Il ruolo di RomaFutura nel centrosinistra. Alle regionali non disperdiamo il lavoro fatto nel Lazio
Giovanni Caudo, consigliere di RomaFutura, replica all'articolo del direttore di RomaToday "Solo il Pd moribondo può trattare con una sinistra che non c'è"
Gentile Direttore,
leggo il tuo editoriale di oggi e nel condividere il tuo sconforto sulla situazione politica, in particolare di quella romana, mi preme fare alcune precisazioni che riguardano Roma Futura.
Roma Futura è un’associazione politica in cui sono confluiti partiti e movimenti che hanno una loro autonomia, i radicali, Volt, Possibike, Green Italia, i socialisti europei e Pop e non c’è mai stata alcuna pretesa di confluire in un unico organismo o partito. In questi mesi di volta in volta su singole iniziative ci siamo coordinati e intestati iniziative in consiglio su questioni cruciali per la città, il sociale ad esempio, il 24 facciamo una importante iniziativa sulla povertà a Roma, la battaglia per la residenza (art.5 della legge Lupi), la scuola, l’apertura degli investimenti del PNRR ai tavoli di partenariato e del Terzo settore per evitare di realizzare cattedrali nel deserto, e ancora ieri gli emendamenti al piano degli arenili condivisi con tutta la maggioranza.
D’altronde era questa la scommessa di Roma Futura aiutare la coalizione di centro sinistra ad essere più radicale e innovativa nelle scelte. Anche sul termovalorizzatore la nostra posizione è quella detta e ripetuta durante tutta la campagna elettorale anche alla presenza di Gualtieri: per chiudere il ciclo dei rifiuti serve portare una quota di indifferenziata residua dopo tutti gli interventi di economia circolare, a valorizzazione termica, cioè nell’inceneritore. Che questo inceneritore debba essere di nuova costruzione, nel territorio di Roma e di proprietà del Comune lo vorremmo discutere e lo abbiamo messo per iscritto nell’odg votato in consiglio comunale il giorno stesso in cui Gualtieri lo ha proposto. Ordine del giorno votato da RF, dal PD e non da Sinistra Civica Ecologista.
Non capisco proprio del perché dovremmo dimetterci, facciamo quello che gli elettori ci hanno chiesto leali ma autonomi, non siamo la minoranza della maggioranza, ma neanche di governo e di opposizione.
Per quanto riguarda le regionali ho espresso in un comunicato di qualche giorno fa l’auspicio che dopo otto anni di governo di centro sinistra, con luci e ombre ma certamente una stagione positiva, non si disperda quell’esperienza che ha visto insieme forze diverse contaminarsi e contribuire a fare del governo del Lazio un importante riferimento locale e nazionale. La tentazione di un PD autosufficiente è stata già sperimentata con scarsi risultati, penso invece che la vocazione a governare in coalizione debba essere il vero oggetto del confronto politico. La riduzione all’uno è l’effetto della debolezza non il contrario.
Con stima
Giovanni Caudo
*Giovanni Caudo, professore universitario a RomaTre, consigliere comunale di Roma Futura, ex presidente del III municipio ed ex assessore all'Urbanistica della giunta guidata da Ignazio Marino