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Pulizia post incidente, Roma senza appalto. Anche Zaghis ammette: "Non tocca ad Ama, servono ditte attrezzate"

L'azienda municipalizzata ha ribadito di non volere e potere espletare il servizio

"Le operazioni di pulizia e ripristino delle condizioni di sicurezza e viabilità a seguito di incidenti stradali non rientrano nel perimetro delle attività regolamentate dal Contratto di Servizio tra Ama e Roma Capitale. L’azienda è affidataria e titolare dei servizi di igiene urbana sul territorio comunale ma tra questi, come già ribadito in altre occasioni, non è compresa la rimozione dei resti dal manto stradale a seguito di sinistri e la conseguente messa in sicurezza e riapertura al traffico veicolare delle aree coinvolte". 

Così in una nota Ama spiega come si sia arrivati alla chiusura della via Tiburtina per quasi 5 giorni, in seguito ad un incidente stradale avvenuto la notte dello scorso 23 luglio con successiva mancata immediata pulizia del manto stradale. Poi la chiusura di un tratto di SR5, causa presenza di detriti che rendevano il transito pericoloso per i veicoli che vi sarebbero dovuti passare. Nel pomeriggio del 27 luglio la riapertura della consolare, dopo l'intervento di pulizia del manto stradale. 

Una situazione non nuova quella che si è presentata sulla via Tiburtina in questo mese di luglio che affonda le sue radici all'ultima parte dell'amministrazione dell'allora Sindaco Ignazio Marino e che ha visto nell'inerzia della gestione della Raggi e dei Cinque Stelle una colpevole responsabile.  

Proprio Ama, in relazione alla mancata pulizia della via Tiburtina ha precisato: "Si tratta, come regolamentato anche dal Codice della Strada, di servizi di altra natura e diversa portata rispetto alla specifica attività di gestione dei rifiuti. Questi interventi, infatti, richiedono l’opera di ditte specializzate, dotate di attrezzature idonee e mezzi speciali per ripristinare condizioni di sicurezza per la mobilità dei veicoli e dei cittadini, anche in ragione della necessità di recuperare i costi dalle compagnie assicurative coinvolte. In via Tiburtina il personale Ama ha comunque eseguito, su richiesta motivata da urgenza, ordine pubblico e sicurezza da parte della Direzione Generale di Roma Capitale e con il consueto spirito di servizio e collaborazione verso le istituzioni, un intervento straordinario per provvedere alla rimozione dei resti dei veicoli coinvolti nell’incidente dal manto stradale".
 
Ma come si è arrivati a questa situazione? La prassi attuale ormai da anni è questa: se c'è un incidente i vigili chiamano, ma di fatto l'Ama dovrebbe dire "non è mia competenza". "In tanti", hanno raccontato nel corso del tempo alcuni agenti della Polizia Locale a RomaToday, "di fatto fanno così. Poi ci sono gli operatori più disponibili che arrivano e puliscono".

Ama ha più volte ribadito di non volere e potere espletare il servizio. L'ha fatto sotto la gestione Fortini e sotto quella di Stefano Bina (cinque stelle) che nel 2017 sollecitava la stipula di una convenzione per questo servizio, attualmente non ricompreso nel contratto di servizio. Lo fece, ad esempio, l'8 febbraio 2017 quando ribadì all'allora comandante generale dei vigili urbani, Diego Porta, che "in assenza della stipula di una convenzione, Ama si vedrà costretta a sospendere il servizio". La convenzione però non può farla il comando di via della Consolazione, per mancanza di indicazione politica.

Una questione datata dunque, di cui l'amministrazione è a conoscenza, ma sulla quale oramai tace da quattro anni. A lanciare per primo l'allarme fu l'allora Comandante della Polizia Locale di Roma Capitale Diego Porta che nel 2017 ammetteva: "Ultimamente abbiamo due grossi problemi, il "presidio" delle buche e la mancanza della bonifica post incidente stradale, visto che Ama da mesi non interviene più: abbiamo segnalato da tempo questo problema all'amministrazione, che quindi ne è al corrente. È una situazione - concludeva Porta - che per ore intere immobilizza le nostre pattuglie, che già sono poche, su alcuni tratti di strada". 

Una grana poi passata nelle mani del Comandante Antonio Di Maggio che, de facto, ufficialmente non ha mai ammesso le difficoltà, convinto, da uomo fedele e fiducioso nelle istituzioni, che si potesse trovare una soluzione rapida che, allo stato attuale, non sembra ancora essere stata trovata. 

Prima di Ama, il servizio era svolto da un'azienda a cui veniva data una cosiddetta concessione di servizi. In sostanza se c'era un incidente arrivavano i mezzi di Sicurezza e Ambiente (il nome della società, ndr), pulivano e poi mandavano il conto all'assicurazione dell'"auto in torto". Per Ama invece il servizio è solo un costo non essendo per ora strutturata per il "recupero crediti". Da qui i ripetuti inviti dell'azienda di nettezza urbana a bandire una gara per l'affidamento del servizio, rimasto da allora lettera morta. 

Ma per quale motivo? Perchè si tratta di un bando che non prevede risorse da parte del Comune, ma nel quale si metterebbe solo a disposizione la concessione di un servizio a favore di un privato. Un bando a cui potrebbero partecipare in maniera trasparente più aziende e si sceglierebbe il migliore. 

Una cosa semplice, a costo zero ma che nella Capitale che non sa fare un bando diventa però complicatissima. Ma che, nel vicino Comune di Ciampino hanno oramai risolto da tempo, attuando quello che prima del 2015 veniva fatto anche a Roma. 
 

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