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Cerroni, Monti dell'Ortaccio e Photoshop: così è scomparso il lago dal sito della Valle Galeria

Come emerge nell'ordinanza con cui sono stati disposti i domiciliari a Cerroni e altre sei persone, la presenza di acqua è stata cancellata “al fine non di far vedere che in realtà i lavori di scavo hanno attinto dalla falda”

Per eliminare dalle fotografie allegate alle istanze di autorizzazione il 'laghetto' che si era venuto a creare in seguito agli scavi nell'area di Monti dell'Ortaccio hanno fatto ricorso anche al fotoritocco. Come emerge dalle oltre 400 pagine di ordinanza con cui sono stati disposti i domiciliari a Manlio Cerroni e altre sei persone, la presenza di acqua in superficie, attribuita dai diretti interessati a precipitazioni meteoriche, è stata cancellata “al fine non di far vedere che in realtà i lavori di scavo hanno attinto dalla falda”. Per la precisione si tratta della vicina cava dei Monti del Lumacaro, ma come analizza il gip è “proprio sulla confusione tra queste due aree che si concentrerà gran parte della condotta decettiva del Colari”. 

È corposo il filone dell'inchiesta sulla gestione dei rifiuti del Lazio che ruota attorno al sito di Monti dell'Ortaccio, non molto distante da Malagrotta, secondo quanto emerge prescelto da Cerroni e dai 'suoi' fin dall'inizio come luogo destinato a raccogliere l'eredità della storica discarica. Analizzando le carte il gip Massimo Battistini sembra non avere dubbi: “Cerroni e i suoi accoliti hanno posto in essere tutta una serie di condotte fraudolente volte a indurre in errore gli enti preposti al controllo dell'istruttoria su Monti dell'Ortaccio al fine di ottenere l'autorizzazione”.

Tra i reati contestati nella 'filone Monti dell'Ortaccio' infatti c'è anche la deviazione della falda acquifera della Cava di Monti del Lumacaro causata da scavi che hanno raggiunto una quota inferiore ai limiti consentiti. Tra gli altri reati contestati per il sito in questione c'è lo “sbancamento di ingenti quantitativi di terreno (oltre 3.100.000 metri cubi) e la realizzazione dell'invaso di una futura discarica”. Il tutto, a differenza di quanto sostenuto in più occasioni dal Colari, “in assenza di permessi a costruire”. Due le 'carte' addotte dal Colari per sostenere il contrario: per il sito infatti era stata prima accordata nel 2002 un'autorizzazione per stoccare cdr, “mai attivata”, e della durata di cinque anni. In seguito, nel 2008, l'escavazione di terre per il capping della discarica di Malagrotta che per gli inquirenti però “non ha in alcun modo autorizzato [..] la realizzazione dell'invaso di Monti dell'Ortaccio”. Infine, tra i reati contestati, anche lo smaltimento “abusivo” delle terre di scavo nella discarica di Malagrotta senza che queste venissero classificate, e smaltite di conseguenza, come “rifiuti speciali”. 

Monti dell'Ortaccio del resto non è un sito qualsiasi. Leggendo le pagine dell'ordinanza si evince come da diversi anni la cava a pochi passi dalla discarica 'più grande d'Europa' era stata scelta dal 'supremo' come quella destinata a sostituire la prima. Nell'ordinanza si cita un'intercettazione tra Mario di Carlo, allora assessore alla Casa con delega ai Rifiuti per la Regione Lazio governata da Piero Marrazzo, e Luca Fegatelli, al tempo dirigente dell'Area Rifiuti della Regione Lazio. Il dialogo, che risale al 17 ottobre 2008, viene definito dal Gip “vero e proprio manifesto programmatico del gruppo”. I due parlano delle autorizzazioni a Monti dell'Ortaccio. 

“Dovremmo capire come innescarla perchè secondo me il comune di Roma non ce lo dirà mai apri Monti Dell'Ortaccio, quindi noi dobbiamo trovare una strada” afferma Di Carlo. Poi continua: “Cioè noi dobbiamo diciamo o costruire una proroga a.. finalizzata di Malagrotta all'apertura dei Monti dell'Ortaccio oppure viceversa dobbiamo o... diciamo construire una... l'impossibilità di prorogare Malagrotta”. Gli fa eco Fegatelli: “E certo attivare subito Monti dell'Ortaccio”. Conferma Di Carlo: “Esatto quindi far impiantare Monti dell'Ortaccio l'emergenza connessa alla chiusura di Malagrotta”. Per il gip “il tempo darà ragione a questa seconda ipotesi”. 

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