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Venerdì, 26 Aprile 2024

Ilaria Cucchi: "Voglio incontrare Salvini e fargli abbassare lo sguardo"

La sorella del geometra romano morto in carcere nel 2009: "Voglio incontrare questo famoso ministro Salvini. Pubblicamente. Guardarlo negli occhi"

Applausi e commozione a Venezia dopo la proiezione di "Sulla mia pelle" il film che racconta gli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi. Una pellicola dal significato particolare, attesa e che sembra aver unanimemente colpito la critica. Applauditissima in particolare la perfomance di Alessandro Borghi, l'attore romano che ha vestito i panni di Stefano Cucchi. 

"Sulla mia pelle", gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi

Presenta alla proiezione del film anche la sorella del geometra romano morto in carcere, Ilaria Cucchi: "Dedico il film su mio fratello Stefano al ministro Matteo Salvini", ha detto. "Chiedo a lui un incontro pubblico che non accetterà mai perché in campagna elettorale ha affermato che gli faccio schifo. Dopo aver visto il film e rivissuto quello che Stefano ha subito, non posso dimenticare quando Salvini ha detto che una eventuale legge sulla tortura avrebbe legato le mani alle forze dell’ordine e che in caso di fermo qualche sberla ci sta e se qualcuno si fa male pazienza. Una frase del genere detta dal ministro degli Interni è inaccettabile". 

Poi su facebook, condividendo il video degli applausi finali, si rivolge direttamente a quello che lei chiamava e continua a chiamare Ste. Di seguito il testo integrale del post


Sono profondamente commossa.
Provata. Guardo il cielo sperando di poter incontrare il tuo sguardo.
Non vedo nulla. Solo le luci accese della sala Darsena dove è appena terminato il film sulla tua morte. Sento gli applausi della gente. Prendo l’abbraccio di Alessandro e Jasmine e poi anche quello di Max. Le 1500 persone che stipano il cinema si stringono tutte intorno, quasi tutte in lacrime.
Questa è la gente intorno a noi.
Qualcuno ha detto che dopo un fermo ci può scappare qualche schiaffo, qualche pugno.
E se poi il fermato cade e si fa male pazienza. Niente legge contro la tortura perché lega le mani alla Polizia.
Ma la Polizia non sente il bisogno di avere quelle mani libere che sarebbero sporche di sangue. Forse magari il sindacato di Tonelli la pensa diversamente ma la Polizia del comandante Gabrielli è altra cosa.
Ste ti sei preso qualche schiaffone. Qualche pugno. Qualche calcio. Sei caduto e ti sei fatto male. Molto male. Ma ce ne dobbiamo fare una ragione io te mamma e papà.
In fin dei conti questo qualcuno è ora il ministro dell’interno. Ora, ironia della sorte, sta facendo passerella e cene di gala a Venezia.
Voglio incontrare questo famoso ministro Salvini. Pubblicamente. Guardarlo negli occhi.
Senza dire nulla. Fargli abbassare quello sguardo freddo ed inespressivo.
A Ste, questo non avrà mai il coraggio. E poi lui si che fa parte della casta.
Non abbiamo giustamente preso un euro da questo film ma la soddisfazione è tanta.
Tu sei un atto d’accusa vivente, sì, vivente, contro quel modo di pensare ignorante e violento. Tu che di violenza sei morto.
Ti abbraccio forte forte. Come hanno abbracciato me.
Notte

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