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Incendio Tmb Salario, telecamere ko dal 7 dicembre. Indaga la Procura, Ama avvia verifiche

Disastro colposo è il reato ipotizzato. Intanto Ama ha avviato accertamenti interni

Mentre l'impianto di via Salaria 981 continua a fumare - per quelli che sembrano essere gli ultimi vaggiti della sua esistenza - le cause dell'incendio che ha interessato l'impianto di trattamento meccanico biologico sono al vaglio della Procura di Roma. L'ipotesi di reato è quella di disastro colposo e ad indagare è il Noe, nucleo operativo ecologico, dei Carabinieri. 

Le ipotesi di reato

Dall'autodombustione a un atto doloso, fino al sabotaggio, gli inquirenti della Procura di Roma non escludono alcuna ipotesi e gli accertamenti tecnici serviranno proprio a capire le cause dell'incendio. Icarabinieri hanno ascoltato i vigilantes in servizio la notte dell'incendio. Obiettivo è fornire una prima relazione entro tempi stretti.

Quello che si sa ad oggi dell'incendio 

L'area andata in fiamme è stata sequestrata e i Vigili del Fuoco sono chiamati a fare una serie di analisi sia sulla Fos (in cui vengono trattati i rifiuti di umido) che sul Cdr (combustibile da rifiuti). Un passo ulteriore poi potrebbe essere l'affidamento di una perizia. Secondo quanto accertato le telecamere di videosorveglianza erano fuori uso dal 7 dicembre scorso. E' stata questa la prima verità emersa dopo il sopralluogo svolto in mattinata dal procuratore aggiunto Nunzia D'Elia e dai sostituti Luigia Spinelli e Carlo Villani. Il rogo è esploso nella vasca di ricezione dei rifiuti indifferenziati (una zona non accessibile dall'esterno) e per questo fortunatamente non ci sarebbe stata dispersione di diossina nell'aria o almeno non in quantità allarmante.

L'impianto non riaprirà 

Intanto tutti gli indizi portano a pensare che il Tmb Salario non riaprirà. Sono infatti molto pesanti i danni riportati dall'impianto dell'Ama. E' quanto emerge da chi la struttura l'ha visitata dopo il rogo. La situazione, a quanto apprende l'agenzia Dire, è questa: le fiamme hanno divorato la fossa all'ingresso dell'impianto e completamente distrutto uno dei due nastri. L'altro lo è parzialmente. La struttura è in parte compromessa mentre si sarebbe salvata la vasca di stabilizzazione dell'organico. 

"I Vigili del Fuoco- ha spiegato Caudo- mi hanno detto che questo incendio è stato di gran lunga peggiore di quello del 2015. Solo un folle ora potrebbe pensare di rimettere in piedi il Tmb. Da parte nostra presidieremo contro ogni tentativo di riapertura. Per noi questo sito potrebbe diventare un impianto per la gestione dei rifiuti secchi".  

L'inchiesta di Ama 

Parallelamente a quella della Procura si muove l'indagine Ama. L'azienda ha infatti comunicato di "avere avviato una indagine interna al fine di valutare la corretta applicazione delle procedure previste dalle norme e dai regolamenti aziendali".  C'è poi l'annuncio del rafforzamento "delle misure di sicurezza e sorveglianza anche negli altri impianti sul territorio".


 
 

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