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Il blitz degli ambientalisti fa scattare Gualtieri: "Non toccate i monumenti, ora basta"

Il Sindaco contro gli attivisti che hanno gettato carbone vegetale nella fontana di Trevi: "Intervento per noi costoso e si sprecheranno 3mila litri d'acqua"

Si sono gettati nella fontana di Trevi davanti a centinaia di passanti e turisti, poi armati di secchi hanno versato del liquido nero. Non vernice, ma carbone vegetale. Poi, hanno esposto uno striscione contro l'utilizzo dei carboni fossili e hanno urlato "il nostro Paese sta morendo".

Gli attivisti di Ultima Generazione, gruppo d'azione ambientalista che compie proteste clamorose ormai ogni giorno a Roma e non solo, hanno cercato di attirare nuovamente l'attenzione sul tema climatico. Il risultato è che si discuta soprattutto dei danni collaterali di questo tipo di dimostrazioni: "Vi chiedo di non farlo più, per noi è un dispendio di risorse umane e finanziarie e uno spreco di acqua", ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

Gualtieri: "Sprecati 3mila litri d'acqua"

Difficile immaginare che Roberto Gualtieri possa approvare un passo indietro della sua amministrazione. In seguito all'azione del 21 maggio alla fontana di Trevi, il primo cittadino ha lanciato un appello a Ultima Generazione, non prima di aver spiegato quali danni e che impegno dovrà profondere la macchina pubblica per risolvere i danni: "Sarà un intervento significativo, costerà tempo, impegno e acqua - ha detto Gualtieri - perché questa è una fontana a riciclo d'acqua. Ora noi la dovremo svuotare, si butteranno via 300 mila litri, che è la capienza della fontana. Tante persone dovranno lavorare per rimuovere la vernice, appurarsi che non ci siano danni permanenti, come noi speriamo. E' sempre un rischio che corrono i monumenti. Gli interventi di ripristino sono sempre costosi e hanno un impatto ambientale significativo".

L'appello del Sindaco: "Basta colpire i monumenti"

"Rivolgo un appello agli attivisti - ha poi aggiunto il primo cittadino - non fate interventi di questo tipo. Si può protestare, è legittimo, persino doveroso. Ma non con un metodo sbagliato, pericoloso e dannoso, che colpisce beni comuni preziosissimi come i nostri monumenti. Il loro agire costringe tante persone, distraendole da altro lavoro, a venire qua, passare ore, sprecare acqua ed elettricità, sottoporre a stress i monumenti. È una cosa sbagliata. Si rischia di danneggiare i monumenti e si costringono le pubbliche amministrazioni a interventi di ripristino costosi, con molto spreco d'acqua. È del tutto controproducente rispetto alla battaglia. Se poi per ripristinare si danneggia l'ambiente, dal punto di vista comunicativo c'è una evidente contraddizione". 

VIDEO | Carbone nero nella Fontana di Trevi: insulti di turisti e romani contro gli attivisti

Le reazioni di Gotor e Regimenti

Anche l'assessore alla cultura, Miguel Gotor, ha commentato l'accaduto usando toni molto più duri: "Ennesima puntata della stucchevole telenovela che riguarda le fontane storiche di Roma imbrattate con del liquido nero - le sue parole - . La città è stanca di questi comportamenti sterili e autoreferenziali che danneggiano gravemente,  rendendola impopolare, una battaglia giusta a favore dell’ambiente e colpiscono monumenti che sono patrimonio dell’umanità".

L'assessora regionale alla sicurezza urbana e alla polizia locale, Luisa Regimenti, ha auspicato "un piano di sicurezza per i monumenti - ha detto - e le opere d'arte più a rischio di Roma e del Lazio. I temi del surriscaldamento climatico e del dissesto idrogeologico del nostro territorio sono prioritari - ha proseguito Regimenti - come evidenziano i drammatici accadimenti in Emilia Romagna, e vanno affrontati in modo serio, non certo mettendo a repentaglio i capolavori del nostro patrimonio artistico e architettonico".

Ultima Generazione e i blitz a Roma a maggio

 Negli ultimi 15 giorni da parte degli eco-attivisti di Ultima Generazione si sono susseguiti i blitz per alzare l'attenzione rispetto ai temi climatici. Il 4 maggio sei ambientaliste si sono spogliate nude in strada, a via del Tritone. Il 6 maggio un altro gruppo appartenente a Ultima Generazione ha gettato carbone vegetale nella fontana della Barcaccia, il 17 maggio invece si sono calati dal ponte delle Valli nel tratto che sovrasta la Tangenziale Est, bloccando il traffico per molto tempo e causando pesanti ripercussioni sulla viabilità. Due giorni prima, il 15 maggio, hanno provato a bloccare l'accesso ai terminal dell'aeroporto "Leonardo da Vinci" di Fiumicino, sedendosi sulla carreggiata dell'autostrada intorno alle 10 del mattino: la protesta è durata pochi minuti, perché la Polizia di Stato è intervenuta quasi immediatamente trascinando via i protestanti. 

Via al processo per l'azione al Senato

La scorsa settimana, inoltre, è partito il processo contro i tre attivisti che il 2 gennaio hanno imbrattato la facciata di Palazzo Madama, sede del Senato. Nel procedimento, Roma Capitale si è costituita parte civile, scelta che non è piaciuta ad alcuni consiglieri di maggioranza che stanno provando a convincere l'Avvocatura a ritirarsi e arrivare ad un accordo differente, extra-giudiziale, con l'associazione ambientalista. 

Le ragioni di Ultima Generazione

“Sono Mattia, ho 19 anni e ho deciso di fare disobbedienza civile perché la tragedia orribile vissuta in questi giorni in Emilia Romagna è un’avvisaglia del futuro nero che attende l’umanità". Sono queste le parole utilizzate nel comunicato stampa di rivendicazione del gesto da parte di Ultima Generazione, per spiegare la campagna contro l'utilizzo di combustibili fossili in Italia.  "Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale - si legge ancora - stiamo per superare la soglia di 1,5°. Questo significa che i nostri figli potrebbero morire di fame e di sete. E che potremmo essere in tempo per vederlo. Secondo la Banca d’Italia, per di più, una casa su quattro è a rischio alluvione in Italia, con danni stimabili in 3 miliardi ogni anno. L’unica possibilità per evitare che accada è fermare le emissioni legate ai combustibili fossili". 

Alessandro Penso-Maps

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