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Sanità, l'allarme di Fials su Quota 100: "Il 53% degli infermieri può andare in pensione nel 2019"

Segreteria Regionale Fials Lazio in una nota: "Il deficit potrebbe raggiungere le 6 mila unità"

Un turnover bloccato da anni e gli effetti di 'Quota 100'. La finestra di pensionamento anticipato per i 62enni con 38 anni di contributi sulle spalle, misura cardine della legge di Bilancio 2019 del governo giallo-verde, continua a far paura alla sanità del Lazio. Gli ultimi dati sono stati forniti dalla Segreteria Regionale Fials Lazio con una nota: "Per quanto riguarda il personale infermieristico si stima che almeno il 53% di chi ha maturato i requisiti usufruirà del decreto e che nell’arco dell’intero anno potranno essere oltre 2.500, su un totale di 5.300, gli infermieri che andranno in pensione. Una carenza che a fine 2019 si concretizzerà in un deficit pari a oltre 6.000 infermieri nelle aziende sanitarie pubbliche di tutto il territorio regionale".

Un stima che va ad aggiungersi agli "effetti decennali del blocco del turnover dovuti al piano di rientro dal deficit accompagnati ai pensionamenti hanno prodotto a fine 2018 una carenza pari a 4.600 unità lavorative del settore sanitario tra medici, infermieri, tecnici e collaboratori amministrativi". Al contempo, continua il sindacato "qualche deroga ha consentito di rimpiazzare soltanto piccole percentuali di professionisti quanto invece ai collaboratori sanitari ci si è affidati erroneamente a cooperative e manodopera in affitto. A queste carenze di personale così platealmente manifeste ci si andranno a sommare gli effetti di ‘Quota 100’ che potranno essere devastanti per l’assistenza erogata senza la possibilità di avviare nuove assunzioni”.

Di contro, continua la nota, "il testo dell’emendamento che sarà inserito nel primo dispositivo normativo utile concordato tra i ministeri di Salute, Economia, Pubblica amministrazione e Regioni per lo sblocco del tetto di spesa del personale sanitario (che ad oggi impone alle Regioni di rispettare i valori di spesa del 2004 ridotto dell’1,4%) e considerato una panacea per il fabbisogno di personale consentirà al Lazio ben poca cosa". Il motivo? "Solo a partire dal 2021, l’incremento di spesa del 5 per cento, viene subordinato all’adozione di una metodologia per la determinazione del fabbisogno di personale degli enti del Servizio sanitario nazionale. La ripercussione di questo testo anziché essere migliorativa per il territorio andrà ad amplificare la disomogeneità del Lazio rispetto alle regioni del nord. Visto che il Lazio deve rispondere ancora per quest’anno ai vincoli del piano di rientro dal deficit".  

Il testo, per Fials, "invece che supportare un processo di uniformità dell’offerta assistenziale andrà a migliorare esclusivamente la spesa delle Regioni cosiddette ‘virtuose’ che già, in questi ultimi 9 anni, sono state in grado di spendere maggiori risorse provenienti dai propri bilanci e a peggiorare quelle con i bilanci in passivo" conclude la nota. 

Qualche settimana fa la Regione, in risposta alle prime preoccupazioni in merito al numero di prepensionamenti, effetto di 'Quota 100', aveva fatto sapere di aver riattivato il sistema dei concorsi. Come quello al Sant’Andrea dal quale, si stima, arriveranno circa mille infermieri che potranno essere impiegati anche in altre aziende o altre Asl. Anche la Cisl Fp Lazio, sulle pagine di Romatoday, aveva chiesto un "cambio di passo". Le stime del sindacato, "dicono che per farlo abbiamo bisogno di circa 10 mila unità di nuovo personale". 

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