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Politica

"Dalle strisce blu alla cura del ferro, così in due anni porteremo la mobilità di Roma alla normalità"

Intervista a Eugenio Patanè, assessore ai Trasporti della giunta Gualtieri

Per il trasporto pubblico ha una grande passione, d'altronde ne mastica da più di vent'anni e la sua chiamata in giunta con delega alla mobilità non è stata mai messa in discussione. L'assessore Eugenio Patanè usa ferrovie, metro e bus per muoversi durante il giorno. Ne riconosce i limiti oltre a testarli sulla sua pelle, e ammette il grande lavoro da fare non solo per restituire ai romani una parvenza di normalità ma anche per garantire, finalmente, un servizio migliore, degno di una Capitale europea. A RomaToday racconta progetti e sogni per il Tpl del futuro. 


Assessore, lei usa mezzi pubblici? Se sì quali? 

Sì, abito a Balduina e uso la Fl3, la metro e anche autobus. 

Che opinione ha?

Sono mezzi di trasporto molto diversi. La fl3 nelle ore di punta è molto affollata ma è molto efficace come mezzo, una sorta di ferrovia metropolitana, e potrebbe esserlo ancora di più con il raddoppio della Bracciano-Cesano. La metro A va abbastanza bene, la B ha i treni risicati e spesso va in affanno, la C anche va abbastanza bene a parte gli impianti di traslazione. Per quanto riguarda i bus con il rinnovo recente della flotta sono abbastanza soddisfatto. Certo c'è carenza di autisti e abbiamo ancora 600 mezzi a fine vita, che spesso hanno difficoltà, e la riduzione del chilometraggio del contratto di servizio ha certo abbassato sia qualità che quantità dell'offerta. Con queste carte in tavola, a oggi, il servizio nel complesso non è malvagio. Abbiamo molto lavoro da fare. 

Parlava della flotta bus. A parte quelli acquistati da Raggi, sono previsti nuovi arrivi?

Vuol dire quelli non acquistati da Raggi. I 70 inaugurati ieri e i 29 che arriveranno sotto Natale fanno parte di un ordine che non era stato portato a termine correttamente. La prima partita non era stata pagata, la Ragioneria non aveva dato il via libera, per la seconda partita mancava il contratto di usufrutto. Le cose bisogna saperle fare. Entro il 2022 comunque sostituiremo tutti e 600 i bus euro3, che sono quelli più vecchi, che ci danno più preoccupazione. 

Sin da subito il suo nome era quello buono per l'assessorato ai Trasporti. Da consigliere regionale ad assessore, perché è stato così convinto e determinato nel volere questo incarico?

Perché è un settore che conosco da 20 anni, da quando Mario di Carlo (assessore alla Mobilità della prima giunta Veltroni, ndr) mi portò nel 2001 a lavorare in assessorato. L'ho studiata da vicino in queste stanze, ho conosciuto Roma in tutti i suoi meandri e l'ho continuata a studiare in assessorato, da consigliere comunale, da consigliere regionale, da presidente della commissione Trasporti, è il mio settore di competenza. Penso di conoscerlo come le mie tasche. Certo, è un ruolo molto più oberante e snervante ma allo stesso tempo entusiasmante, se hai delle idee in testa. 

Ha indicato nelle manutenzioni di tram e metro l'emergenza più grande da affrontare. Può dirci a che punto siamo per scongiurarla?

Stiamo lavorando come matti, quotidianamente. Per la revisione dei treni della metro A, che nessuno ha svolto per anni, abbiamo fatto fare una perizia e analisi dei rischi da uno dei più grandi esperti di sicurezza ferroviaria, il professor Bracciali di Firenze, che certifica che questi 20 treni sono assolutamente sicuri, con rischio pari allo 0.05%. Speriamo con questo di convincere il Ministero a darci una proroga di sei mesi per effettuare le mitigazioni necessarie. 

E i tram? Qual è il vostro piano?

Bisogna rifare tutti i punti dei binari che stanno in emergenza, non sono stati toccati per cinque anni. Abbiamo stanziato 20 milioni di euro più 37 arrivati dal ministero per rifare gli armamenti. Abbiamo ripulito i binari e già sostituito delle parti in emergenza, altre devono essere programmate come manutenzione straordinaria. I tram fiat che abbiamo sono 77, ma ne girano 22 per dire, perché gli altri stanno in continua revisione. Riaggiustare l'armamento significa non fare andare in difficoltà i singoli convogli. Ci vorrà un anno e mezzo. 

Il tram 2 è tornato attivo. L'altro fantasma della mobilità romana è metro policlinico. Quando riaprirà la stazione?

Domani. 

In questi mesi la sensazione è che sulla mobilità stiate lavorando per recuperare una parvenza di normalità. Quando cominceremo a vedere interventi per migliorare realmente il servizio?

Ci vogliono due anni per la normalità, ma nel frattempo si lavora per migliorare il servizio. I due aspetti viaggiano in parallelo. Sto pensando al futuro. Sto lavorando al pacchetto giubilare, i quattro tram che arriveranno, per dire. Entro l'8 dicembre 2024 voglio regalare alcune novità ai romani. Pensi che dopo il tram 8 di Tocci non è stata più organizzata un'infrastruttura di trasporto pubblico di massa a Roma. Unica cosa su cui siamo andati lentamente avanti è la metro c. Il mio obiettivo entro il 2024 è: quattro nuovi tram, funivia di Magliana, metro C al Colosseo per il nodo di scambio. Poi ci sono i corridoi della mobilità, tipo Casalotti, e ancora elettrico e ciclopedonale sulla Colombo. Queste sono alcune delle infrastrutture che vorrei fare. 

Si è parlato di aumento delle strisce blu, come stanno le cose?

Non c'è nessun aumento. Ho parlato di un aumento di numero degli stalli tariffati, ne abbiamo 70mila dobbiamo arrivare a 100mila. Poi ho detto che le tariffe vanno rimodulate. Mi spiego meglio. Se fai degli attrattori di traffico in alcune zone e dopo, in quelle stesse zone, aumenti la necessità di rotazione perché c'è domanda di trasporto maggiore e devi scoraggiare il parcheggio di lunga durata, aumenti la tariffa. In alcuni invece dovrai abbassarla, per dire alle persone andate pure a parcheggiare. Serve a garantire la rotazione dei veicoli, non la cassa. È una rimodulazione generale. 

Un progetto in stallo è quello del congestion charge, ovvero il pagamento per entrare nell'anello ferroviario. Lo voleva l'ex assessore di Marino Guido Improta e anche parte dei grillini. Cosa ne sarà?

È prematuro parlarne, stiamo lavorando con la Regione al piano di qualità dell'aria. Si un tratto di un provvedimento di pianificazione che va approvato in Regione insieme alla Commissione europea. Bisogna capire come evitare la condanna per infrazione sia sulle PM10 che su gli NO2. Poi valuteremo quali sono i provvedimenti più corretti e in che tempi. 

Domanda da un milione di dollari: come si convincono i romani a salire sui mezzi pubblici o e a lasciare la macchina a casa?

In due modi. Primo offrendo un sistema di trasporto quantitativamente e qualitativamente migliore di quello che c'è adesso. La parola chiave sarà cura del ferro, attualizzando la visione di Tocci degli anni '90. E poi garantendo accessibilità al trasporto pubblico, oggi da molti quartieri non si arriva ai mezzi pubblici. Si esce solo con la macchina e invece basterebbero singoli passaggi ciclo pedonali per arrivare alla stazione ferroviaria o metropolitana. In due modi si convincono i romani: migliorando l'offerta di trasporto e garantendone l'accessibilità. 

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