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INTERVISTA | Peciola detta le condizioni di Sel: "Cambiare rotta su scuola, sociale e ambiente"

Il capogruppo di Sel in Campidoglio commenta la situazione politica romana. "Non parlo di rimpasto ma di temi". Un vicesindaco del Pd? "Finirebbe questa esperienza del centrosinistra"

Concentrarsi sui temi che “interessano alla città” tralasciando il “chiacchiericcio politico”. Il capogruppo di Sel Gianluca Peciola commenta la situazione politica romana. Lontano dal “parlare di rimpasto” auspica però un cambio di rotta su scuola, sociale e ambiente. Un vicesindaco del Pd? “Finisce questa esperienza del centrosinistra. Ma non è un fattore che dipende da noi”.

Il governo della città sembra essere arrivato a un momento di svolta, anche politica. Qual è la posizione del gruppo Sel capitolino?

In merito alla vicenda delle multe siamo soddisfatti della spiegazione avanzata da Marino. Fin dal primo momento abbiamo sostenuto che il sindaco non era il responsabile di quegli errori e che tutta la polemica era solo una cortina di fumo. Ora possiamo tornare a parlare dei problemi di Roma avviando quel processo di ricongiungimento con la città dove nelle ultime settimane si sono aperti troppi fronti.

Cosa intende per ricongiungimento con la città?

L'amministrazione Marino deve lavorare per riappacificarsi con i referenti sociali nei territori, sopratutto nelle periferie. Stesso impegno nei confronti dei dipendenti pubblici: la vicenda del contratto decentrato non ci convince. Propongo come modello il Teatro dell'Opera attorno al quale si è aperta una trattativa che alla fine ha pagato. Attenzione anche alla mobilità: bisogna spingere maggiormente a livello nazionale per ottenere più risorse interrompendo lo schema per cui il 'pubblico' non funziona ed è meglio privatizzare. E ancora il lavoro, e qui bisogna prestare molta attenzione alla gestione delle municipalizzate, l'ambiente, la cura del territorio, la cultura. Questi sono i temi da affrontare ora. Se è vero che Roma ha intrapreso la strada giusta dal punto di vista della legalità, del bilancio e della lotta alla partitocrazia, rimangono sofferenze importanti sulle quali bisogna mettersi a lavorare. Il resto è politicismo.

Il sindaco sta lavorando al rimpasto. Una parte del Pd punta alla poltrona di vicesindaco ora occupata da Sel. Quanto è concreta questa prospettiva?

Non credo sia tanto concreta. Da quanto mi risulta non c'è stata alcuna richiesta formale da parte del Pd in merito. Per ora è solo un chiacchiericcio politico. Credo sia assurdo mettere mano all'assetto del centrosinistra in un momento in cui Roma è in sofferenza. Da quanto mi risulta Marino sta portando avanti altri ritocchi che vanno nell'ottica del potenziamento di determinate tematiche.

In caso si verificasse questa ipotesi però avete già annunciato che uscirete dalla maggioranza.

Cambiare il vicesindaco sarebbe una svolta moderata da parte del governo della città che segnerebbe la fine di questo centrosinistra. Significherebbe mettere la parola fine a quel patto su cui si basa questa amministrazione. A quel punto non ci resterebbe che prendere atto di una decisione che non dipende da noi.

Da una parte l'operazione politica del rimpasto, dall'altra i problemi di Roma. Su quali assessorati, o temi, crede sia meglio intervenire?

Una premessa: non voglio parlare di rimpasto, lavoro che compete al sindaco. Come punti di difficoltà segnalo il settore scolastico che rappresenta un vero e proprio fronte aperto con l'amministrazione. Credo sia stato dato troppo poco ascolto al corpo docente e siano state prese decisioni poco condivise con le forze sociali. Segue la questione del sociale. Nonostante molte delle sollecitazioni che come Sel abbiamo avanzato in Consiglio siano state recepite, penso ai bandi sulle nuove povertà, servono più impegno e risorse per i settori più deboli. Infine l'ambiente. Non possiamo nascondere che Roma è una città sporca. C'è la necessità di lavorare per valorizzare le esperienze locali, con progetto di autogestione, per quanto riguarda i parchi e le aree verdi.

Lei ha parlato di maggiore attenzione alle periferie. Pochi giorni fa è scoppiato il caso di Tor Sapienza, anche se non è il primo. Crede che l'amministrazione Marino abbia fatto qualche errore in merito?

Come gruppo di Sel lo abbiamo sostenuto fin dall'inizio: non si può catapultare un centro di accoglienza in luoghi in difficoltà senza alcun intervento di mediazione sociale. Il progetto risale all'amministrazione Alemanno ma noi avremmo dovuto intervenire con una mediazione. L'avevamo detto e votato in Consiglio. Forse un altro errore della giunta è stato quello di ascoltare troppo poco l'Aula Giulio Cesare formata da persone che vivono più il territorio rispetto ad altre figure che sembrano vedere la città dall'alto. Detto questo sul tema delle periferie non mi piace lo scaricabarile sulle responsabilità. Così come non mi è piaciuta la lezione di 'buon governo' dai colleghi parlamentari intervenuti solo con critiche mentre dovrebbero impegnarsi per trovare più risorse e per sbloccare il patto di stabilità che congela i soldi dei romani.

Un altro tema 'di Sel' portato anche dal primo cittadino in campagna elettorale sono le unioni civili la cui discussione però continuano a slittare. Come vi preparate alla 'battaglia' in Aula?

È evidente che su quella delibera ci sono forti resistenze tanto che sono stati presentati circa 5 mila emendamenti. Questo significa che per discuterla ci vorranno circa due mesi. Di fronte a delibere importanti che creano posti di lavoro come quella sullo Stadio della Roma o quella del bilancio di previsione, che discuteremo per la prima volta entro i termini di legge, il sindaco ci ha chiesto di aspettare e noi, con un atto di responsabilità, abbiamo accettato. Ma siamo determinati a portarla avanti.

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