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Campidoglio, Sel presenta il conto a Marino: "Risultati storici, ma ora serve la svolta"

Intervista a Gianluca Peciola, capogruppo di Sel in Consiglio Comunale: "La nostra è una sollecitazione a cambiare passo"

Riconosce i “risultati storici” dell'amministrazione Marino ma crede necessaria “una svolta”. Gianluca Peciola, capogruppo di Sinistra ecologia e libertà in Campidoglio, parla del bilancio che approderà in aula e della idee di Sel per il governo di Roma. Oggi nella Sala Fellini, Cinecittà Studios, in via Tuscolana 1055, l'appuntamento “Refresh. Idee e proposte per riavviare Roma” organizzato dal Gruppo di Sel di Roma Capitale.

Sul bilancio approvato lunedì in giunta, da Sel si sono sollevate alcune voci critiche. Penso per esempio a quanto dichiarato dal presidente dell'VIII municipio, Andrea Catarci, che ha definito la manovra un “pesante colpo”. Qual è il suo giudizio sulla manovra?

Era un percorso obbligato che ha puntato alla riduzione del danno. La nostra richiesta di potenziare la spesa sociale, vero punto di sofferenza della città, è stata raccolta. Purtroppo riconosco che, come denunciato da Catarci, quei tagli hanno penalizzato i municipi. Un punto su cui bisogna lavorare ancora invece è relativo al coinvolgimento degli attori sociali, delle realtà del terzo settore e dei movimenti cittadini. Stiamo lavorando affinché gli assessori intraprendano questa strada. 

Nelle prossime settimane il documento approderà in aula. Come si relazionerà Sel alla sua discussione?

Il documento non l'ha ancora visionato nessun gruppo politico. Dobbiamo leggere, approfondire e poi faremo le nostre valutazioni. A riguardo i municipi ci segnalano una sofferenza. Senza fare polemiche ma credo che cercheremo di fare dei ritocchi raccogliendo le loro indicazioni, che sono gli enti più vicini ai territori cui vogliamo dare ascolto. Quel che è prioritario però è approvare il prima possibile il bilancio del 2013 per poi dedicarsi a quello del 2014. E' questo il vero bilancio politico che qualificherà l'azione del governo di centro sinistra. Un bilancio che dovrà essere partecipato e accogliere l'apporto dei territori e dei diversi attori sociali. L'auspicio è che verranno coinvolti anche i consiglieri di maggioranza come antenne sul territorio. A riguardo, c'è da dire che i primi passi sono discutibili.

Che intende dire?

Sembra che si sia già iniziato a lavorare senza tenere in conto queste indicazioni. Il bilancio del 2014 deve marcare una svolta, non essere elaborato solamente sulla base delle segnalazioni degli uffici. Non si può continuare a lavorare sulla base dello storico. Non si cambia nulla se il punto di partenza è la fotografia del passato. Quella del 2014 dovrà essere una manovra coraggiosa che punti sul sociale, sul reddito minimo, sulla rigenerazione urbanistica e sulla cultura. Un bilancio politico vuol dire attuare il programma della campagna elettorale.

Esempi?

Penso a esperimenti concreti di rigenerazione urbana. Per esempio l'ex Fiera di Roma non può diventare un'area destinata a residenze ma deve essere ridisegnata con la partecipazione dei territori. Bisogna essere in grado di rimettere in moto le risorse pubbliche e private ridando motore all'economia con progetti sani. Penso anche al sociale. Per esempio potenziare, non solo rifinanziare, il servizio Aec, l'assistenza educativa dei minori disabili nelle scuole. Non dobbiamo dimenticare il reddito minimo garantito, i diritti civili, lo sviluppo della smart city.

Tutti temi al centro del dibattito “Refresh. Idee e proposte per riavviare Roma”.

Certo. Per ripartire bisogna puntare su questi temi. Dobbiamo anche uscire dalla lentezza che sta caratterizzando l'azione amministrativa, lasciarci alle spalle il bilancio 2013 e dedicarci a scelte che siano 'di svolta'.

È una critica all'amministrazione Marino?

Non proprio. Direi piuttosto una sollecitazione a cambiare passo. L'arrivo di Marino al governo di Roma è stata una sorta di 25 aprile. Una liberazione dalla pesante eredità della vecchia burocrazia che si era insediata e del vecchio modo di pensare. Certamente ci vuole del tempo per cambiare. Ma ora sono passati cinque mesi, non ci sono più scuse: bisogna cambiare rotta. La città è in sofferenza e si aspettava una grande svolta rispetto ad Alemanno. Questo però non sta accadendo. Detto questo, riconosco che l'amministrazione Marino ha ottenuto risultati storici.

Quali?

La chiusura di Malagrotta è un fatto storico. Alemanno non ha avuto l'autorevolezza di portare a termine questo obiettivo. Roma Capitale ha riconquistato anche autorevolezza davanti al Governo che ha concesso un ulteriore commissariamento del debito dando fiducia alla città. Anche la pedonalizzazione, soprattutto se verrà portata avanti fino in fondo come promesso, entrerà a far parte dei libri di storia. 

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