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Rifiuti, impianti per il compost su un terreno dell'Agro romano: "M5s riveda il progetto"

Coldiretti Lazio commenta la questione dei vincoli su una delle aree prescelte per i nuovi impianti. E attacca: "E' mancato il confronto"

"Si tratta di due siti rilevanti per l'agricoltura, uno rientra nell'agro romano". A lanciare l'allarme sulla scelta dei luoghi per gli impianti di compostaggio Ama, ancora appesi all'iter autorizzativo della regione Lazio, è Coldiretti. Come scritto da RomaToday in un articolo dello scorso settembre, il sito di Casal Selce (a pochi metri da via Aurelia, nel municipio XIII) dove stando al progetto del Campidoglio dovrebbe sorgere il "distretto del riciclo", è vincolato. 

Ospiterà entro il 2020, almeno nelle intenzioni, due impianti a basso impatto ambientale, uno multimateriale e un altro per la trasformazione dell'organico in compost da riulitizzare in agricoltura, ma l'area individuata e sottoposta un mese fa alle valutazioni della Pisana, cade esattamente nel perimetro di proprietà regionale, come scritto nella visura catastale. Ma soprattutto rientra nei nuovi vincoli paesaggistici per l’Agro romano apposti sempre dalla Regione nel 2015 con approvazione della dichiarazione di "notevole interesse pubblico paesaggistico", insieme alla zona del fosso della Quistione e Tenuta della Massa Gallesina lungo la via Aurelia. Ostacoli normativi che potrebbero mandare all'aria uno dei capi saldi del piano rifiuti firmato M5s, al netto della sicurezza ostentata a riguardo dal presidente e ad di Ama Lorenzo Bagnacani: "Tutta Roma è vincolata, in Conferenza dei Servizi sarà tutto superato".

Rassicurazioni che non sono sufficienti. "Coldiretti Lazio, con l’obiettivo di tutelare il territorio, si è sempre espressa favorevolmente riguardo a sistemi di smaltimento dei rifiuti a basso impatto ambientale, ma a destare molte perplessità sono la scelta dei luoghi e l’assenza di un reale confronto" commenta David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio. "Si tratta infatti di due siti agronomicamente rilevanti (l'altro è a Cesano, nel municipio XV, ndr), uno peraltro classificato come Agro Romano e tutelato dal Piano territoriale paesistico regionale del 2014, dove sono presenti anche importanti aziende agricole condotte da imprenditori nostri soci che, da anni, si impegnano con dedizione e passione per difendere e valorizzare il territorio"

Da qui l'invio di una lettera dell'associazione di categoria indirizzata all'assessore all'Ambiente Pinuccia Montanari. "Abbiamo fatto presente non solo le criticità del progetto, ma fornito anche proposte per coniugare le esigenze dell’amministrazione con quelle del mondo agricolo che potrebbe supportare l’iniziativa, se sviluppata in modo diverso - prosegue Granieri - siamo disponibili ad aprire una discussione per rendere meno impattante e più efficiente il progetto, con la convinzione che attraverso il dialogo e il confronto una scelta gravemente penalizzante per le aziende agricole e il tessuto produttivo locale si possa trasformare in un’opportunità". Confronto che però, al momento, non c'è stato. Soprattutto con la cittadinanza alla quale era stato garantito un processo partecipativo in pieno stile grillino, magari sul web, promesso a luglio scorso proprio dalla responsabile dei rifiuti Pinuccia Montanari, ma ancora sulla carta.

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