Immigrati in famiglia, Alfano smentisce Marino: "Non è assolutamente vero"
La nota del Viminale esclude categoricamente l'ipotesi disegnata dal primo cittadino di dare 30 euro al giorno a quanti sono disposti ad ospitare rifugiati e richiedenti asilo
Nessun tentativo di polemica ma una smentita netta e senza alcun beneficio del dubbio. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano, con una nota, blocca sul nascere ogni entusiasmo verso la proposta romantica quanto difficilmente praticabile, almeno nell'immediato, di pagare 30 euro le famiglie disposte ad ospitare rifugiati e richiedenti asilo, ora ospitati dal sistema dei centri di accoglienza, in casa propria.
Le parole di Alfano non lasciano speranza alla proposta, affidata alla stampa dal primo cittadino alle prese con il malcontento crescente delle periferie est della Capitale.“Quanto riportato da alcuni giornali, circa la 'decisione' di corrispondere trenta euro alle famiglie che si renderebbero disponibili ad accogliere in casa immigrati adulti o minori figli di immigrati, non corrisponde, nel modo più assoluto, a una decisione assunta dal Ministero dell'Interno né tantomeno a una iniziativa in via di attuazione” ha affermato.
Nessuna polemica ma il tono è duro.“Vorrei essere chiaro, senza polemiche, con il sindaco di Roma: il Ministero dell'Interno non tirerà fuori un euro per questo. Ogni ipotesi di lavoro che mi dovesse essere presentata in questo senso, da chiunque provenga, sarà da me certamente bocciata" ha scritto nella nota.
La proposta era stata messa sul tavolo nel corso di un incontro sul tema tra il sottosegretario all'Interno, Domenico Manzione, i rappresentanti di Anci e Conferenza delle Regioni. E al primo cittadino era piaciuta molto tanto da riproporla all'opinione pubblica in maniera seria: "Pensiamo che senza alterare il bilancio dello stato” aveva detto Marino “perché i soldi investiti per ogni migrante sono 900 euro al mese. Il fatto di poterli affidare a una famiglia che decide di ospitare un migrante possa creare una situazione di maggiore disponibilità all'accoglienza e all'integrazione sociale".
La risposta di Marino non si è fatta attendere: "Non è una 'proposta Marino', bensì una modalità differente di utilizzare i fondi del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), frutto del diligente lavoro del ministero dell'Interno, discussa ieri al tavolo nazionale immigrazione e già sperimentata da tempo in alcune realtà italiane, già coordinate da nove Caritas diocesane tra cui Milano, Savona e Genova" fa sapere il sindaco di Roma, Ignazio Marino, in una nota. "Non è mio compito né mia intenzione addentrarmi in considerazioni di spettanza del Viminale. La mia unica preoccupazione è quella di valutare senza preclusioni ogni soluzione per conciliare il disagio e le difficoltà di una parte degli abitanti di Roma con i problemi e le storie di disperazione di chi fugge dal proprio Paese per cercare fortuna altrove".