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Roma come Napoli, Grancio con De Magistris: ecco la delibera su "gli orribili non luoghi"

La consigliera ex grillina l'ha illustrata oggi insieme al sindaco di Napoli e all'ex assessore Berdini

Da una parte il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Dall’altra l’ex assessore all’Urbanistica della Giunta Raggi, Paolo Berdini. Cristina Grancio , la consigliera ex grillina passata al gruppo misto, ha annunciato questa mattina, nello scenario della seicentesca biblioteca Angelica di piazza Sant’Agostino, la sua adesione a Dema, il movimento 'Democrazia e autonomia' del primo cittadino partenopeo che da oggi sarà politicamente rappresentato in Aula Giulio Cesare. E lo ha fatto portando direttamente sugli scranni dell’Assemblea capitolina “un’idea nata nella Napoli” di De Magistris, quella dell’uso civico dei beni comuni e dell’acqua pubblica: una delibera di iniziativa consiliare per modificare il Regolamento edilizio cittadino finalizzata al recupero di edifici dismessi e abbandonati ma anche come strumento di intervento verso i proprietari privati nelle mani dell’amministrazione.

“Con l’aiuto di Napoli ho costruito una risposta politica per Roma. Uno strumento permanente di intervento per fronteggiare tempestivamente gli atteggiamenti assenteisti delle proprietà immobiliari che mettono a rischio la qualità urbana e la sicurezza pubblica” ha spiegato Grancio. “In Italia la rigenerazione urbana la fanno le occupazioni che esprimono una vita attiva dal basso” ha affermato De Magistris. “Mentre nel resto del Paese vengono sgomberate, a Napoli gli abbiamo stretto la mano. Così oggi 15 luoghi abbandonati sono diventati vere e proprie comunità di abitanti che hanno deciso di prendersi cura di questi luoghi” rappresentando “un’alternativa politica dal basso”. Poi ha aggiunto: “Abbiamo scritto insieme delibere che hanno un valore giuridico riconosciuto da tutti gli organi di controllo e che affermano che vale anche il profitto in termini sociali”. Per Berdini, che accompagnerà da vicino l’esperienza di Dema a Roma, un esempio che arriva dalla cronaca è quello di San Lorenzo: “Tre ettari di capannoni abbandonati su cui l’amministrazione non è riuscita a dire la propria”. A guidare il disegno della città “dev’essere l’articolo 42 della Costituzione che afferma che la proprietà privata ha senso in relazione alla sua funzione sociale”.

In concreto la modifica avanzata dalla proposta di delibera, già depositata in Aula, prevede che il sindaco possa diffidare i proprietari degli immobili abbandonati da almeno cinque anni a intervenire per la messa in sicurezza. Se nessun intervento viene effettuato entro 90 giorni, i lavori indispensabili finiscono in capo all’amministrazione che però ha la facoltà di applicare una sanzione fino ad arrivare alla trasformazione della destinazione d’uso dell’immobile in verde e servizi pubblici creando di fatto le condizioni per arrivare all’acquisizione pubblica degli stabili. I beni recuperati grazie all’intervento dei proprietari invece potranno essere utilizzati, in via temporanea, per servizi culturali, ricreativi e commerciali.

Tra gli “orribili luoghi di Roma” citati nel documento presentato alla stampa, l’ex fabbrica della penicillina a San Basilio, l’ex oleificio a Magliana, l’ex orfanatrofio in zona Marcigliana e le ex officine Romanazzi a Tor Cervara. “Mi si dirà che è solo una modifica al regolamento in attesa di una legge regionale” ha continuato Grancio “ma visto cosa è successo e quello che poteva succedere sabato (la sentenza di Virginia Raggi, ndr), penso che la politica debba cominciare a dare risposte”.

A meno di un mese dall’appuntamento romano del 1 dicembre, quando De Magistris annuncerà la sua sfida nazionale, Dema sbarca nella Capitale del governo di Virginia Raggi portato per mano di un’ex pentastellata. “Ieri sera ho mandato una pec a ‘liste civiche’, una casella di posta che nessuno sa chi ci sia dietro ma è la stessa da cui ho ricevuto la notizia di espulsione dal movimento, dicendo che ho definitivamente chiuso il mio percorso nel M5S” ha spiegato Grancio.

Prima la sospensione per la sua posizione critica verso l’operazione dello Stadio della Roma, poi la ribellione al nuovo “statuto Lanzalone”, quello del Blog delle Stelle di Di Maio, e l’espulsione. “Ho scelto Napoli per l’inversione di tendenza che ha saputo mostrare ai suoi cittadini. Perché è importante che la politica dia risposte chiare e in trasparenza senza quella crescente opacità a cui ho assistito a questi due anni in Campidoglio”.

Formalmente Grancio resterà nel gruppo misto dal momento che per “dare vita a un nuovo gruppo bisogna essere in due”. Per ora, però, un nuovo spazio si potrebbe aprire nei municipi. “Ci stiamo confrontando in diversi territori, sono in contatto con più di qualche consigliere municipale interessato. Chissà se non ci saranno sorprese” ha spiegato Grancio. Presente in sala, “ma da cittadino” ha specificato, Claudio Cardillo, consigliere M5S nel XII municipio.

La costruzione “dal basso” di un “campo largo” in cui “l’ingresso è vietato solo a mafiosi, corrotti, corruttori, fascisti e razzisti” per Dema nella Capitale è scattato ufficialmente questa mattina. “Dema ha deciso di lavorare su tutto il perimetro nazionale ed europeo e quindi anche a Roma” ha spiegato De Magistris. “In questi mesi abbiamo apprezzato la passione politica di Cristina e il fatto che la sua delusione non si è trasformata in rabbia ma in impegno civile e democratico”. De Magistris ha messo sul piatto di Roma tutto il peso dell’esperienza napoletana in tema di beni comuni e partecipazione: “Perché gli altri sindaci, a partire da Roma, non hanno dato attuazione al referendum sull’acqua pubblica? Roberto Fico (presidente della Camera dei Deputati del M5S, ndr) continua a fare convegni ma per una forza politica che è al governo non è più il momento di fare dibattiti. È difficile, serve coraggio ma senza questo coraggio è meglio non fare i sindaci. I semplici amministratori non servono, serve un’idea politica della città che vuoi costruire”.

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