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INTERVISTA | Grancio: "Nel Movimento c'è stata una scissione. Lombardi non mi rappresenta"

La consigliera dissidente ha presentato un'interrogazione sullo Stadio della Roma

Per aver espresso i suoi "dubbi" in merito all'operazione dello Stadio della Roma venne sospesa dalla maggioranza in Campidoglio dal cosiddetto Collegio dei probiviri del Movimento cinque stelle. Poi riammessa, oggi Cristina Grancio siede ancora tra i banchi della maggioranza a Cinque Stelle, ma dopo il ricorso contro la nuova associazione fondata da Luigi Di Maio che la vede in prima fila, è in un limbo politico generato da una sorta di 'scissione trasparente'. Se glielo chiedi risponde: "Sono del Movimento cinque stelle del 2009". E fedele al programma originario, è pronta a continuare la sua battaglia sul progetto di Tor Di Valle. Romatoday l'ha intervistata a margine della presentazione di due interrogazioni in merito, firmate insieme al consigliere di Sinistra per Roma Stefano Fassina, presso la sede del Tavolo dell'urbanistica della base pentastellata. 

Qual è l'elemento più grave, secondo lei, nell'iter che ha portato all'approvazione del progetto dello Stadio della Roma?

Il grosso restringimento dei poteri rappresentativi del Consiglio comunale. Credo sia questo l'elemento centrale che ci ha portato a presentare queste interrogazioni. 

Possiamo affermare che l'amministrazione Raggi non è stata trasparente su questa vicenda?

Come minimo. Il punto precedente si porta dietro l'assenza di partecipazione e di trasparenza. Si tratta di uno stadio fatto da pochi. L'aspetto politico è sostanziato dal fatto che è arrivato ad approvazione da una conferenza dei servizi che è un organo tecnico. Questa cosa è inaccettabile. 

Secondo lei l'amministrazione Raggi è stata poco trasparente anche in altri casi?

La trasparenza è sempre migliorabile però ciò che è accaduto sulla vicenda dello Stadio della Roma non me lo sarei mai aspettata. Questa modalità mi ha fatto dubitare molto di ogni passaggio. Magari è un sospetto esagerato ma quando c'è totale mancanza di trasparenza non si riesce a capire fino in fondo cosa si ha di fronte.  

A firmare queste interrogazioni oggi è sola. L'appello era rivolto a tutti. Come mai al suo fianco non ci sono altri consiglieri della maggioranza del Movimento cinque stelle?

Nella maggioanza sono stati pochissimi a voler aprire gli occhi. Pur di emarginarmi mi hanno sospesa sulla base di motivazioni inesistenti e inconsistenti. 

Sulla vicenda dello Stadio si è sentita messa ai margini della maggioranza?

C'è stato un periodo in cui sono stata fortemente emarginata. Poi c'è stata una falsa ripresa e adesso, con la nascita della nuova associazione che vede come capo politico Luigi Di Maio, c'è stata una nuova scissione. Dei 150 mila iscritti all'associazione del 2009, circa 40 mila sono passati alla nuova associazione del dicembre del 2017. Gli altri credo siano rimasti nella vecchia. 

Tra loro immagino ci sia anche parte di quella base che ha contribuito all'elezione di Virginia Raggi. Crede che questo possa pesare sul risultato elettorale di Roberta Lombardi?

E' difficile da sapere. Di certo, ipotizzo che quelli che non sono passati all'associazione di Di Maio si troveranno in difficoltà a votare per Roberta Lombardi. 

Lei la voterà? 

Io non mi sento più rappresentata da questo nuovo Movimento cinque stelle. Quindi assolutamente no. Non voterò né Robertà Lombardi né Luigi Di Maio.

Ha parlato di scissione. Pensate a scendere direttamente in campo da candidati in un futuro?

Coloro che sono rimasti nell'associazione del 2009 in questo momento stanno lottando per farsi riconoscere il nome, il simbolo e il sito. Abbiamo presentato un ricorso al tribunale civile di Genova e il presidente ha ritenuto valide le nostre istanze e ha nominato un curatore speciale per la tutela dell'associazione del 2009. Addesso si sta lavorando al ricorso effettivo. Il curatore ha dato mandato agli avvocati per la difesa di simbolo e nome. Ci sentiamo espropriati. In quanto alle elezioni non ci siamo presentati per una questione di serietà. Non si può costruire il programma in un mese.  

Torniamo sulla vicenda dello Stadio. Sull'eventualità di annullare la delibera di Marino, Raggi chiese un parere all'Avvocatura capitolina. Parere che non sia mai stato reso noto. Sulla sua posizione ha influito anche questa scelta?

Se veramente ci fosse stato scritto che la delibera di Marino non si poteva annullare, a mio avviso, non ci sarebbe stato motivo di secretarlo. Ho letto quel parere. Non posso rivelarne i contenuti ma a mio avviso è stato secretato perché ci avrebbe permesso di andare all'annullamento della precedente delibera.

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