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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Vertice Raggi-Minniti sugli sgomberi. E per chi attende una casa: ''Usare le caserme''

Le proposte della sindaca per quanti attendono in graduatoria

A distanza di otto giorni dagli idranti in piazza Indipendenza, si è tenuto l'incontro tra la sindaca Virginia Raggi e il Ministro dell'Interno Marco Minniti. Un vertice di oltre due ore che si è svolto in un clima "pienamente costruttivo", si legge in una nota congiunta, convocato con l'obiettivo di trovare un'intesa sugli sgomberi degli edifici occupati da senza casa. Il ministro Minniti "ha illustrato le linee guida in via di definizione da parte del Ministero, fondate su due pilastri, uno nazionale e uno territoriale a partire dalle Città Metropolitane per affrontare il problema degli sgomberi e il tema delle fragilità sociali" spiega la nota. 

Raggi aveva richiesto di parlare con il ministro dell'Interno qualche giorno dopo lo sgombero del palazzo di via Curtatone, occupato da rifugiati del Corno d'Africa, quando gli sgomberati accampati nell'adiacente piazza Indipendenza, che tutt'ora dormono per strada, vennero allontanati mettendo in azione gli idranti con scene di disordini che fecero il giro del mondo. Si è attivato anche il Viminale che vuole continuare nel suo piano di sgomberi puntando però sulla "collaborazione interistituzionale, come quella già in corso con la Regione" nel tentativo di evitare il ripetersi di quanto accaduto. Oltre l'emergenza, il tema oscillava tra la casa e le politiche di accoglienza. Due temi in merito ai quali, riporta ancora la nota frutto dell'incontro tra la sindaca e il ministro dell'Interno, andrann stabilite le priorità "nel rispetto dei principi di legalità e di umanità". 

Raggi ha consegnato sul tavolo del ministro dell'Interno due proposte: da un lato la "messa a disposizione delle caserme" dall'altro la "riattivazione del mercato immobiliare" utilizzando le tante case sfitte e invendute costruite a Roma. Case che, ha ribadito la sindaca, andranno destinate solo a quanti sono in graduatoria per l'assegnazione di una casa popolare, tra cui anche molte famiglie di occupanti, confermando di fatto la propria volontà a non applicare la delibera regionale che dà una risposta anche alle occupazioni.  

Ha spiegato Raggi: "La messa a disposizione delle caserme, quelle che hanno gli alloggi di servizio, che potrebbero essere riadattate per abbassare le liste d'attesa". Una misura, in verità, già prevista dal cosiddetto Sblocca Italia che all'art. 26 stabilisce 'Misure urgenti per la valorizzazione degli immobili pubblici inutilizzati' prevedendo la possibilità di presentare "progetti di recupero ai fini dell'edilizia residenziale pubblica". La seconda proposta, "a mio avviso interessante, è quella di riattivare il mercato immobiliare, a Roma abbiamo oltre 200 mila case tra sfitte e invendute, questo consentirebbe da un lato di abbattere le liste d'attesa, dall'altro di riattivare un settore economico in grave crisi da parecchi anni. Fattivamente stiamo lavorando, a breve sarà emanata questa direttiva, peraltro anche sugli sgomberi, ci saranno ulteriori iniziative che il ministro porrà in essere". 

"Raggi ha commesso un errore grossolano" il commento di Massimo Pasquini, di Unione Inquilini. "E' andata a chiedere di poter utilizzare i beni del Demanio ad un ministro non competente in materia come quello dell'Interno. Sarebbe stato più serio chiedere un incontro con il ministro delle Instrastrutture, con quello dell'Economia o con l'Agenzia del Demanio". A Minniti, continua Pasquini "avrebbe dovuto chiedere un anno di moratoria degli sgomberi e degli sfratti esecutivi per prendersi il tempo necessario di attivare le necessarie politiche abitative, dal recupero di immobili pubblici all'applicazione della legge regionale. Sempre al ministro dell'Interno avrebbe potuto chiedere di intervenire verso il prefetto Paola Basilone chiedendole di proseguire con la commissione della graduazione degli sfratti. Ma pensare di elaborare interventi di Politiche Abitative con il ministro dell'Interno è follia pura. 

Intanto, resta non chiaro che fine faranno le famiglie sgomberate ad agosto da due palazzi, quello di via Quintavalle e quello di via Curtatone, che ancora oggi dormono per strada. Continua anche la mobilitazione del Movimento per il diritto all'abitare che questa mattina si è dato appuntamento in piazza dell'Esquilino.

"Siamo d'accordo a discutere del tema dell'utilizzo del patrimonio pubblico dismesso ma c'è un problema immediato da affrontare: ci sono ancora centinaia di persone che vivono per strada con bambini che presto dovranno tornare a scuola" commenta Margherita Grazioli, del Movimento per il diritto all'abitare. "Utilizzando quei 30 milioni di euro già disponibili si potrebbe iniziare da subito a trovare risposte alloggiative. Raggi ha parlato di 200 mila case sfitte: perché non utilizzare fondi a disposizione? Ribadiamo inoltre che per noi la fragilità sociale è un fattore economico legato alla crisi e per questo motivo, nel definire le fragilità, si potrebbe ricorrere ai parametri Erp per l'edilizia pubblica". 

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