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Migranti, Raggi al Prefetto: "Limitare gli arrivi nella Capitale"

La sindaca sottolinea la necessità di considerare l'elevata "pressione migratoria cui è sottoposta Roma" nella decisione della dislocazione di nuove strutture di accoglienza

La sindaca Raggi scrive al Prefetto Basilone. Data la "forte presenza migratoria e il continuo flusso di cittadini stranieri", si richiede al ministero dell'Interno "una moratoria sui nuovi arrivi" nella Capitale. "Trovo impossibile, oltre che rischioso, ipotizzare ulteriori strutture di accoglienza, peraltro di rilevante impatto e consistenza numerica sul territorio comunale" si legge nella missiva inviata a Basilone.

La Raggi sottolinea la necessità di considerare l'elevata "pressione migratoria cui è sottoposta Roma" nella decisione della dislocazione di nuove strutture di accoglienza. "Per tali motivi, questa amministrazione, in considerazione degli elevati flussi di migranti non censiti, auspica che le valutazioni sulle dislocazioni di nuovi insediamenti tengano conto dell'evidente pressione migratoria cui è sottoposta Roma Capitale e delle possibili devastanti conseguenze in termini di costi sociali e di protezione degli stessi beneficiari, evitando di gravare, ulteriormente, sul territorio comunale" conclude la lettera.

GRILLO E I CAMPI ROM - Intanto sul blog del comico leader Beppe Grillo è comparso un post in cui annuncia la linea dura sui campi rom della Capitale, a pochi giorni dalla presentazione del piano Raggi per il superamento delle baraccopoli.  "Ora a Roma si cambia musica. Chiusura dei campi rom, censimento di tutte le aree abusive e le tendopoli". E ancora: "Chi si dichiara senza reddito e gira con auto di lusso è fuori. Chi chiede soldi in metropolitana, magari con minorenni al seguito, è fuori. In più sarà aumentata la vigilanza nelle metro contro i borseggiatori. Nessuno prima d'ora aveva mai affrontato il problema in questo modo".

Il leader cinquestelle fa poi riferimento al piano per il superamento dei campi presentato qualche giorno fa dalla giunta: "Il servizio applicato è capillare e copre tutta la città. Iniziamo a chiudere i primi due di nove campi ancora presenti a Roma. Lo diciamo subito: ci vorrà tempo. Queste non sono operazioni che si fanno dall'oggi al domani. Qualsiasi tecnico specializzato vi dirà che serviranno mesi. Come per tutto quello che la vecchia politica ha lasciato a Roma, anche in questo caso il movimento 5 stelle non ha la bacchetta magica. Ma ha la libertà di fare le cose che dovevano essere fatte 20 anni fa. E allora iniziamo: i campi della monachina e la barbuta verranno chiusi. Parliamo di 700 persone che risiedevano qui"

Non è chiaro il come. L'amministrazione non ha fornito ufficialmente dettagli sufficienti per capire quali saranno le reali mosse che consentiranno la fuoriuscita delle famiglie ma anche la loro integrazione nel tessuto sociale. Esiste un pdf sul sito del Comune di Roma dove si precisa che i beneficiari delle azioni saranno secondo le stime circa il 10 per cento dei nuclei familiari presenti. Ma l'assessore Baldassarre ha replicato successivamente alla diffusione del documento da parte dell'associazione 21 Luglio: "E' uno step già superato. Dai campi usciranno tutti".  

Una storia che il leader Grillo sembra ignorare. "Finora - scrive ancora - nessuno aveva messo mano al problema dei campi rom, perchè per molti non era un problema, ma un affare. Vedi Mafia capitale. Il Movimento 5 stelle a Roma ci ha messo la faccia e ne va fiero. E chi in questi giorni dice che regaliamo soldi ai rom, mente sapendo di mentire. Roma era l'unica capitale europea ad avere ancora campi rom. Diciamo 'era' perchè grazie a noi è iniziata la fine dei campi, delle roulotte e dei caravan in mezzo alle strade della città, gli incendi occasionali, i 'furti' di corrente agli edifici limitrofi. In breve: stop all'illegalità e al degrado". "Solo il buon senso, in assenza di un sistema mediatico oggettivo e imparziale - dicono ancora - può aiutare a comprendere veramente come stanno le cose. E noi siamo certi che i romani sapranno distinguere tra le urla di un salvini e il lavoro di un'amministrazione che per la prima volta, a roma, ha iniziato a rimettere in ordine le cose".

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