Cosa succede ai rifiuti di Roma dopo l'incendio di Malagrotta
I due tmb di Malagrotta trattavano fino a ieri circa 1500 tonnellate al giorno di indifferenziato. In Ama è corsa alla ricollocazione presso impianti di privati
Questa mattina si riunirà una cabina di regia con i vertici di Ama, il Campidoglio e gli operatori che hanno contratti in essere con l'azienda. L'incendio che nella serata di ieri ha messo fuori gioco gli impianti per il trattamento dei rifiuti di Malagrotta prelude a una nuova emergenza, "grave", come l'ha definita lo stesso sindaco Gualtieri. Perché stavolta non ha a che fare con semplici lavori di manutenzione di qualche impianto o guasti riparabili in 24 ore, già comunque sufficienti a rallentare un ciclo rifiuti fragilissimo con conseguenze visibili per le strade della città.
Le conseguenze del rogo sul sistema rifiuti
Le fiamme, le cui cause accerterà la Procura che sta indagando sull'accaduto, hanno mandato in fumo il più grande impianto di trattamento meccanico biologico di Roma, uno dei due di proprietà della E.Giovi srl, di Manlio Cerroni, che trattava 900 tonnellate al giorno di indifferenziata. Sull'agibilità del secondo, gemello, di dimensioni leggermente inferiori, i tempi di ripristino sono comunque ancora da chiarire. Mentre scriviamo, con certezza, sono entrambi fuori uso.
Cosa significa? Roma produce circa 2500 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno e fino a ieri aveva tre tmb disponibili per il trattamento, passaggio necessario prima dello smaltimento nelle discariche e negli inceneritori. Oggi ne ha solo uno, quello più piccolo di Rocca Cencia, di proprietà di Ama, che ne tratta circa 500 tonnellate al giorno. Le altre 2000?
Il video | Brucia il tmb privato di Malagrotta
Verso nuovi affidamenti ai privati
Gli impianti di Cerroni ne trattavano più della metà, circa 1500 tonnellate al giorno (il quantitativo restante già era destinato a operatori privati fuori città). Che ora sono da ricollocare con urgenza, altrove. Difficile che la destinazione possa essere il Lazio, perché gli impianti di trattamento presenti fuori Roma, vedi il tmb della Rida Ambiente ad Aprilia, non hanno grandi disponibilità a livello quantitativo e sono spesso in difficoltà ad accogliere ulteriori quantità di rifiuti data l'assenza o quasi di discariche sul territorio (l'unica al momento attiva è quella di Ecologia Viterbo, sempre della galassia Cerroni). A meno che gli sbocchi finali per lo smaltimento non restino quelli già in essere per gli impianti di Malagrotta.
Più facilmente Ama potrebbe puntare ai gestori degli impianti fuori regione che già stanno dando una mano a Roma. Vedi l'Hera Ambiente in Emilia Romagna, che ha già affidamenti da parte di Ama per oltre 30 milioni di euro. Trasferte, si sa, dai costi salati, con medie che si aggirano intorno ai 220 euro a tonnellata.
I signori dei rifiuti a Roma
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Cerroni: "Non chiedete a me, c'è un amministratore giudiziario"
Dal 2018 a seguito di un decreto di sequestro preventivo impeditivo richiesto dalla Procura di Roma, tutto il sito di Malagrotta è nelle mani del dottor Luigi Palumbo, amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Roma. E a ricordarlo ci pensa il patron del sito dei rifiuti Manlio Cerroni. Non è a me "che vanno richiesti chiarimenti" sul rogo "io sono stato estromesso da tutto" scrive in una nota stampa, sottolineando che si stratta di una "vicenda drammatica che ha colpito non solo Malagrotta ma tutta Roma con danni economici ed ambientali e conseguenze inimmaginabili".