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INTERVISTA | Andrea Catarci: “Con trecento dipendenti cominciamo a cambiare i municipi”

In un'intervista a RomaToday l'assessore al decentramento, Andrea Catarci, illustra le novità dopo l'incontro dei 15 presidenti con Gualtieri

Ampliare gli ambiti di intervento e potenziare le risorse. Su questi due assi il Campidoglio sta giocando la partita che mira a riformare i municipi. Un obiettivo che l’attuale amministrazione ha affidato all’assessore Andrea Catarci, titolare in comune della delega al decentramento.

Catarci, il 10 febbraio tutti e quindici i presidenti hanno incontrato il sindaco per affrontare i nodi del decentramento. A che punto siete arrivati?

E’ stata istituita la consulta sul decentramento, formata da tutti  e 15 i presidenti di municipio. E già questa è una novità se si pensa che durante la precedente amministrazione la consulta era stata convocata una sola volta. Li abbiamo già raggiunti. Il prossimo passo, sul piano formale, è l’istituzione dell'osservatorio che sarà l’organo operativo ed è composta, oltre che da sei minisindaci, anche da altrettanti direttori di municipio, individuati però in territori diversi.

Quindi avete lavorato soprattutto sul piano formale…

In realtà la riunione è cominciata con una notizia “di sostanza”. Mi riferisco al fatto che 300 dei nuovi assunti, entro metà marzo, andranno a lavorare nei municipi. Non è un aspetto di poco conto, intanto dal punto di vista numerico. Perché oggi gli assunti con il concorso sono poco più di 700 ma di questi 233 sono vigili. A conti fatti, nei municipi, mandiamo più del 60% del personale. Venti risorse per ciascun municipio e parliamo di funzionari educativi, istruttori e funzionari amministrativi. Ci sono anche istruttori informatici, una figura che era assente nella maggior parte dei territori. 

L’assenza di personale, in effetti, era stata lamentata da molti degli eletti alla guida dei municipi

E’ vero, era emersa anche negli incontri bilaterali che avevo fatto con loro. Ed è per questo che la notizia dell’arrivo dei nuovi assunti ha fatto in modo che la riunione partisse con il piede giusto. 

Bene il trasferimento di risorse umane. Ma sul piano degli obiettivi, cosa ne pensano i presidenti del programma con cui intendete riformare i municipi?

Ieri (il 10 febbraio ndr) sono state approvate le linee guida che si articolano su un duplice piano d’azione. Nel breve e medio periodo andiamo ad implementare le funzioni municipali, lavorando su ciò che il vecchio regolamento consente di fare. Il primo passo è stato quello del decentramento delle aree verdi. Altra operazione che intendiamo realizzare è quella, sempre in accordo con in municipi, di delegare loro la manutenzione e gestione degli edifici di interesse municipale: parliamo di plessi scolastici e sedi di uffici locali. Non, ovviamente, di immobili residenziali.

Con quali risorse?

L’assessorato al patrimonio dovrà fare un lavoro analogo a quanto fatto, per le aree verdi, dall’assessora Alfonsi. Si tratta di individuare le poste di bilancio comunale che devono accompagnare le risorse ai municipi. Sul piano del regolamento è una cosa che si può fare e che è espressamente prevista negli articoli 65 e 68. Poi c’è un’altra cosa che vorremmo si facesse nell’immediato ed è quella che prevede di organizzare dei tavoli di lavoro con la polizia locale, le principali aziende erogatrici di servizi pubblici, ed il relativo referente nella giunta Capitolina. Se parliamo di Ama, quindi, con Alfonsi. Se parliamo di Atac con Patanè e così via.

Anche questa è una cosa che si può fare in termini di regolamento?

Non è espressamente prevista ed infatti saranno dei tavoli informali a cui però prenderà parte il municipio. Mail decentramento, come accennavo, si realizza seguendo un duplice piano d’azione. Del primo abbiamo detto. Il secondo invece punta alla riscrittura del regolamento, datato 1999. Ed in quel contesto andremo a formalizzare l’esistenza di questi tavoli di lavoro, trasformandoli in incontri istituzionali.

C’è altro su cui pensate d’intervenire riscrivendo il regolamento?

Sicuramente bisogna lavorare per dotare i municipio di un bilancio a budget. E’ una vecchia idea che non è mai stata implementata. Si tratta di fornire ai municipi una somma, per un settore, che poi l’ente di prossimità decide come utilizzare. 

Ci fornisce un esempio?

Poniamo il caso che al municipio Y sia destinato un milione di euro per il sociale. Oggi quelle risorse andrebbero preliminarmente suddivise nelle varie attività che lo compongono. L’idea invece è di garantire una certa autonomia al municipio, in modo che senza passare per il Campidoglio possa decidere quanto investire, ad esempio, per l’assistenza alle persone con disabilità piuttosto che per i servizi rivolti agli anziani.

In tema di servizi decentrati, è stata annunciato un software per il cambio di residenza online. A che punto siamo?

E’ operativo da lunedì scorso. E’ molto pratico perché prevede, in via telematica, l’inoltro di tutti i dati e l’invio dei necessari allegati senza i quali la procedura non si chiude. Finora molti si servivano delle semplici email, spesso incomplete per l’assenza di allegati. Con il nuovo portale invece, se non si compilano tutti i campi e non si inviano i documenti richiesti, la procedura non si chiude. Dopodiché, una volta inviata, l’amministrazione ha 72 ore di tempo per rispondere. Se non lo fa, significa che la registrazione del cambio di residenza si è conclusa positivamente.

Sempre in tema di servizi decentrati, aveva accennato anche a delle novità sull’erogazione della carta d’identità. Sono confermate?

Assolutamente sì e per l’inizio di marzo ci saranno tre punti d'informazione turistica, al centro, con due postazioni ciascuna. Lì i cittadini potranno andare, facendo la fila, senza la necessità di prendere appuntamento. Stiamo lavorando per fornire dell’adeguata attrezzatura anche un quarto, in via Nazionale. Gli uffici prevedono di fare, con i primi tre PIT,  6/7mila carte d’identità in più al mese. 

Aveva accennato anche alle biblioteche. E’ andato in porto quel progetto?

Sì, dal prossimo aprile ci saranno 14 postazione attive in cui si potranno ottenere le carte d’identità elettroniche anche in 8 biblioteche. Abbiamo già formalizzato l’accordo. Di queste, una sola si trova in centro. Le altre sette sono distribuite in tutto il territorio cittadino, vale a dire nei municipi III, IV, IX, X, XI XII e XIV. 

E quali risultati contate di ottenere?

Quando sarà a regime, vale a dire da maggio, tra biblioteche e P.i.t. puntiamo a fare 13 mila nuove Cie al mese. All’anno sono 160/170 e si vanno a sommare a quelle erogate negli uffici anagrafici municipali. Lì, nel 2021, sono state fatte 288.879 carte d’identità. Direi quindi che, con il nostro piano, riusciremo a potenziare sensibilmente questo servizio.
 

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