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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Il mondo del gioco torna davanti la Regione: chiesta una revisione della legge sul distanziamento

Centinaia di persone impiegate nel settore hanno manifestato per difendere i posti di lavoro che la norma sul distanziamento mette a rischio

Centinaia di lavoratori impiegati nel settore del gioco pubblico si sono dati appuntamento sotto la regione Lazio. A distanza di un anno dall’ultima mobilitazione, sono tornati in piazza per chiedere all’ente governato da Zingaretti di rivedere la legge regionale 5/2013. 

E’ quella sulla “disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico”  e che impone, ai titolari di queste attività, di rispettare un distanziamento  di 500 metri dalle cosiddette aree sensibili, quali le scuole, i centri anziani o i luoghi di culto, per citarne alcuni. La scorsa estate, sulla scorta delle proteste, la regione Lazio aveva deciso di prorogare di un anno i termini entro i quali mettersi in regola con le distanze previste dalla legge. 

A ridosso della scadenza, è tornato a mobilitarsi il coordinamento Alleati per la legalità, nato un anno fa raccogliendo le più importanti associazioni del settore, quali Acadi – Confcommercio, Acmi e Astro (aderenti a Confindustria), Assotabaccai, Donne in Gioco,  Egp – Fipe a Fit - Federazione Italiana Tabaccai, fino a Sapar e Sts – Sindacato totoricevitori sportivi. Un appuntamento per ribadire i numeri di lavoratori che la norma metterebbe a rischio e le conseguenze che si potrebbero avere sul piano delle scommesse illegali.

“Siamo soddisfatti della partecipazione alla manifestazione ‘legalità lavoro Lazio’ che si è tenuta oggi sotto la sede della Giunta della Regione Lazio – ha fatto sapere il coordinamento, a margine della manifestazione - Centinaia di lavoratori sono scesi in piazza per chiedere alla giunta Zingaretti e al consiglio della Regione Lazio di rivedere la legge 5/2013 che significherebbe tra soli 120 giorni la perdita di 16mila posti di lavoro nella regione”.  

Dal palco allestito sotto la sede regionale, si sono alternati interventi di consiglieri regionali. Una delegazione di manifestanti è stata poi ricevuta dal capo di gabinetto della regione Lazio Andrea Napoletano ci dicono che le nostre ragioni sono valide. “Tutti hanno finalmente capito che cancellare migliaia di attività legali e chiudere i punti gioco pubblico del Lazio significa nei fatti due cose - ha sottolineato il coordinamento 'Alleati per la legalità -  regalare alla criminalità organizzata milioni di euro con le giocate clandestine e mandare a casa 16000 lavoratori di cui più della metà donne”.

“Ora – si legge nella nota del coordinamento - chiederemo a tutto il consiglio regionale l’assunzione di una responsabilità ben precisa: nel prossimo collegato al bilancio, che sarà approvato entro il 30 giugno, deve essere urgentemente inserita una norma che tuteli lavoratori e imprese del settore e riveda una legge che, sebbene corretta nelle intenzioni, nella sua applicazione diventa un disastro sociale. Nei fatti la Regione Lazio rischierebbe di essere la responsabile,  tra soli 3 mesi, del più grande licenziamento di massa mai visto nella regione stessa. Noi, da parte nostra, continueremo la mobilitazione per scongiurare tutto questo”.

Manifestazione gioco d'azzardo regione Lazio

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