rotate-mobile
Politica

Malagrotta e la bonifica mancata: "Applicare qui la legge regionale sulle aree a rischio"

Gli esponenti di Europa Verde ricordano la normativa del 2019 che prevede la possibilità per la Regione Lazio di inserire Malagrotta e la valle Galeria nelle aree a rischio ambientale

Altro che "area a vocazione industriale", così com'è classificata oggi nel prg (piano regolatore generale). Per Malagrotta il Consiglio regionale del Lazio ha votato più volte la dicitura di "area a rischio" sul piano ambientale. La bonifica dell'intero sito però non è mai partita. E l'incendio scoppiato nella giornata di ieri, con conseguenze che si preannunciano disastrose per la zona e per l'intera città, sia sul piano ambientale che su quello dello smaltimento rifiuti, non può non ricordarlo.

"É l'ennesimo segnale di quello che diciamo da tempo. Aver continuato a intasare la valle del Rio Galeria con impianti altamente pericolosi e ad alto rischio, soggetti alla direttiva Seveso, ha significato costringere gli abitanti a vivere letteralmente sopra una polveriera pronta a esplodere". A parlare è il capogruppo capitolino di Europa Verde Nando Bonessio. Ricorda come la legge regionale n.13 del 2019, proposta allora dal consigliere Marco Cacciatore, se applicata a Malagrotta, avrebbe previsto la bonifica, lo stop alla realizzazione di ogni tipo di impianto industriale, e lo smantellamento graduale di quelli già presenti. 

Cosa dice la legge

La normativa votata tre anni fa prevede l'individuazione da parte della giunta regionale, d'intesa con gli enti locali interessati e le autorità competenti, degli ambiti territoriali e gli eventuali tratti marittimi ad essi prospicienti, caratterizzati appunto da "elevato rischio di crisi ambientale". Tra le condizioni necessarie per la classificazione, elencati all'articolo 2 del testo di legge, sia l'alterazione delle matrici ambientali (livelli di inquinamento di aria, acqua, suolo) che "l'elevata concentrazione di stabilimenti industriali con possibilità di incidenti rilevanti". Nell'area Malagrotta gli impianti sono 11, in un raggio di meno di due chilometri. La dichiarazione di area a rischio ambientale, si legge sempre negli articoli che compongono la normativa, "avviene sulla base di una relazione preliminare predisposta dagli uffici competenti, sentiti l'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Lazio (ARPA) e il Dipartimento di epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale, di seguito denominato dep Lazio".

"C'è uno strumento per fare in modo che la Valle Galeria venga salvaguardata prima dei disastri - spiega il consigliere di Europa Verde Marco Cacciatore - e con diversi ordini del giorno l'applicazione della legge anche all'area di Malagrotta è stata votata più volte in aula". Tutti atti finiti nel dimenticatoio. "Il fatto di non essere ancora intervenuti per tutelare la valle Galeria e i suoi cittadini è una grave condotta irresponsabile contro cui Europa Verde si batterà affinché la legge venga applicata". 

Poi la critica generale sulla necessità di spingere sulla raccolta differenziata. "Ricordo che a prendere fuoco in queste ore sono le ecoballe di rifiuti cdr - spiega ancora Bonessio - che si trovavano nell'impianto in attesa di essere trasportate negli inceneritori italiani. Non aumentare la differenziata di alta qualità attraverso il modo più corretto ossia la raccolta porta a porta, significa avere impianti tmb che accumulano materiali come plastica, legno e carta che sono selezionati solo per finire negli altoforni degli inceneritori".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Malagrotta e la bonifica mancata: "Applicare qui la legge regionale sulle aree a rischio"

RomaToday è in caricamento