Emergenza casa, l'appello degli occupanti: "La politica non ci tratti come delinquenti"
Incatenati davanti al dipartimento politiche abitative, chiedono una casa e non di essere considerati "clan". Il sindacato inquilini incontra lo staff di Zevi: "Dialogo positivo"
All'indomani del blitz della polizia locale e del commissariato Tiburtino, che ha portato allo sgombero di quattro appartamenti occupati a San Basilio, il sindacato degli inquilini Asia-Usb ha risposto con un contro-blitz alla sede del dipartimento politiche abitative di Roma Capitale. Mercoledì 2 marzo, insieme ad un gruppo di inquilini sotto sfratto, gli attivisti si sono incatenati all'ingresso e hanno chiesto un incontro con l'assessore Zevi.
"In questa città chi chiede una casa viene trattato come un delinquente - urla al megafono Michelangelo Giglio di Asia - e di fronte a migliaia di sfratti la giunta, il sindaco, la politica tutta si girano dall'altra parte". Agli attivisti e a chi è sotto sfratto non va giù che gli sgomberi delle occupazioni vengano catalogate come atti di legalità contro i clan, termine quest'ultimo usato dal sindaco Gualtieri per commentare l'operazione a San Basilio. "Siamo famiglie che lavorano, andiamo a fare le pulizie", commenta Viviana, svegliata alle 6.45 di martedì scorso insieme ai tre figli minorenni e messa alla porta nonostante la richiesta di assegnazione provvisoria inoltrata a maggio 2021.
Alla fine l'incontro - con lo staff dell'assessorato - c'è stato. E' stato "molto positivo" fanno sapere. "Si sono presi carico di affrontare alcune delle problematiche che abbiamo portato sul tavolo - spiega Giglio - come per esempio Fabrizio, che il 9 marzo verrà sfrattato e che ha problemi di salute e un figlio disabile al 100%. Ha bisogno di una casa, non può rimanere per strada". Ma il punto è sempre lo stesso: "Aspettiamo risposte dalla politica - conclude Michelangelo -, ci vuole una gestione differente del tema casa. Vanno assegnati gli alloggi e garantito il passaggio da casa a casa per chi è sotto sfratto". Giovedì 10 marzo alle 10.30 nuovo appuntamento, stavolta davanti alla sede di Ater a lungotevere Tor di Nona. Un'altra protesta, un altro possibile incontro per chiedere lo stop agli sgomberi.