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Ferrovie, strade e grandi opere: ecco gli interventi lanciati dalla Regione per i prossimi 7 anni

Si tratta di opere infrastrutturali da realizzare nei prossimi sette anni, che porteranno, è la stima, fino 270mila nuovi posti di lavoro

Autostrade, strade, ferrovie e stazioni, e opere pubbliche extratrasporti. Il Lazio guarda al futuro e lancia 11 grandi interventi infrastrutturali (di cui otto verranno gestiti da un Commissario) per oltre 11 miliardi di euro di spesa. "Siamo dentro una sfida che ha due obiettivi: sconfiggere il Covid e fare ripartire l'economia e il lavoro" ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti presentando l'evento "Lazio, futuro in corso", un quadro generale sugli interventi e gli investimenti previsti nella regione per i prossimi sette anni. Vediamoli di seguito. 

Quali interventi e quali investimenti

Dal potenziamento del tratto laziale della via Salaria (700 milioni), al completamento della autostrada Orte-Civitavecchia (472 milioni), la bretella Cisterna-Valmontone (665 milioni), la Roma-Latina (2,1 miliardi), il potenziamento del tratto laziale della A24 e della A25 (1 miliardo) e il proseguimento della Civitavecchia-Livorno (300 milioni) per restare sugli assi stradali, per passare poi al fronte ferroviario con il potenziamento della Roma-Pescara (1,3 miliardi), la chiusura dell'anello ferroviario di Roma (547 milioni), la metro C di Roma (3,7 miliardi) e infine il potenziamento dell'acquedotto del Peschiera (700 milioni) e della rete di pubblica sicurezza nella Capitale (200 milioni). 

"Lazio, futuro in corso" è stata l'occasione per fare il punto della situazione da parte del presidente della Regione, Nicola Zingaretti, insieme al presidente del Consiglio regionale, Mauro Buschini, gli assessori a Bilancio e Lavori Pubblici-Trasporti, rispettivamente Alessandra Sartore e Mauro Alessandri, l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti, il presidente dell'Autorità Portuale del mar Tirreno centro settentrionale, Pino Musolino, del presidente di Unioncamere Lazio, Lorenzo Tagliavanti, del presidente di Unindustria, Angelo Camilli, e della rettrice dell'Università La Sapienza di Roma, Antonella Polimeni. 

"Il Lazio guarda al futuro"

Le novità per le ferrovie

Tra le opere che la Regione vuole mettere in campo per rilanciarsi (diverse delle quali finanziate dall'ultimo decreto semplificazione e alcune contenute nel Recovery plan regionale) anche le 286 (da 400 milioni di euro) contenute nel piano 2020/21 dell'Astral (tra cui la via Nettunense Green, le strade collegate ai mondiali di canottaggio di Sabaudia e le infrastrutture per la Ryder Cup a Roma nel 2022) e il grande piano di Ferrovie dello Stato da 18 miliardi. In questo senso, tra le principali novità ci sono il piano da 88 stazioni (di cui 10 ultimate) da 700 milioni complessivi, il raddoppio della FL2 tra Lunghezza e Guidonia (320 milioni), quello della FL3 da Cesano a Bracciano (500 milioni), il nodo Pigneto a Roma (24 milioni) e la fermata dell'alta velocità di Ferentino e Supino (80 milioni). Sempre in tema di ferrovie, sono contemplati anche l'acquisto di 38 nuovi treni sulla Roma-Viterbo e la Roma-Lido, 19 milioni di euro per la manutenzione di tutti i convogli che circolano su queste due linee, interventi nelle stazioni e per lavori tecnologici, il potenziamento del deposito Acqua Acetosa e il nuovo deposito Ostia Lido.

Le opere stradali

Tra le principali opere stradali per il "Lazio del futuro" troviamo il completamento delle 4 corsie sulla via Tiburtina, l'adeguamento e il bypass da Sutri sulla via Cassia, il doppio senso di marcia con Anas sulla Rieti-Torano, la strada statale Monti Lepini, il collegamento Canepina-Vignanello-Vallerano con la Orte-Civitavecchia e i collegamenti stradali Fornaci-Nomentana e Prenestina Nuova-Lunghezza. Sul fronte del ferro, invece, ci sara' la riattivazione della Civitavecchia-Capranica-Orte, il prolungamento della Metro A di Roma fino ad Anagnina, il nuovo sistema intermodale della citta' di Tivoli, i potenziamenti della FL5 (Roma-Civitavecchia) e della FL8 (Roma-Latina) e i ripristini della Formia-Gaeta (cosiddetta Littorina) e della Priverno-Fossanova-Terracina.

Investimenti e posti di lavoro 

Gli interventi per l'ampliamento delle infrastrutture materiali e immateriali del Lazio nei prossimi 5/7 anni potranno portare da un minimo di 125mila a fino 270mila nuovi posti di lavoro e un impatto sul pil regionale di centinaia di milioni di euro. Il dato, raccontato dall'assessore regionale al Bilancio, Alessandra Sartore, scaturisce da un'analisi condotta dagli uffici regionali competenti per avere una stima dell'impatto nella spesa pubblica per l'ampliamento delle dotazioni infrastrutturali regionali, affiancando a quelle portuali e digitali quelle ferroviarie e stradali. Attraverso l'uso (per la prima volta) del modello Irpet (mutuato dalla Toscana) e denominato Input-Output BI-regionale (cioè il Lazio confrontato al resto d'Italia) "abbiamo costruito - ha spiegato Sartore - due scenari a cinque e sette anni, tenendo distinti il portafoglio progettuale, per cui è garantita la necessaria provvista finanziaria, da quello la cui realizzazione è legata alle decisioni che verranno assunte dal governo e negoziate con la Commissione Ue rispetto al piano nazionale per la ripresa e la resilienza". 

