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Giunta Rocca, è caos. La guerra fredda nei partiti complica la formazione della squadra

I rapporti di forza tra le varie anime del centrodestra e gli equilibri interni agli stessi partiti, stanno trasformando la formazione della giunta in una vera e propria impresa

La giunta Rocca è in alto mare. Di più: l'equipaggio del neo presidente appare lontano dall'essere formato e dal riuscire a prendere il largo. L'obiettivo per il varo è il 13 marzo, giorno del primo consiglio. Rocca vuole infatti presentarsi ai consiglieri con la squadra formata per presentarla al nuovo consiglio prima,e mettersi subito al lavoro poi.

Tante sono infatti le emergenze da affrontare e dalle parti dell'ex capo della Croce Rossa ci si aspettava che la formazione della squadra fosse partita assai più semplice. Così non è però perché i rapporti di forza tra le varie anime della coalizione e gli equilibri interni agli stessi partiti, stanno trasformando la formazione della giunta in una vera e propria impresa. 

I due schemi in campo

I possibili schemi in campo sono due ed entrambi prevedono - oltre ai 10 membri della giunta - anche la presidenza dell'aula. Nel primo caso la presidenza dell'aula sarebbe destinata alla Lega e la giunta sarebbe formata da sette esponenti di Fratelli d'Italia, uno della Lega e due di Forza Italia. Nel secondo caso la presidenza dell'aula andrebbe a Fratelli d'Italia e la suddivisione degli assessorati sarebbe la seguente: sei a Fratelli d'Italia, due alla Lega e due a Forza Italia. Il tutto con delle variabili a complicare la partita: le quote rosa, la rappresentanza di tutte le province, ma soprattutto i rapporti interni ai partiti. 

Lega e Forza Italia

Dalle parti di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia vengono descritte come due partiti le cui guide (Durigon per la Lega e Tajani per Forza Italia) non sono rappresentate in consiglio regionale. Questo trasforma le scelte anche in una sorta di prova di forza interno. Un esempio? Fratelli d'Italia spinge per lo schema che prevede la presidenza d'aula a Pino Cangemi della Lega. All'interno del partito di Salvini però quest'idea viene rispedita al mittente: i maligni dicono perché Cangemi non è ben visto da Durigon che per lui punta alla vice presidenza d'aula; dall'interno del partito, alcune personalità di primo piano sentite da RomaToday spiegano invece come nella Lega i rapporti siano ottimi, e come la presidenza a Cangemi non sia osteggiata, ma che, se deve diventare un modo per togliere un posto in giunta alla Lega, allora no, non va bene. La Lega punta infatti a due assessorati importanti, di prima fascia anche perché Rocca terrà per sé la Sanità, delega giudicata centrale. I piani di Fratelli d'Italia sarebbero invece di affidare al partito di Salvini al massimo un solo assessorato importante. E qui le trattative si sono arenate. 

La pensa in maniera simile anche Forza Italia che non ha il nodo della presidenza d'aula, ma punta a due assessorati importanti. Il primo appare destinato a Pino Simeone, quota Fazzone, esponente forzista di primo piano che ai tavoli sta facendo sentire la propria voce. Vuole una delega di peso e per questo ha chiesto di aggiornare le trattative e una presa di posizione di Rocca. L'altro nome è quello di Giorgio Simeoni, anche se sembra in risalita quello di Maria Spena da un lato per le quote rosa, dall'altro per permettere a Tajani di mettere piede in regione. 

Fratelli d'Italia

Il puzzle però si complica anche perché all'interno di Fratelli d'Italia i rapporti non sono idilliaci. La formazione della giunta viene vista come un passaggio fondamentale per garantire gli equilibri interni. Si racconta che tra rampelliani e meloniani c'è un veto reciproco, ad esempio, per la presidenza dell'aula all'una o all'altra corrente. Per questo si punta sulla Lega, su Pino Cangemi, togliendo un assessorato a Durigon&co che però, come detto, non ci sta. Da qui l'impasse. I punti certi sono relativi a tre nomi, usciti fortissimi dalle regionali, che saranno tutti ricompensati con degli assessorati. Parliamo di Giancarlo Righini (meloniano),  Fabrizio Ghera (rampelliano) e Massimiliano Maselli (vicino a Ciocchetti): tutti e tre sono dati come assessori certi. A loro si aggiunge Roberta Angelilli la cui nomina è facilitata anche dal tema quote rosa. In bilico Laura Corrotti, che potrebbe essere la sacrificata in caso di assessorato in più da dare alla Lega. A completare i nomi di Fratelli d'Italia ci dovrebbe essere Laura Allegrini, vicina al presidente del Senato La Russa, ed Eleonora Berti eletta a Rieti. 

C'è, secondo alcune fonti, la possibilità che a sbloccare la situazione possa essere la carica di presidente dell'aula assegnata a uno tra Massimiliano Maselli e Fabrizio Ghera,  (Righini appare certo al bilancio, ndr). In questo modo un assessorato di prima fascia potrebbe essere affidato alla Lega. In questo scenario Pasquale Ciacciarelli sarebbe destinato ai lavori pubblici, mentre Pino Cangemi potrebbe avere la delega all'agricoltura, ambito considerato importante per i fondi che è chiamato a gestire. A Forza Italia andrebbe la gestione di Ambiente e Transizione energetica, da capire se in abbinamento con i rifiuti. 

Nei prossimi giorni è previsto un nuovo tavolo per trovare la quadra. A Rocca e alle sue capacità di mediazione il compito di ammorbidire le posizioni dei partiti. 

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