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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Coronavirus, infermieri idonei al concorso: "Basta precariato, rispettate la graduatoria"

Un gruppo di infermieri in attesa di assunzione ha lanciato una petizione e scritto una lettera al governatore Zingaretti

“Nonostante i circa 6mila infermieri idonei nella graduatoria del concorso del Sant’Andrea della Regione Lazio per far fronte all’emergenza Coronavirus il personale viene reclutato in modo precario, per 12 mesi o con ricorso ad avvisi pubblici e cooperative”. La denuncia arriva da un gruppo di infermieri risultati idonei nell’ultima graduatoria bandi in regione e a casa in attesa di essere chiamati. Una denuncia che è già diventata una petizione che ha raccolto quasi 850 firme: “Chiediamo lo scorrimento della graduatoria e l'assunzione, come prevista dal concorso stesso, a tempo indeterminato”. Firmato: “Noi professionisti usa e getta”.

“Abbiamo deciso di lanciare questa campagna perché siamo tutti professionisti che hanno sostenuto un concorso e che sono in una graduatoria. Una graduatoria che non sta scorrendo nonostante il bisogno di infermieri che c’è in questo momento negli ospedali”, spiega Monica Soave, tra gli animatori della campagna e firma della petizione. “Per l’emergenza, stanno assumendo molta gente a tempo determinato con avvisi pubblici e ora molti colleghi stanno chiedendo la stabilizzazione. Noi siamo contro il precariato ma così facendo la graduatoria non verrà rispettata. Vorremmo avere un po’ di voce in merito”.

Altro elemento di confusione, spiega ancora Soave, è arrivata dalle modalità di reclutamento anche all’interno della graduatoria a causa dell’emergenza Coronavirus. Viene spiegato in una lettera indirizzata al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Un considerevole numero è stato contattato dalla stessa graduatoria per fare fronte all'emergenza Covid-19 con la proposta di un contratto a tempo determinato. Le modalità di tali chiamate sono state del tutto particolari, 24h per dare risposta e disponibilità a prendere servizio in cinque giorni e nessuna disponibilità all'aiuto per un alloggio, come invece è successo in altre regioni”.

Molte persone, continua la lettera, “erano e sono fuori dalla regione Lazio, pertanto impossibilitati (in alcuni casi dalle limitazioni dettate dall'emergenza quali malattia, quarantena forzata ecc.) a prendere servizio. Di conseguenza ‘scavalcati’ da infermieri in posizione inferiore. Non si vorrebbe assistere ad una situazione per la quale, terminata l'emergenza, le posizioni ufficiali della graduatoria venissero trascurate con un ‘ormai è andata così’ e si procedesse con la stabilizzazione di coloro che hanno potuto accettare a discapito degli aventi diritto. Con questo non vogliamo remare contro il principio per il quale il precariato vada contrastato, ma sostenere piuttosto l'idea che non debba proprio essere creato, non per poi uscirne fuori calpestando i diritti di chi, un posto, l'ha sudato e guadagnato”. 

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