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Verso la giunta Polverini: nel Pdl romano è guerra aperta

Manifesti per le strade per pesare il voto, dimissioni, botta e risposta a mezzo stampa: nel Pdl romano è lotta aperta tra ex An e ala forzista

La creazione della giunta Polverini sta cominciando a lacerare i rapporti nel Pdl romano. Se infatti nei giorni scorsi erano stati gli alleati (Udc e La Destra) a far tremare la neo governatrice, ora tocca alle varie anime del Popolo della Libertà romano.

Ieri Marco Visconti, consigliere capitolino, nonché uno degli esclusi del Pdl dalla corsa elettorale, ha rassegnato le dimissioni da delegato all'emergenza abitativa. Nessuno ammette che si tratti di dimissioni legate alla lotta tra le varie anime del partito, ma appare davvero difficile nascondere quel che sta accadendo nel Popolo della Libertà.

Questo anche perché la “guerra” interna è diventata pubblica grazie ad una serie di manifesti che stanno tempestando la città, in cui alcuni dei non ammessi, mostrano con orgoglio i voti portati ad alcuni eletti della lista Polverini. E' il caso dei manifesti a firma Di Paolo, in cui si mostrano con orgoglio i 22.417 voti portati a Brozzi e i 12.816 a Casciani. Un modo per dire che nella scelta degli assessori da lui si deve passare.

Un metodo questo che a sette consiglieri capitolini non è andato giù. Parliamo di Fernando Aiuti, Roberto Angelini, Antonello Aurigemma, Pierluigi Fioretti, Giovanni Quarzo, Alessandro Vannini e Ludovico Todini che ieri hanno criticato l'atteggiamento di Pallone, vice coordinatore del partito: “Dopo la comparsa di manifesti nei quali si dava per scontata la nomina ad assessore di Cangemi, abbiamo chiesto più volte di essere ascoltati dal sindaco e dalla Reigone - riferiscono i sette - ci chiediamo quindi cosa avrà provato il vice coordinatore regionale Alfredo Pallone, che chiedeva condivisione e partecipazione per la definizione della giunta Polverini, nel leggersi su un manifesto a favore di una parte del partito romano insieme al coordinatore Gianni Sammarco. Molti consiglieri comunali hanno collaborato alla vittoria della Polverini. Non vogliamo dettare legge ma ci sono temi che vanno affrontati insieme”.

Puntuale la replica di Pallone: “Ogni volta che sono stato chiamato ho sempre risposto. I colleghi sanno che la mia porta è sempre aperta”. Andando al sodo e quindi alle poltrone alcuni dei sedici nomi sembrano blindati. Bruno Prestagiovanni, Pietro Di Paolo, Massimiliano Maselli e Fabio Armeni. I primi due in quota ex An e i secondi in quota Forza Italia.

Per quanto riguarda le quote rosa, sicure di uno dei cinque posti che per legge devono essere assegnati alle donne sono Olimpia Tarzia e Mariella Zezza. Per la prima si va verso la poltrona alle politiche della famiglia. Per la seconda si vocifera della poltrona al Lavoro.
 

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