Caudo, due anni nel Municipio III per studiare da sindaco: "Solo chi ha lavorato sul territorio può ambire al Campidoglio"
L’intervista al presidente del Municipio III, da molti considerato l’outsider per la corsa a sindaco di Roma: “Ecco cosa abbiamo realizzato in due anni, da Palazzo Senatorio molte cose non si percepiscono”
Eletto due anni fa per governare il Municipio III dopo la caduta della ex minisindaca grillina Roberta Capoccioni: una miniconsiliatura quella di Giovanni Caudo, ex assessore all’Urbanistica della Giunta Marino arrivato a ricoprire la massima carica del Roma Montesacro dopo aver spaccato il Pd rottamando il renzismo e superando in qualche modo l’idea di coalizione zingarettiana.
Giovanni Caudo e il laboratorio della sinistra romana
Un laboratorio della nuova sinistra romana quello inaugurato da Caudo a Piazza Sempione. A due anni dall’inizio del suo mandato e ad uno dalla naturale scadenza RomaToday lo ha incontrato per fare un bilancio sul governo del territorio e sulle aspirazioni future, con il professore universitario urbanista ad essere indicato da molti come l’outsider del centrosinistra nella corsa al Campidoglio.
“Sapevamo di avere davanti solo tre anni quindi abbiamo presentato un programma elettorale misurabile e credibile. Tutto quello che ci eravamo proposti di fare lo abbiamo realizzato: dalla rete del sociale ad un ragionamento di sistema sul trasporto pubblico. Abbiamo riportato in questo territorio cultura e partecipazione. Anche sul TMB Salario (l’impianto di trattamento meccanico biologico di Ama ndr.) stavamo lavorando bene e nella direzione giusta, poi è arrivato l’incendio che lo ha distrutto che ha accelerato per forza di cose la sua dismissione”, dice Caudo.
Due anni di Giunta Caudo
Ha i dati alla mano il presidente del Municipio III: 44 cantieri aperti, 21 milioni di euro di investimenti su strade, marciapiedi e scuole. “Abbiamo dato molto alle nostre periferie: incalzando il privato Settebagni ha oggi una nuova strada per uscire dal quartiere e una scuola materna pronta. Anche il nido Castello di Gelsomina a Castel Giubileo è pronto per essere aperto a settembre, a Monti della Breccia sorgerà una struttura per la fascia 0-6. Colle Salario, con l’apertura di via Palmiano, è stato liberato da almeno un terzo del traffico”.
Anche la scuola Don Bosco di piazza Monte Baldo sarà completamente rinnovata con un investimento di 500mila euro: “Il rammarico su quell’Istituto Comprensivo è solo il voto contrario alla cessione dell’edificio abbandonato dell’ex scuola Parini di piazza Capri: per quello stabile che dentro è completamente smembrato avevamo reperito dei fondi della Regione Lazio per realizzarci un polo geriatrico. Invece non se ne farà nulla”.
I progetti del futuro: ciclabili e arene
Partiranno invece il prossimo anno i cantieri per la realizzazione della ciclovia delle Valli: un anello ciclabile da realizzare tra Piazza Sempione, viale Jonio e Prati Fiscali, un percorso dedicato alle due ruote che mette in collegamento le due stazioni della metropolitana B1 Jonio e Conca d'Oro. Nel mezzo anche le stazioni Nomentana e la futura Val d’Ala in attesa di riapertura. “Inoltre stiamo realizzando anche l’arena di Conca d’Oro, al lato del Parco delle Valli: un’opera che guarda lontano e che sarà utile alla crescita culturale del nostro territorio”.
Sulla movida la regola di Ponte Tazio mai attuata: “Abbiamo governato il fenomeno”
Rimasta solo un’idea la regola di Ponte Tazio, ossia la chiusura di tutti i locali della movida di Montesacro all’1.15. La promessa era stata fatta ai residenti in campagna elettorale. “Quando c’era il sindaco Veltroni fu delegata ai presidenti di municipio la possibilità di modificare gli orari degli esercizi commerciali: la Sindaca non ha ritenuto di fare lo stesso, quindi come minisindaci non abbiamo più quella possibilità. Ma non ci siamo arresi: abbiamo governato il fenomeno promuovendo il dialogo costruttivo tra locali, riuniti in un’associazione, e i residenti. Abbiamo fatto un grande lavoro su sicurezza e decoro occupandoci in parallelo della qualità degli spazi pubblici. Piazza Menenio Agrippa la sera è uno spettacolo”.
Candidato sindaco?
Ma quale il futuro di Caudo? Il suo nome è tra quelli destinati a correre alle primarie del centrosinistra, sempre se si faranno. “Le primarie mi aspetto che si facciano, sono nello statuto del Pd e quindi sono sicuro che si faranno e che saranno primarie aperte e con candidati di qualità. Il tema è che le primarie devono essere utilizzate come grande festa di popolo, utili a costruire una speranza per Roma dove la narrazione negativa della città lasci il posto alle grandi potenzialità che ha la Capitale. Le primarie devono essere un momento di orgoglio cittadino”.
Caudo non pensa che lasciare il territorio del Municipio III dopo soli tre anni possa essere considerata una “fuga” o che, in caso di sconfitta, ciò possa vanificare il progetto messo in piedi. “Non c’è un problema di nome: non faccio il politico di professione ma cerco di dare un contributo alla città che amo. Quello che abbiamo seminato in questo municipio resta ed è importante. Il mio impegno in questo momento - dice il minisindaco - è totale sul municipio, ma allo stesso tempo un amministratore che governa una ‘città’ come il III Municipio ha il dovere di intervenire nel dibattito cittadino perchè è dai territori che le cose si vedono ben più chiare”.
Il giudizio su Raggi: "Non sa come si fa sindaco di Roma"
Poi il giudizio sulla sindaca di Roma, Virginia Raggi: “Appena insediata la Sindaca disse ‘no’ alle Olimpiadi dicendo che la sua amministrazione sarebbe stata giudicata dalla manutenzione ordinaria: credo che dopo quattro anni non ci sia un romano che possa dirsi soddisfatto. Il giudizio non può che essere tombale. L’errore è di fondo perchè in una città come Roma non esiste la possibilità dividere il cielo dal marciapiede, l’ambizione dalla quotidianità. la Raggi con tutto l’affetto, la stima e la compartecipazione per la sua fatica ha un deficit metodologico su come si fa il sindaco di Roma”.
E sulla possibilità di una sua ricandidatura? “Raggi farebbe bene a ricandidarsi, perchè un sindaco che arriva alla fine del mandato non dovrebbe. Si rimetterà al giudizio dei romani. Spero solo che non voglia usare la ricandidatura a Roma come exit strategy per la sua carriera politica: ne abbiamo abbastanza di politici che usano Roma piuttosto che politici che lavorano per Roma”.
Da assessore di Roma Capitale a minisndaco del Montesacro, non si pente della scelta Caudo. “Il presidente del Municipio è il ruolo politico più a fisarmonica che esista: dal front office con i cittadini al grande stratega per il territorio per gli anni che verranno. E’ un’esperienza che completa e che aiuta a vedere tante cose che dal Campidoglio non erano percettibili: chiunque ambisca a sedersi in Campidoglio deve aver fatto gavetta nei territori per capire effettivamente che cosa significa governare questa città, saper conugare ‘il marciapiede e il cielo’.” Un passo indietro dallo scranno di assessore alla poltrona di presidente di municipio che, dopo due anni, sa di rincorsa verso la carica di sindaco.