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Impianti sportivi, A Roma troppi i concessionari morosi. Per il comune un danno di 20 milioni di euro

I concessionari regolari nei pagamenti sono soltanto il 60% di quelli che gestiscono le strutture sportive capitoline

Sono 119 gli impianti sportivi di proprietà comunale che sono presenti in città. Di questi 18 sono quelli chiusi. Tra le strutture in funzione, la gran parte sono state affidate a concessionari che sono puntuali nel corrispondere i canoni di locazione e le rate di mutui di cui Roma Capitale si è fatta garante. C’è però chi non lo fa e crea un danno economico all’amministrazione e quindi alla città. 

Un buco da oltre 20 milioni

“Abbiamo ereditato un fardello pazzesco” ha premesso l’assessore allo sport Alessandro Onorato, presente alla commissione trasparenza convocata sul tema delle troppe morosità i campo sportivo. “Abbiamo trovato un debito, tutto pregresso, superiore ai 20 milioni di euro” ha sottolineato l’assessore che ha ringraziato gli uffici “per il lavoro abnorme che è stato fatto, anche cavilloso. Abbiamo 4 regolamenti vigenti che sembrano fatti apposta per non distinguere tra i concessionari virtuosi e quelli che non lo sono” ha commentato Onorato che, al riguardo, ha promesso una semplificazione attraverso “una delibera che li andrà a superare” e che è in fase di approvazione in giunta.

Trentotto concessionari morosi

Delibere a parte, il conto è presto fatto: “Sono 63 i concessionari virtuosi” è stato più volte rimarcato durante la commissione trasparenza.  Nei confronti degli altri 38 il quadro è piuttosto articolato, ma non risulta aver subito troppi cambiamenti rispetto allo scorso anno quando, su richiesta del presidente della commissione trasparenza Federico Rocca, il dipartimento sport aveva fornito l’elenco delle morosità. Anche la cifra dei 20 milioni di euro era emersa già nel 2022. A distanza di un anno, sul piano del debito, non ci sono stati quindi significativi progressi.

I contenziosi e le richieste di pagamento

Gli uffici hanno però dichiarato di “aver completato il lavoro di adozione di tutti i provvedimenti per il recupero delle somme, siano essi mutui o canoni non corrisposti”. Ai concessionari che li hanno ricevuti è stato dato “un termine di 30 giorni per ottemperare” e quindi, a breve, l’amministrazione avrà la possibilità di rientrare di parte delle somme dovute. Operazione che, vale la pena sottolinearlo, non è scontata visto i ricorsi che molte associazioni e società sportive hanno presentato contro Roma Capitale, puntando anche al terzo grado di giudizio, com’è nel caso dell’Olimpica Roma, une delle 13 realtà a cui l’amministrazione ha già firmato la determina per la decadenza. Il quadro è comunque articolato ed a complicarlo interviene anche la legge nazionale che, per le conseguenze del covid, ha prorogato tutti gli impianti con concessioni in scadenza fino al 31 dicembre 2024. E tra chi ne beneficia ci sono anche 11 morosi.

La proposta per sostenere i concessionari virtuosi

“Dobbiamo cercare di sostenere quanti, in questi anni, si sono comportati correttamente e quanti invece hanno fatto i furbi” ha concluso il presidente della commissione trasparenza “nei confronti dei primi, quelli cioè virtuosi, possiamo pensare di rivedere le tariffe comunali, che sono calmierate perché impianti comunali, ma non vengono aggiornate da 11 anni. Nel frattempo, come sappiamo, i consumi energetici sono notevolmente aumentati. Parallelamente bisogna intervenire per recuperare i canoni ed i mutui non corrisposti dai morosi e per chiudere pratiche di decadenza che, in alcuni casi, sono vecchie di 12, 13 anni”.

Impianti da mettere a bando

Quegli impianti, una volta recuperati, andranno messi a bando per garantire che i cittadini possano tornare a praticarvi attività sportiva a prezzi contenuti con dei concessionari che, però, siano in grado di corrispondere al comune gli affitti dovuti. Cosa che una quarantina di realtà non ha fatto contribuendo ad alimentare un buco, per l’amministrazione, da 20 milioni di euro.
 

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