Scenario a 5 anni 

Il primo scenario è "in parte già in attuazione e riguarda esclusivamente le reti stradali e ferroviarie. Le ipotesi formulate per la stima dell'impatto economico per l'ampliamento delle infrastrutture stradali regionali prevedono un investimento pubblico, ripartito in quote annue costanti, di 285 milioni per opere civili e 95 milioni per macchinari e noleggi - ha dettagliato Sartore - i risultati, con le ipotesi date, indicano che il pil annuo generato si incrementerebbe di 248 milioni nel territorio regionale e 63,4 milioni nel resto d'Italia. Il valore aggiunto annuo è stimato in circa 200 milioni nel territorio regionale e 62 milioni come valore aggiunto attivato nel resto d'Italia. L'investimento pubblico annuo per le infrastrutture statali supporterebbe una domanda di lavoro pari a 3600 unità di lavoro all'anno".

Passando alle ferrovie regionali, si prevede "un investimento pubblico in quote annue costanti di 1,036 miliardi per opere civili, di cui 680 milioni per armamemanto e altrettanti per le attrezzature. I risultati relativi all'ampliamento della dotazione ferroviaria indicano che il Pil annuo generato sarebbe pari a 1,390 miliardi nel territorio regionale e 590 milioni nel resto d'Italia. Il valore aggiunto annuo è stato stimato in 1,205 miliardi nel territorio regionale e 578 milioni come valore aggiunto attivato nel esito d'Italia. L'investimento per infrastrutture ferroviarie è in grado di sostenere una domanda di lavoro di oltre 21mila unità all'anno". 

Scenario a 7 anni

Per quanto riguarda invece lo scenario a sette anni "derivato da interventi programmati nel documento linee di indirizzi 21/27 e della Next Generation Lazio, riguarda reti stradali, ferroviarie, portuali e digitali. Gli interventi e i relativi finanziamenti si affiancheranno a quelli considerati nel primo scenario, in parte deriverebbero dalle attribuzioni del PNRR e in parte dal fondo sviluppo e coesione 21/27 - ha continuato Sartore - su questo scendo scenario abbiamo studiato l'impatto economico diretto e indiretto di un ampliamento della rete portuale e digitale. Le ipotesi formulate per la stima dell'impatto economico derivato dall'ampliamento delle infrastrutture portuali regionali, prevedono un investimento in quote annue costanti di 141 milioni per opere civili, 5 milioni per acquisto macchinari, 5 milioni per acquisto di attrezzature e 5 milioni noleggio di macchinari. Il pil annuo generato sarebbe pari a 148 milioni nel territorio regionale e 61 milioni nel resto d'Italia. Il valore aggiunto annuo e' stato stimato in 118 milioni nel territorio generato e quello attivato nel resto d'Italia sarebbe pari a circa 60 milioni. L'investimento annuo in infrastrutture portuali sarebbe in grado di supportare 2.200 unità di lavoro all'anno".

Per la rete digitale regionale "abbiamo previsto una spesa di investimento annua costante di 129 milioni per opere civili, 7 milioni per acquisto di attrezzature e 7 milioni per il noleggio dei macchinari. L'ampliamento della rete digitale, attribuibile per lo più alla voce 'opere civili', indica che il pil annuo generato sarebbe pari a 104 milioni nel territorio regionale e 18 milioni nel resto d'Italia. Il valore aggiunto annuo attivato è stato stimato in 88 milioni per il territorio regionale e quasi 18 milioni per il resto d'Italia. L'investimento pubblico annuo sarebbe in grado di sostenere 1.600 unità di lavoro annuo". 

Del secondo scenario fa parte anche "l'ipotesi di un'ulteriore dotazione finanziaria per il completamento della maglia stradale ferroviaria. È sufficiente - ha aggiunto Sartore - richiamare l'evidenza di un ulteriore impulso occupazionale che verrebbe garantito dagli interventi aggiuntivi che è possibile quantificare in 10mila unità di lavoro all'anno, 4.700 per opere stradali, 5.300 per opere ferroviarie per un periodo di sette anni. Nel terzo trimestre 2020 nel Lazio c'erano 287mila persone in cerca di lavoro, secondo gli ultimi dati Istat, 74mila in più rispetto al 2019 e questi dati possono peggiorare se non interveniamo". 

Insomma, "secondo queste analisi gli interventi infrastrutturali già previsti nel Lazio garantiscono quasi 25mila posti di lavoro a tempo pieno l'anno per un periodo di 5 anni, solo con riferimento alla sola fase di cantiere e senza considerare l'effetto moltiplicativo sulla competitività del sistema regionale per il lungo periodo - ha concluso Sartore - la possibilità di incrementare il portafoglio di finanziamenti con il negoziato europeo sul Recovery e il negoziato nazionale sul nuovo ciclo del Fondo sviluppo e coesione, innalzerebbe le opportunità occupazionali fino a coinvolgere complessivamente 38.400 unità di lavoro a tempo pieno all'anno per sette anni".  

(fonte Agenzia Dire) 
 

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