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Giallo sull'arresto di Cerroni: la prima richiesta dei pm venne rubata nel 2013

Il fascicolo venne depositato dalla procura il 21 marzo 2013. Il 16 luglio la scoperta della scomparsa. Il furto "deve con ogni probabilità ricondursi alla sfera di influenza esercitata dagli odierni indagati"

L'inchiesta sulla gestione dei rifiuti nel Lazio si tinge di giallo. La richiesta di arresto del 'Re dei rifiuti' Manlio Cerroni e di altre 6 persone fu depositata dalla procura di Roma il 21 marzo del 2013 ma il carteggio, custodito nell'ufficio del gip Massimo Battistini, venne rubato. La scoperta del furto però avvenne solo il 16 luglio successivo. La procura aprì un fascicolo, contro ignoti, per furto e i pm Alberto Galanti, Maria Cristina Palaia e Simona Maisto furono costretti a risollecitare le misure cautelari presso il domicilio con un nuovo provvedimento. L'arresto venne così rallentato dal furto. 

Nella nuova richiesta i pm scrivono: "Non può non sottolinearsi come la sottrazione degli atti del fascicolo depositato presso codesto ufficio gip dell'originale della richiesta di misura cautelare, come da denuncia resa in data 16 luglio 2013, pur essendo allo stato commesso da soggetti ignoti, deve con ogni probabilità ricondursi alla sfera di influenza esercitata dagli odierni indagati, la cui 'ognipresenza' all'interno della pubblica amministrazione è conclamata da una serie infinita di riscontri". 

Oggi sono iniziati gli interrogatori. In due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del gip Massimo Battistini. Si tratta di Giuseppe Sicignano, già supervisore delle attività operative condotte presso gli impianti di Cecchina e Francesco Rando, amministratore unico di molte imprese riconducibili a Cerroni. Come spiegano gli avvocati la decisione è legata in primo luogo alla necessità di conoscere tutti i documenti depositati dalla procura. Piero Giovi invece socio di imprese e storico collaboratore di Manlio Cerroni ha deciso di difendersi davanti al gip di Roma. 

Domani fissati gli interrogatori di Bruno Landi, ex presidente della Regione Lazio e di Manlio Cerroni, ritenuto il 'dominus' dell'associazione per delinquere contestata dalla procura e patron di Malagrotta. Come ha spiegato il suo legale, Giorgio Martellino, l'avvocato 87enne risponderà alle domande del Gip “per quanto possibile”. Il motivo risiede nel fatto che “il dischetto con gli atti integrali del procedimento è arrivato solo oggi” e si tratta di oltre centomila pagine; c'è quindi bisogno di tempo per studiarli. “Su alcune questioni è possibile che ci riserviamo di rispondere in un secondo tempo ma non c'è alcuna intenzione di sottrarsi al contraddittorio”.

Giovedì 16 gennaio completeranno il primo giro di interrogatori Luca Fegatelli, già dirigente dell'Area Rifiuti della Regione Lazio, e Raniero De Filippis, responsabile del Dipartimento del territorio della Regione Lazio. Il primo, come ha riferito il suo legale Domenico Oropallo, che difende anche Sicignano, presenterà una memoria difensiva e rinvierà a una prossima occasione le risposte alle domande del giudice Massimo Battistini. “Compatibilmente con i tempi ingenerosi a nostra disposizione presenteremo della documentazione”, ha affermato l'avvocato di Fegatelli. 

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