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"Con i servizi per i 15 minuti e il decentramento avviciniamo Roma al modello dei comuni urbani di Bruxelles"

Intervista all'assessore Andrea Catarci. La Roma dei 15 minuti, il decentramento, la partecipazione e da poco anche il personale. Il punto dopo un anno di mandato

Nel suo ufficio in Campidoglio campeggia, gigante, la mappa di Roma. Nella testa dell’assessore Catarci quel foglio è ben stampato e racconta di una città asimmetrica, diseguale, cresciuta male. Il suo compito è provare a porvi rimedio grazie ad una serie di deleghe che il sindaco Gualtieri gli ha affidato e che, in quest'anno di mandato l’hanno visto all’opera talvolta in modo nascosto, altre in modo difficile da far percepire. “Ora però - dice con orgoglio - progetti e regolamenti stanno vedendo la luce e gli effetti si vedranno”. Anche per questo Andrea Catarci, letto il voto ricevuto da RomaToday, ha voluto spiegare quanto sta facendo. “Non mi interessa del giudizio”, racconta, “ma evidentemente se non si è compreso il nostro lavoro, dobbiamo fare un’opera di spiegazione nei confronti del cittadino”.

Catarci, eccoci qua. Ce lo spiega quest’assessorato dei 15 minuti?
Spieghiamo innanzitutto che si chiama “servizi al territorio per la città dei 15 minuti” e già così raccontiamo quella che è la nostra missione, ovvero portare i servizi laddove non ci sono, in una città, quella fuori dal raccordo, cresciuta nel tempo senza servizi, lontanissima dal centro o anche semplicemente dalla semiperiferia. Sgomberiamo poi il campo da un equivoco: i 15 minuti non riguardano la mobilità e quindi non rimandano ad una dimensione di velocità. Semmai alla lentezza e alla prossimità.

Ci spieghi meglio
Pensiamo che portando i servizi in periferia, si possa vivere la città nella sua dimensione più piccola, di quartiere. La pandemia l’ha reso evidente: stava meglio, era più felice, chi aveva i servizi sotto casa. Puntiamo a moltiplicarli, a delocalizzarli, anche attraverso un uso massiccio delle tecnologie. 

La dimensione dei 15 minuti rimanda alla campagna elettorale di Gualtieri. La sensazione è che sia una sorta di assessorato di "propaganda".
In tutta Europa si lavora sui 15 minuti: diciamo che questo nome, per quanto ci riguarda, prova a proiettare Roma in una dimensione europea ed internazionale. In passato c’era l’assessorato alle periferie che lavorava su singoli progetti. Noi stiamo facendo anche questo, ma puntiamo a riformare tutto in maniera strutturale, in una logica di decentramento. 

Il suo quindi è un assessorato di raccordo, che punta a mettere insieme i pezzi di vari assessorati?
Di certo è un assessorato trasversale che lavora insieme agli altri e questo lo rivendico assolutamente. Anzi aggiungo: potrebbe esserci anche un maggior lavoro di squadra, una maggiore integrazione tra assessori e  presidenti di municipio. Ripeto però, il mio ruolo è quello di provare a dare una riforma di struttura all’intero sistema e non solo accontentare questo o quel municipio. 

Il decentramento in tal senso è centrale
Assolutamente sì. Non parliamo di deleghe, poltrone in più o di spostare le competenze sui problemi. Parliamo di questioni concrete, su tutte il bilancio: come diamo i soldi del bilancio ai municipi? Come stabiliamo le varie percentuali? Abbiamo lavorato ad un regolamento che fornisce queste ed altre risposte e il 4 novembre il testo verrà licenziato dall'Osservatorio, l'organo deputato a dare attuazione agli interventi per valorizzare i municipi, per poi essere avviato al successivo iter istituzionale, consulta dei presidenti, giunta, municipi, assemblea. Ci abbiamo lavorato un anno con sei presidenti di municipio e sei direttori, ma finalmente vedrà la luce e rappresenterà un cambiamento importante. 

C’è il rischio di accentuare diseguaglianze nei servizi tra varie zone?
Ci sarà una conferenza interistituzionale che avrà il compito di monitorare l’andamento dei servizi, come e quando i soldi che i municipi avranno, verrano spesi. Puntiamo forte su un approccio federalista in cui chi spende meglio e chi riesce anche a raccoglierli meglio di altri, avrà più soldi. Pensiamo assolutamente che questo rappresenti un valore da perseguire. 

Servizi per i 15 minuti e decentramento, c’è un esempio che volete imitare?
Roma è una città complessa con sue specifiche particolarità. Ha 200 e passa quartieri, 15 municipi e, al netto dell’assenza dei regolamenti, al momento è difficile pensare di raggiungere esempi europei. A me piacerebbe lavorare per avvicinarci al modello dei comuni urbani di Bruxelles. Per farlo però dobbiamo anche andare a dare dei poteri fiscali ai municipi e questo implica una riforma ancora più ampia. Il lavoro di quest’anno intanto porterà i primi risultati. 

Puntate anche sui cittadini. A che punto è il lavoro sul regolamento per la partecipazione?
Anche il regolamento di gestione dei beni comuni è in dirittura d’arrivo e a giorni arriverà in giunta. Puntiamo ad una gestione condivisa dei beni comuni, senza entrare nel meccanismo per il quale, se il pubblico non sa come gestire un bene, lo affida ai cittadini. La logica sarà quella del patto, come accade in 270 città italiane, e non concessoria. La partecipazione non riguarderà solo il verde, ma anche le scuole o singoli servizi da prendere in carico, senza sganciarsi dall’amministrazione.

Tanto lavoro da fare e tanto già in cantiere. Ora Gualtieri le ha dato anche la delega al personale. Ci sono assunzioni in vista?
Entro l’anno sono previste oltre 500 assunzioni. Di queste 200 sono stabilizzazioni di maestre precarie che contiamo di immettere in ruolo tra novembre e dicembre. Altre 300 sono figure tecniche che arriveranno dopo l’ok del livello nazionale: 180 a tempo indeterminato e 120 a tempo determinato. Ci daranno una mano per il PNRR e resteranno poi in organico. 

Per il prossimo anno invece?
Posso dire che la situazione che ho trovato non mi piace. Il piano assunzionale così non va e conto di intervenire. È impensabile prevedere solo per il 2024 il concorso dei vigili. Significa rischiare di fronteggiare i cantieri del PNRR e poi il Giubileo con un organico ridotto all’osso. In queste settimane vogliamo ragionare sull’anticipare il concorso e sull’aumento dei posti previsti. 

A livello di personale quali sono le situazioni più critiche?
Sicuramente nei municipi. È assurdo che ci sono strutture che hanno un solo dirigente, una sola figura tecnica. L’obiettivo è intervenire su quello e in parte quest’anno l’abbiamo già fatto. 

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