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Lozzi sfida Raggi. Per la corsa in Campidoglio si prepara anche la presidente del Municipio VII

La minisindaca interviene sull’ipotesi di una sua candidatura alla carica di Sindaco: "Il Movimento deve chiarire cosa vuole fare. Noi, in Municipio VII, abbiamo portato risultati concreti”

Monica Lozzi governa il Municipio più popoloso di Roma. Coi limitati poteri attribuiti ad un ente di prossimità, gestisce un territorio che ha un numero di abitanti paragonabile a quello di molti capoluoghi di Regione. Il decentramento amministrativo che è stato più volte richiesto però non è stato ottenuto. Così, dopo quattro anni, la Minisindaca, ha deciso di uscire allo scoperto. Convinta del lavoro svolto durante il proprio mandato, ha scelto di sfidare il Movimento. Chiede un confronto aperto anche ai big del partito. Virginia Raggi, se vuole mantenere la leadership in città, deve ora affrontare la sfida lanciata da Monica Lozzi.

Presidente, quanto c’è di vero nell’idea che lei possa candidarsi alla carica di Sindaco ? 

Ci sto ragionando. Non mi è piaciuto il passo in avanti che è stato fatto da più parti. C’è chi parla di accordi e chi di ricandidature, senza che prima sia stato avviato alcun tipo di confronto. Allora, con la mia Giunta, abbiamo deciso di portare anche la nostra proposta. A questo punto ci mettiamo in gioco come tutti gli altri.

Il regolamento del M5s prevede la possibilità di una terza candidatura?

Io sono al secondo mandato, come lo è del resto anche la Sindaca. So che era stata fatta l’ipotesi di superare il problema puntando su una lista civica sostenuta dal Movimento. In ogni caso ritengo che sia una decisione da prendere in un secondo momento. Prima dobbiamo vedere quali sono i contenuti

E voi ce li avete?

Io credo di sì. Personalmente sono stata tre anni all'opposizione e quattro alla guida del Municipio. Vorrei poterlo dire a qualcuno nel momento in cui si fa una valutazione su cosa abbai funzionato e cosa no.

A proposito,  in questi ultimi quattro anni di cui va maggiormente orgogliosa?

Siamo l’unica struttura di Roma Capitale che negli ultimi 3 anni  ha messo a regime tutti i soldi ricevuti e ci siamo riusciti perchè abbiamo riorganizzato la macchina amministrativa. Abbiamo inoltre già realizzato il 90% del programma, penso alle infrastrutture per la mobilità sostenibile, alla riqualificazione dei mercati. Abbiamo fatto  investimenti sulle  scuole, sulle aree pubbliche, sui parchi. Per quanto invece rigaurda la legalità alcune iniziative che sono state prese, dal licenziamento dei giardinieri infedeli all’abbattimento delle villette dei Casamonica, sono partite proprio dall’attività svolta in questo Municipio.

A proposito delle villette demolite ai Casamonica,  pensa che la Sindaca abbia cercato di prendersi dei meriti su quell’operazione?

Diciamo che talvolta si è espressa senza la dovuta accortezza. Non era necessario fare i nomi. Però se anzichè dichiarare “io ho fatto” avesse detto “noi abbiamo fatto”, avrebbe incluso tutti quelli che si erano dati da fare per ottenere quel risultato.

Al di là della forma, quali sono i principali errori che imputa all'amministrazione Raggi?

Hanno lavorato molto sulla mobilità e sulla questione del debito. Però ritengo che non abbiamo dedicato sufficiente attenzione alla parte organizzativa che è ciò che ti permette di lavorare in maniera funzionale.

Quindi sul decentramento?

Per me la strada è quella, sì. Oggi c'è un accavallamento di competenze che non ti consente di operare in maniera funzionale, di impegnare i fondi a disposizione. Ogni anno vengono restituiti 3-400 milioni perché le strutture centrali non sono in grado di portare avanti i bandi. Tutti i municipi ad inizio consiliatura avevano proposto di decentrare alcune attività, come la manutenzione delle strade. Se non lo facciamo andremo sempre ad inseguire le emergenze.

Ci fa un esempio?

Sì. Roma Capitale ha il Dipartimento Simu che segue i più grandi lavori infrastrutturali della città. Come possiamo prentendere che possa preoccuparsi di fare il bando per la ristrutturazione di villa Fiorelli? E’ più naturale che se ne occupi il Municipio. Per me l’errore più grande commesso da questa amministrazione è di non aver avuto una visione lungimirante di questa città.

Lei la necessità del decentramento l’ha sempre sostenuta. Ma gli altri minisindaci grillini non sembrano richiederla con altrettanta convinzione. Non ha la sensazione di essere isolata?

In realtà negli incontri fatti, il  90% dei presidenti ne ha rivendicato la necessità. Poi nell’attuazione, quando gli è stato chiesto di metterla in pratica per questioni specifiche, hanno fatto un passo indietro.E questo è accaduto perchè hanno gli uffici oberati di lavoro. Ma così facendo hanno ragionato più da amministratori che da politici. Detto ciò, per arrivare al decentramento, occorre avviare un processo complesso che sicuramente deve essere accompagnato da maggiori risorse economiche ed umane da destinare ai territori. Per me è una battaglia primaria, tante cose che sono riuscita a fare è perché ho chiesto di prendermi la competenza momentaneamente per realizzare una cosa.

La sensazone è che stia chiedendo una resa dei conti. Si parla degli stati generali del Movimento, quando ci saranno?

Spero ci siano a breve perché bisogna capire il M5s in che direzione vuole andare, per vedere se il  M5s nazionale ha capito l’importanza di Roma Capitale e l’importanza di sedersi come gruppo per ragionare su un programma realizzabile. E scegliere insieme chi sia il candidato più idoneo. Io, la sindaca, una terza via. Mi sembra paradossale che non se ne parli. Difronte ad una deadline o si ottiene un’idea condivisa oppure ognuno sceglie la propria strada.

Per candidarsi alla guida del Campidoglio non serve una struttura un partito, un’articolazione territoriale?

La competizione elettorale a Roma, tra i vari gruppi politici, genera spesso una conflittualità. E' una sorta di campo di battaglia dove, forze poliche ben identificate, sperimentano nuovi equilibri. Io credo che invece si potrebbe puntare su chi ha la voglia di mettersi in campo. Ci sono tante associazioni e realtà locali che hanno ottime proposte ma non hanno avuto finora la possibilità di avviare un confronto sano. E poi ci sono i cittadini che mi hanno chiamato quando hanno saputo che mi sarei potuta candidare. Io ripartirirei da lì, coinvolgendo cittadini ed associazioni. Magari è un'utopia. Però secondo me è quello che va fatto.
 

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