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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Graduatorie Erp, la direzione generale del comune "bacchetta" il dipartimento politiche abitative

Il vicedirettore intima al dirigente Tommaso Antonucci e al collega dell'ufficio Erp Massimo Ancilotti di rispettare la legge, dando riscontro alle istanze dei cittadini entro i 5 giorni previsti

Sulle graduatorie Erp di Roma Capitale la direzione generale del comune "bacchetta" il dipartimento politiche abitative. Il 18 maggio, infatti, il vicedirettore generale Roberto Botta ha chiesto agli uffici competenti di rispettare la tempistica dei 5 giorni entro i quali fornire risposte sui punteggi e su eventuali integrazioni. 

Tutto nasce da una richiesta inoltrata il 9 maggio da parte di un cittadino romano, supportato da Unione Inquilini, rispetto all'aggiornamento della posizione in graduatoria per l'assegnazione di un alloggio popolare. Nel caso specifico, il candidato chiedeva ulteriori 49 punti. Dopo otto giorni, però, da piazza Giovanni da Verrazzano nessuna risposta, nonostante un sollecito partito il 16 maggio. 

E così, chiamato in causa dal sindacato inquilini, è stato l'ufficio della direzione generale - presieduto da Paolo Aielli, nominato dal sindaco Roberto Gualtieri pochi giorni dopo l'insediamento - a mettere nero su bianco quali siano gli obblighi di legge a cui attenersi: "Si invita a concludere il procedimento nel più breve tempo possibile - si legge nella nota - in ossequio ai doveri dell'ex articolo 2 legge 241 del 1990 e a procedere con l'attivazione dei dovuti alla parte istante. In caso di inerzia, saranno attivati i poteri sostitutivi e adottati gli opportuni provvedimenti". 

Una "lavata di capo" che non è certo passata inosservata: "Il massimo organo amministrativo del comune inchioda il dipartimento politiche abitative alle sue responsabilità - scrive in un comunicato Unione Inquilini -, ribadendo che ogni nuova domanda o richiesta di integrazione deve, per legge, avere risposta entro cinque giorni, con la comunicazione da parte degli uffici al cittadino del nuovo punteggio. E’ una deliberazione importantissima, perché da anni i cittadini che fanno domanda di casa popolare non ricevono alcuna risposta: ora viene ribadita l'illegalità di questa inerzia degli uffici e lo stesso comune riconosce finalmente che la legge vale non solo quando impone un dovere, ma anche quando riconosce un diritto. In questi anni l’attività del dipartimento politiche abitative è stata scandalosamente inefficiente e priva di trasparenza. Oggi viene ribadito che la città ha diritto a un’amministrazione che funzioni e sia davvero al servizio della città".

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