campagna elettorale che vede solo in se’ stessi il bene e nell’altro il male, implica regalare il secondo turno alla destra.

Cosa farà Luca Bergamo per non disperdere questi quattro anni di lavoro in giunta comunale?

In parte lo vede. Cerco di condividere l’esperienza e le riflessioni che ho maturato, cercando di  evitare che divengano strumento di aggressione a prescindere. Ho fatto l’assessore alla cultura di una città che in tutto il mondo è sinonimo di cultura e  patrimonio culturale, con la Carta di Roma abbiamo tracciato una strada che in molti stanno prendendo sul serio, qui e nel mondo. Sono tanti i piani su cui dare un futuro al passato.

Qualcuno sostiene che Luca Bergamo potrebbe diventare l'uomo giusto per la sintesi tra Pd e M5s a Roma. Cosa ne pensa?

Che non sarà mai una singola persona a fare sintesi. Che ce ne vogliono tante insieme e che la sintesi non riguarda solo il PD e M5S, ma l’intero spettro di coloro che mettono il rispetto della dignità umana e la vita sul pianeta prima d’ogni altra considerazione. E sono tanti.

Il suo post di addio ha raccolto molti apprezzamenti, tanto da sinistra, quanto all'interno del M5s. In questi giorni ha ricevuto chiamate o ha incontrato qualcuno per provare a trasformare questi apprezzamenti in qualcosa di più?

Come sempre, non riporto conversazioni private.

Quale primo cittadino vorrebbe affiancare in una prossima giunta giallorossa?

Spero che la città abbia un Sindaco o una Sindaca da cui mi senta pienamente rappresentato, per il progetto, la visione di cui è espressione, come per le qualità personali. Questo viene molto prima di ogni altra cosa.

Un nome però bisognerà trovarlo. C'è qualcuno che può incarnare questa idea?

Farlo significa essere incoerente con i ragionamenti che ho portato avanti anche qui. Partendo dalle idee il nome che le incarna verrà da solo.

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