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Mazzoli: "Voglio creare il PD del confronto"

Alessandro Mazzoli è candidato alla segreteria del Lazio per le prossime primarie del Partito Democratico e sostiene Pierluigi Bersani come segretario nazionale. A Roma Today ha illustrato la sua proposta politica e quelle che sarebbero le prospettive politiche per le regionali con una sua vittoria

Alessandro Mazzoli è candidato alla segreteria del Lazio per le prossime primarie del Partito Democratico e sostiene Pierluigi Bersani come segretario nazionale. Attuale Presidente della Provincia di Viterbo ha illustrato a RomaToday i punti di forza del suo programma elettorale.

Si sono appena conclusi i congressi dei circoli nel Lazio, che bilancio si può trarne?


Molto positivo. La partecipazione degli iscritti è stata straordinaria, a dimostrazione che il Partito Democratico è un partito vivo, composto da persone che hanno voglia di confrontarsi e discutere per crescere. Un ottimo segnale in vista del 25 ottobre, quando tutti i cittadini potranno votare per scegliere il segretario nazionale del Pd e quello della propria regione.

Il 25 ottobre ci saranno le primarie: quanto conterà una buona mobilitazione dell’elettorato per rivalutare il progetto del PD?

Una partecipazione importante dei cittadini sarebbe fondamentale, per far ripartire al meglio il progetto e l’azione di un partito che deve rappresentare un’alternativa seria e credibile al centro destra. Sono fiducioso, e convinto che le primarie saranno una grande celebrazione della democrazia. 

Se dovesse mettere in evidenza alcuni punti della mozione da lei sostenuta, cosa metterebbe in rilievo per convincere l’elettore a sostenerla?

La mozione Bersani punta a dare nuova forza e nuove prospettive ai Democratici, innanzitutto ridando al partito una struttura e un forte radicamento sul territorio. Le sezioni del Pd devono tornare a essere luoghi dove i cittadini possano condividere i propri problemi, cercando e trovando assieme le soluzioni. Sul piano programmatico, un punto centrale della mozione è quello del lavoro. Un caposaldo della democrazia, e un tema su cui si deve concentrare l’azione del Pd per ridare un futuro a un Paese stremato dalla crisi.

Lei si presenta come candidato alla segreteria regionale del Pd: quali i punti di forza della politica che vorrà attuare nella nostra regione, al di là della mozione nazionale?

E’ essenziale riaprire il partito al confronto. Il Pd non ha mai discusso apertamente e in modo dettagliato della dolorosa perdita del Comune di Roma. Un errore, perché la riflessione e la discussione interna sono fondamentali per ripartire con nuove idee e nuova forza. Un'altra priorità è il radicamento del partito sul territorio, e la valorizzazione delle realtà locali. Le città e le province del Lazio devono crescere di pari passo con Roma, nell’ottica di uno sviluppo armonico ed equilibrato. Tutte le realtà della regione devono lavorare assieme, perché solo così il Lazio può prosperare. 

A breve ci saranno le elezioni regionali, se sarà eletto dovrà giocare come segretario regionale del PD, partito di maggioranza relativa, un ruolo centrale nello scacchiere delle alleanze. Cosa ha in mente in merito?
 
Su questo punto la mia linea è sempre stata chiara: alle Regionali il nostro candidato dovrà essere l’attuale governatore del Lazio, Piero Marrazzo. Il suo lavoro, che ha dato importanti risultati, va proseguito e intensificato. Sul piano politico, è essenziale stringere un’alleanza con altre forze politiche, a partire dall’Udc. Serve un’intesa sui programmi, per garantire alla regione una maggioranza forte.

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