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Esclusioni dal bando dei residence, interrogazione alla sindaca: "Quanti sono i casi simili?"

A presentarla il consigliere di Sinistra per Roma, Stefano Fassina

Dovrà rispondere la sindaca Virginia Raggi sul caso del cittadino italiano di origini straniere escluso dal nuovo servizio di assistenza alloggiativa per non aver presentato il permesso di soggiorno. Il consigliere del gruppo Sinistra per Roma, Stefano Fassina, ha depositato un’interrogazione a risposta scritta chiedendo alla prima cittadina di chiarire in merito ad una serie di aspetti.

La denuncia è partita ieri dal sindacato Unione Inquilini e riguarda un residente in un Centro di assistenza alloggiativa temporanea escluso dal bando per accedere al Servizio di assistenza e sostegno socio alloggiativo per non aver presentato il permesso di soggiorno. Un errore, dal momento che l’inquilino in questione è italiano e in allegato ha presentato la carta di identità. Non solo. Gli uffici preposti gli avrebbero anche comunicato di non presentare un eventuale ricorso in quanto sarebbe stato ‘tecnicamente inammissibile”. Mentre una successiva comunicazione inviata al sindacato dagli uffici competenti ha assicurato che ci sarà possibilità di intervenire. 

Non un caso isolato. “All’Unione Inquilini risulterebbero altri casi di rigetto illegittimo delle domande anche alla luce del fatto che su 1200 famiglie residenti ad oggi nei Caat, sarebbero inammissibili circa 600 domande presentate per i Sassat, rigettate, in alcuni casi, anche per motivi futili o insussistenti” continua l’interrogazione. 

Inoltre, “la pubblicazione, nel mese di agosto, della graduatoria di accesso ai Sassat e conseguentemente il termine del 17 settembre 2018 come data per la presentazione di eventuali ricorsi, non appaiono scelte volte ad assicurare percorsi di partecipazione agevoli e trasparenti agli utenti, tra l’altro appartenenti a fasce deboli e disagiate”. Il tutto considerando che “ad oggi, la procedura volta al reperimento di alloggi da destinare all’assistenza alloggiativa temporanea alternativo ai Caat non ha prodotto i risultati auspicati (il bando è andato deserto) e quindi non sussiste alcuna motivazione che giustifichi la scelta della pubblicazione della graduatoria in agosto”. 

Da qui l’interrogazione rivolta alla sindaca. “Quali iniziative si intendano adottare per accertare le responsabilità” e “per sanare gli eventuali errori commessi”? “Non ritiene necessario intervenire presso gli uffici competenti […] dato che da queste domande deriva la possibilità di avere assistenza o meno per famiglie in disagio economico e sociale”? “Il dato numerico di 600 domande dichiarate inammissibili, su circa 1200 famiglie presenti nei Caat corrisponde al vero o, in caso contrario, a quanto ammonta”? Infine. È possibile “conoscere attraverso la produzione di una dettagliata casistica, le motivazioni alla base delle domande per accedere ai Sassat dichiarate inammissibili specificando se tra queste figurano e in quale percentuale motivazioni qualificabili come mere irregolarità, irrilevanti e quindi sanabili”?

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